TRA I DIALETTI D'ITALIA di Giovanni Tesio

TRA I DIALETTI D'ITALIA TRA I DIALETTI D'ITALIA Esordisce con il piemontese il dizionario etimologico \JB piemontese il primo ™ lemma del dizionario etimologico «I dialetti italiani» a cura di Manlio Cortelazzo e Carla Marcato che la Utet ha appena pubblicato nell'ambito della «Biblioteca storica di linguistica italiana» (pp. XLI-724, L. 220 mila). Per la precisione il lemma d'inizio è «abà», «capo della festa, direttore del ballo», propriamente «abate» inteso nel suo senso antico di «capo di una corporazione». Ma di lemmi piemontesi, tra i tanti di tanti dialetti nazionali, ce ne sono molti altri. Da «afr» (orrore) a «calignàire» (promesso sposo), da «bàlma» (grotta) a «garabìa» (tafferuglio), da «dròmia» (sonnifero) a «orsèla» (vite orsina), da «roclò» (anticaglia) a «vroné» (strimpellare). C'è da imparare molto qui, anche perché i termini registrati sono stati scelti seguendo alcuni criteri che finiscono per mettere in luce il più alto tasso di originalità. Parole di oggetti particolari, parole di uso comune ma di speciale forza espressiva, parole di notevole interesse dialettologico, parole di luoghi specifici, parole di presenza forte, parole esclusive. I nomi del mondo, insomma, quelli che danno vita ad un universo che sfrigola tra immaginazione e realtà. Del resto con i dizionari (specie con i dizionari etimologici) non si smetterebbe mai. E' come con le carte geografiche, tutte le strade in un atlante. Qui, invece, tutte le parole in un libro che ne racconta la storia. Ma contiene anche qualcos'altro. In primo luogo un'impostazione generale dell'opera che, proprio perché è scientificamente corretta, non racconta favole edificanti. Tutti i dialetti vengono messi sullo stesso piano. An¬ che il toscano naturalmente. Anche il sardo, il ladino dolomitico e il friulano che «una diffusa, ma non sempre condivisa, opinione considera dotati di una certa autonomia linguistica». E poi un esplicito riconoscimento che troppo spesso crea ancora imbarazzi (anche se si sa che il pregiudizio è greve zavorra). Che si tratta insomma di provvedere al recupero e alla divulgazione di un patrimonio preziosissimo accumulato in tanti secoli testuale - «da quelle diversissime lingue, che siamo usi chiamare dialetti italiani». Un'opera che sarebbe piaciuta a Primo Levi (tra gli autori letterari giustamente citati). Tra «acariàtr» (di umore a carattere fastidioso) e «marìa-vòla» (coccinella), l'autore de «La chiave a stella» avrebbe saputo individuare e imbastire un concretissimo filo di sottigliezze morali e di naturalistici incanti. Giovanni Tesio

Persone citate: Carla Marcato, Manlio Cortelazzo, Primo Levi

Luoghi citati: Italia