Caro Le Monde magari avessi ragione di Lorenzo Mondo

Caro Le Monde magari avessi ragione PANE AL PANE Caro Le Monde magari avessi ragione TALIANI all'avanguardia dell'Europa? Lo azzarda il titolo di un articolo di «Le Monde» che, trascurando altri aspetti meno esemplari e fruibili del laboratorio Italia (disoccupazione, evasione fiscale, crirninalità, irnmigrazione) si limita alle referenze politiche. Sotto questo aspetto, scrive Alexandre Adler, ci presentiamo come «artisti ineguagliati della formula politica in Europa, per il peggio e per il meglio». Le nostre escogitazioni in materia vengono assimilate alle creazioni di grandi stilisti, capaci di lanciare modelli che diventano progressivamente «prét-àporter» nel vecchio continente. L'articolista conforta la sua tesi con una carrellata storica di anticipazioni, in cui entrano le radici riformiste del socialismo x^<^«^„.„ e il trasformismo, il fascismo e l'antifascismo, la democrazia cristiana e l'emancipazione comunista: fino alla «combinazione esplosiva» di magistrati giustiziali ;sti e governatori della Banca centrale che suppliscono a una classe politica inefficiente e corrotta, fino all'esperienza di Prodi, antesignano del pragmatismo di Blair e Jospin. Cosa ci riserva adesso l'investitura di D'Alema a capo del governo? E' qui che il pregiudizio favorevole di cui godiamo a Parigi (così diffuso e consistente almeno per quanto riguarda moda e cinema, arte e letteratura), 1'«esprit de geometrie» del commentatore, mostra qualche falla. Si afferma che l'asse della nuova maggioranza è spostato a destra (con Cossiga referente ultimo al posto di Bertinotti). Che forse è necessario passare per quella via, ad evitare i ricatti di una estrema sinistra irresponsabile e di una destra impresentabile (ed è curioso I indizio di quanto risulti inI comprensibile fuori di casa la nostra complicata vita politica, che si attribuiscano a Bossi e ai leghisti i connotati del'autentico, superstite fascismo italiano). E' possibile che questo modello sperimentale di grande coalizione - tra socialdemocratici e cristianopopolari - cementata dal grande progetto europeista, finisca per capovolgere le basi dello scacchiere europeo? Siamo evidentemente alla più risicata profezia: alla quale opponiamo che nulla di analogo alla situazione italiana si può rilevare in Gran Bretagna, Francia o Germania; che risulta evidente, dichiarata, la provvisorietà (più o meno breve) del governo D'Alema, delle alleanze che-lo compongono. Tant'è che, con un capovolgimento dimostrativo totale, anche se retoricamente elegante, il nostro ideale interlocutore ripiega sull'ipotesi che l'Italia attraversi invece ima fase di ritardo provinciale. Sigillato dall'immagine di un Prodi sconfitto, esiliato magari alla presidenza della Commissione europea, come Garibaldi lo fu, meno confortevolmente, a Caprera. Con qualche discutibile inezia nell'analisi, con qualche indulgenza di troppo per la nostra inventiva, sono gli interrogativi che si pongono gli italiani, davanti a una politica «in progress» che non lascia spazio alle anticipazioni profetiche: sempre che non vogliano ridursi alla sfera di cristallo dei più appannati indovini. Lorenzo Mondo ido | x^<^«^„.„

Persone citate: Alexandre Adler, Bertinotti, Cossiga, D'alema, Jospin, Prodi

Luoghi citati: Europa, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Parigi