Addio caro vecchio Greenwich di Piero Bianucci

Addio caro vecchio Greenwich Muore (scarsità di fondi) il Meridiano Zero, nasce quello Internet Addio caro vecchio Greenwich MUORE l'Osservatorio di Greenwich, quello che dà al pianeta il Meridiano Zero, e nasce il meridiano di Internet. I naviganti del mare perdono il loro riferimento, quelli della Rete lo trovano. La prima è una storia di tagli alla ricerca. La seconda di furbizia pubblicitaria. Nicolas Hayek, il padrone della Swatch, offre agli utenti di Internet la propria sede di Bienne, in Svizzera, come base per contare il tempo della Rete e mettere ordine (almeno temporale) nei traffici telematici. Non contento, propone pure di gettar via minuti e ore per adottare i beats. Un giorno, 1000 beats; 1 beat 86,4 secondi. La chiusura di Greenwich, avvenuta ieri, è l'ultimo atto di una lunga agonia. Da anni l'Osservatorio non aveva più telescopi. Le luci di Londra li avevano accecati e costretti a emigrare. Dal 1990 anche gli uffici erano a Cambridge. A Greenwich restavano solo cimeli da museo, a ricordare che nel 1884 il suo meridiano fu prescelto come Meridiano Zero e riferimento universale del tempo. Prima ogni Paese si dava un meridiano per far incominciare da sé il resto del mondo e le proprie ore. Persino Torino sabauda aveva il suo: passava per Palazzo Madama, in piazza Castello. La convenzione del 1884 rifletteva l'epoca: Londra dominava il mondo, fu un meridiano imperialista, Tanto che il geografo tedesco Arno Peters nel '73 propose di sostituirlo con quello che taglia lo Stretto di Bering, una linea in mezzo al Pacifico, acque di tutti e di nessuno. Un meridiano democratico. Perché, ora, doversi inchinare a un imperialismo svizzero? E poi gli internauti non hanno bisogno di un loro «tempo universale». Nel mondo della telematica tutto è simultaneo. Viviamo in un eterno presente. Piero Bianucci

Persone citate: Arno Peters, Nicolas Hayek

Luoghi citati: Cambridge, Greenwich, Londra, Svizzera, Torino