La rivincita di Bertinotti

La rivincita di Bertinotti Roma, la Corte d'appello vieta il simbolo di Cossutta: troppo simile a quello di Rifondazione, confonde gli elettori La rivincita di Bertinotti IL «copyrigt» della falce e martello? Appartiene a Bertinotti. Cossutta, dunque, dovrà cercarsi un altro simbolo. 0, almeno, dovrà cambiare colori e grafica. Lo ha stabilito ieri sera la corte d'Appello di Roma che ha accolto il ricorso di Rifondazione comunista contro il simbolo presentato per le prossime elezioni amministrative dal Partito dei comunisti italiani invitando il Pdci a sostituire il contrassegno. Il tribunale ha stabilito che, come ha sostenuto Rifondazione, il simbolo del Pdci, molto simile a quello del Prc, potrebbe confondere e indurre in errore gli elettori. Adesso, la «guerra» tra Cossutta e Bertinotti minaccia davvero di infuocare la campagna elettorale per le amministrative del 29 novembre. Ieri i «cossuttiani» hanno ragito con raggia a quello che considerano come uno «scippo» della falce e martello. «Bertinotti misura il grado di democrazia a seconda delle proprie convenienze politiche - ha dichiarato il deputato dei Comunisti italiani Marco Rizzo -. Suscita sgomento che contesti il simbolo del Pei, soprattutto dove vi sono coalizioni di centrosinistra che vanno da Rifondazione ai Popolari. Così riemerge la logica del tanto peggio tanto meglio che ha già provocato sconquassi a sinistra. Forse Bertinotti vuole fare un altro favore al Polo?». Anche le modalità del ricorso suscitano le reazioni indignate dei «cossuttiani». «Rifondazione - sostiene sempre Rizzo - vuole impedire l'uso legittimo di un simbolo politico dando prova di intolleranza e spirito autoritario. E tutto questo mentre Bertinotti attacca le istituzioni parlamentari denunciando un presunto deficit di democrazia per la mancata istituzione del suo gruppo parlamentare. Dimentica che egli stesso votò contro la formazione del gruppo di Rinnovamento che all'epoca aveva ben 19 deputati». La replica di Bertinotti non si è fatta attendere: ««E' stata solo una scelta di tutela nei confronti degli elettori, in modo tale che possano scegliere secondo coscienza. E lo dico - ha ironizzato - anche per coloro che vogliono scegliere il simbolo dei cossuttiani, in modo tale che non possano sbagliare, scegliendo il nostro». La nuova diatriba tra i neocomunisti suscita allarme tra i ds. «I ricorsi presentati da Rifondazione comunista contro le liste e il simbolo dei Comunisti Italiani per le amministrative, e l'esito della sentenza, sono un fatto preoccupante e negativo» afferma Leonardo Domenici, responsabile Enti Locali dei Democratici di Sinistra. Domenici definisce il fatto particolarmente preoccupante nelle città in cui Prc e Pdci fanno parte della stessa coalizione. I seguaci di Cossutta e Bertinotti, infatti, non sempre si presentano divisi alle prossime elezioni amministrative: è il caso della Provincia di Roma, Viareggio, Pescara, Senigallia, Foggia e Civitavecchia, dove i due partiti stanno insieme nella coalizione di centro sinistra ancora senza l'Udr. «Con questo braccio di ferro - sostiene Dominici - si può creare confusione e forte conflittualità all'interno di alleanze che devono affrontare in modo unitario la campagna elettorale. Ci auguriamo che le ragioni politiche delle ampie alleanze che si sono costituite in sede locale - conclude Dominici - prevalgano su un contrasto che potrebbe favorire la campagna elettorale di un centro destra in difficoltà». Sulla stessa linea è anche Renzo Lusetti del Ppi: «Così si compromette l'accordo programmatico che si è trovato dopo tanto tempo. Così si punta solo a sfasciare tutto. Faccio appello a Rifondazione perché rive dà la sua decisione e torni a fare politica senza carta bollata». (r. i.] La Quercia: così si fa il gioco del centrodestra co** 3t I simboli: a destra Rifondazione e a sinistra i comunisti Italiani

Luoghi citati: Civitavecchia, Foggia, Pescara, Roma, Senigallia, Viareggio