Un record che sa di teologia
Un record che sa di teologia La colonna vincente si apre con il numero uno, caro agli dei Un record che sa di teologia SUL set Federico Pettini non faceva pronunciare le battute ai suoi attori, ma si accontentava di sequenze insensate di numeri che avrebbe sostituito poi con il doppiaggio. Così fanno anche i cantautori quando hanno in testa la musica ma non le parole. Ma ieri la sequenza 1, 21, 30, 61, 73, 84 non si è trasformata in un cinematografico «ti amo» o in un canzonettaro «buonanotte fiorellino»; ha prodotto un altro numero, il 63, che è poi il numero dei miliardi assegnati a un gruppo di giocatori pugliesi del Superenalotto. Teologicamente parlando, è molto significativo che la fatale tabellina sia incominciata dal numero uno: è il numero degli dei e dei divi più gelosi. La persona più riconoscibile è il «numero uno», la persona meno riconoscibile è «uno» come tanti. Uno è anche il numero del Superenalotto: tanti giocano, uno qualsiasi vince. Del 21 andrà invece sottolineato che appartiene alla tabellina del sette, che è la più sbilenca, la più affascinante: il numero preferito di Gadda era il 14 (lo usava tutte le volte che doveva tirare un numero a caso) e Tolstoj, nei suoi Diari, mostra una certa preferenza per il 28. Ma non si creda che il 21 sia poco appetibile anche dal punto di vista teologico. Lo si scomponga: si ottiene 3x7, dove 3 è numero perfetto per virtù (Fede, Speranza, Carità) e vizi (Bacco, Tabacco, Venere), mentre il citato 7 non è meno importante e ambiguo, dato che enumera sia i peccati capitali che i sacramenti (oltre alle meraviglie del mondo e alle piaghe d'Egitto). In sé il 21 è numero astrologico: è il giorno di solstizi ed equinozi, ed è il giorno in cui cambia il segno zodiacale («cuspide!», esultano anche gli astrologi dilettanti). Al 21, che è un numero settimanale, si oppone il terzo numero della sequenza che è il 30: numero mensile; «30 dì conta settembre, con aprii, giugno, novembre...». «Hai fatto 30, fai anche 31» è il modo di dire preferito da coloro che se gli dai una mano pretendono anche il braccio. 30 + 31 fa 61 che è appunto il quarto numero estratto: la somma delle sue cifre dà il 7, il cui ritorno ci rassicura. Facciamo tornare anche il 3: ecco formato il quinto estratto, il 73, bel numero da autobus. A questo punto qual era il numero iniziale? Era 1' 1 : e dal 73 basta sommare 1' 1 alle sette decine e 1' 1 alle tre unità ed ecco che si ottiene per via direttissima il numero che conclude la sestina con un appropriato tocco orwelliano: 84. Ma mettiamo il caso che il giocatore si fosse, sbagliato e avesse semplicemente sommato l'I al 73: otteneva non l'84, ma il 74, che è appunto il numero che è uscito di riserva. Quindi diciamo che con un minimo di sapienza teologica, chiunque avrebbe potuto compilare la schedina vincente. Ma il difetto della numerologia a posteriori (o a bocce ferme, o a babbo morto) è che non spiega come mai non siano usciti direttamente i numeri portanti del ragionamento, che sono il 7 e il 3; oppure numeri teologicamente altrettanto cruciali, come il 4 (degli Evangelisti) o il 2 (degli Zebedei). Usciranno sicuramente un'altra volta. Stefano Bartezzaghl Anche il 21 richiama il sacro: si ottiene moltiplicando il numero delle virtù per quello dei peccati capitali
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