«Una sconfitta se io e Ciampi litighiamo»

«Una sconfitta se io e Ciampi litighiamo» «Governo, sindacati, imprenditori e sindaci dovranno creare il nuovo patto sociale» «Una sconfitta se io e Ciampi litighiamo» Bassolino: «Lavoro e rigore non sono in conflitto» IL MINISTRO SINDACO Lh£ MassSo D'ai!maTmi- Wnistro Carlo Azeglio Ciampi divenisse sinonimo di rigore e il ministro Antonio Bassolino sinonimo di sviluppo. Sarebbe sconfitto il governo e sarebbe sconfìtto il Paese. Dobbiamo invece creare un nuovo patto sociale, governo, sindacati e imprenditori, coinvolgendo anche i sindaci. La nuova sinistra non fallirà l'appuntamento con il governo dell'Europa». Antonio Sassolino, sindaco di Napoli e neoministro del Lavoro, non crede affatto che (d'Europa, governata per nove undicesimi dalla sinistra, debba ritornare ai giorni della spesa pubblica dissennata. Il lavoro lo creano le imprese. A noi tocca assicurare le condizioni per un patto di sviluppo: come Ciampi seppe fare con l'accordo sul costo del lavoro nel 1993». Il settimanale inglese The Economist è persuaso invece che l'Europa «sbanderà a sinistra», che uomini come i ministri delle Finanze di Francia e Germania, Strauss-Kahn e Lafontaine, violeranno il rigore di Maastricht. Tornano i posti di lavoro ((parastatali» e i deficit di bilancio? «Sarebbe un disastro. Voghamo parlare del Sud? Il Mezzogiorno ha pagato un prezzo doloroso per entrare in Europa. Ma è stata la scelta giusta. Oggi il Sud è con l'Italia, nel mare aperto della com petizione. Qualcuno vorrebbe ri portarlo sulle spiagge rassicuranti dell'economia pubblica di una volta, ma il Sud resterebbe tagliato fuori dall'economia mondiale. Questa sì, una tragedia» Lei è stato un dirigente politico comunista, poi sindaco di Napoli, ora arriva al governo: con quale strategia? «Cinque anni di mestiere di sin daco mi hanno insegnato che nei Palazzi la concretezza è virtù so vraha. Dobbiamo cambiare il eh ma del Paese, riaprire un dialogo sociale e istituzionale. Governo, sindacati e imprenditori possono ripetere il successo del 1993, i patti che ci hanno portato in Europa. Io ho un'ambizione. Arri vare a un patto sociale a tre, che coinvolga a certe condizioni sin daci e Regioni. Senza pregiudizi Davvero non è possibile sempli fìcare certe procedure? Davvero è indispensabile che una piccola azienda che voglia uscire dal sommerso debba aspettare sette mesi per i certificati antituberco losi? Sette mesi! Questa burocrazia è nemica dello sviluppo. A che cosa serve che la Telecom riesca a cablare le nostre città, se poi le linee dedicate Isdn ad alta velocità sono intasate? I sindaci possono intervenire sui patti ter ritoriali, sui contratti d'area. Questa è la strada». Dunque niente addio al rigo re di Maastricht? «Lo sviluppo nel rigore, piaccia o no, è la strada che seguiremo. Il Sud ha un problema di quantità di lavoro, lavoro che manca. Il Nord, il Piemonte, il Nord Est, NbnCp hanno invece un problema di qualità del lavoro. E' vero, è possibile trovare un posto anche a quindici, sedici anni. Ma se quel ragazzo lì, che lascia la scuola per uno stipendio, non lo qualifichiamo, non lo rendiamo capace di competere con i suoi coetanei tedeschi e francesi, rischiamo di ritrovarlo a 35 anni disoccupato, frustrato e deluso. Il posto fisso, per tutta la vita, non esiste più. La scuola, le aziende e gli amministratori locali devono dare ai ragazzi una formazione polivalente, capace di durare nel tempo e di far trovare poi occupazione, sia nel pubblico che nel privato. Il mondo occidentale ha già fatto questa scelta. Tocca a noi colmare ritardi pericolosi». D'Alema ha parlato di aria di recessione. Un perìcolo per il nuovo patto sociale? «La situazione è difficile, ma pensi anche alle novità positive, al G7 che apre un credito di 150.000 miliardi per i Paesi più in difficoltà. Il nuovo vertice europeo di sinistra concorda: è stato un successo raggiungere la stabilità economica di Maastricht, ma ora l'equilibrio deve diventare più giusto e più forte». Al governo l'uomo simbolo del rigore resta il ministro Ciampi. Vedremo Ciampi contro Bassolino, bilancio contro sviluppo? «Solo chi -».on conosce il rapporto umano e politico che ho con Carlo Azeglio Ciampi può commettere l'errore di contrapporci. Ho parlato di equilibrio tra rigore e sviluppo. Se Ciampi diventasse sinonimo di rigore e Bassolino di sviluppo saremmo tutti nei guai, governo e Paese. Guai se le sinistre d'Europa tornassero al passato, alla vecchia ricetta. Ho visto con i miei occhi, al Nord e al Sud, che cosa hanno significato deficit, inflazione, economia pubblica, piani di intervento burocratici. Il lavoro lo creano le imprese. Al Sud dobbiamo permettere che sorgano imprese, piccole e medie, capaci di metterci in competizione con il mondo. Stare in mare aperto è difficile: ma la spiaggia statalista ci impoverirebbe». Sedici milioni e ottocentomila disoccupati in Europa. Da noi, secondo il professor Gallino, «un milione e trecentomila posti di lavoro scomparsi in tre anni» e un altro paio a rischio. Chi rappresenterà la generazione perduta, che a trent'anni non ha mai visto una busta paga, nel suo patto sociale? «E' stato un periodo lungo e terribile. Intere generazioni di giovani non conoscono il lavoro come dignità e identità. Oggi però disoccupato è una parola che comprende tanti personaggi diversi: il senzalavoro da sempre; chi compie mille diverse mansioni; il laureato piccolo borghese che, magari, è stato un protagonista nelle attività civili delle metropoli, ma non riesce a trovare un posto. Pensi invece a come, negli Stati Uniti, la convergenza pubblico-privato ha sviluppato zone che non erano meno arretrate del nostro Sud. Io non posso chiedere alle aziende: investite in nome della solidarietà, parola bellissima ma che non si mette in bilancio. Posso però proporre: investite con un ritorno economico e morale. Investite non come una buona azione, ma per difendere il comune interesse nazionale. Altrimenti la frustrazione di chi non ha futuro si scontrerà, nelle città, con i nuovi poveri. Con gli emigranti». La Confindustria chiederà duttilità, per lavoro e salario, al Nord e al Sud. Il sindacato difenderà i suoi iscritti. Si alzerà lo spettro delle ((gabbie salariali». Come difenderà allora la sua proposta? «Dirò che non accetto slogan. Nessun tabù, da solo, risolve il problema. Il governo può dare un contribuito costruendo un'infrastruttura, un'autostrada, ma, al tempo stesso, privatizzare un aeroporto, come ho fatto a Napoli. Con certezza del comando: un solo responsabile a Roma, uno in periferia, a Salerno o Reggio. Basta con i mille controlli burocratici. Basta con gli incentivi talmente complessi da restare non riscossi. Niente deve diventare un alibi, né il costo del lavoro, né la mafia, né la flessibilità. Si tratta su tutto, nell'interesse di tutti». A proposito di Napoli, se la caverà col doppio lavoro, sindaco e ministro? «Dissi già di no, due anni fa, al mio amico Prodi. Adesso posso farcela. A Napoli c'è un nuovo gruppo dirigente e serve lavorare anche a Roma. Ora devo andare, mi scusi: vado al cimitero, dai miei genitori, come ogni anno». Gianni Riotta IL MEZZOGIORNO «Oggi è sul mercato ma qualcuno vorrebbe riportarlo all'economia pubblica: sarebbe una vera tragedia» L'OCCUPAZIONE AL NORD «Un ragazzo a 15 anni può trovare un posto Ma se la scuola non lo qualifica lo perderà a 35» LA TRATTATIVA «Non accetterò slogan da chi si siederà con noi a Palazzo Chigi Nessun tabù, da solo risolve il problema» GII AIUTI «Si discuterà su tutto E poi basta burocrazia e stop agli incentivi talmente complessi da restare non riscossi» WmBU^LMìW,SSWIfel eo ministro Lavoro tonio ssolino Il neo ministro del Lavoro Antonio Bassolino Massimo D'Alema Giorgio Fossa