IL CATALOGO DELLE VETERANE di Piero Bianco
IL CATALOGO DELLE VETERANE IL CATALOGO DELLE VETERANE Igioielli del Museo dell'Auto schedati in un libro da collezione AL Carro di Cugnot, un rudimentale veicolo a vapore che nel 1769 fece gridare al miracolo i francesi, alle prime vetture con motore a scoppio, fino alla sportivissima Alfa 155 V6 TI, il bolide che ha sfiorato il Mondiale nell'ultimo campionato Internazionale Turismo. Sono tre salti arditi nel tempo, tre dei tanti gioielli che ornano il prestigioso Museo Carlo Biscaretti di Ruffia, e che raccontano l'intera storia dell'auto, con'i suoi contorni di leggenda. Una magìa per assaporare la quale nulla è meglio di una visita agli ampi padiglioni vetrati che s'affacciano sul Po e sul verde della collina. Ma è una magìa che oggi si può anche «sfogliare», grazie al primo elegante catalogo che finalmente è nato per colmare un vuoto e illustrare una delle più ricche e grandi collezioni d'Europa. «Il Museo dell'automobile di Torino», un volume di 190 pagine con testi in italiano e in inglese edito da Priuli &• Verlucca (lire 48 mila), dedica a ogni modello una fotografia a colori e una scheda storica dettagliata. Quanto basta per rivivere le suggestioni di cent'anni di locomozione, per proiettarsi nel futuro alla scoperta della vettura elettrosolare (1990), per visitare le 80 marche di cui è presente almeno un esemplare nella collezione. Il volume, che si avvale della supervisione di Antonio Amadelli (direttore del Museo) e alla cui realizzazione hanno contribuito la Fiat, Città, Provincia di Torino e Regione, propone inoltre una retrospettiva storica. Narra come e perché è sorta nella capitale italiana dell'auto un'opera così prestigiosa e certamente invidiata. Racconta, fin dagli albori, la sto¬ ria romanzata del Museo. Fu di due anziani prionieri, Cesare Golia Gatti e Roberto Biscaretti di Ruffia, nel 1932, l'idea di fondarlo. L'incarico venne poi affidato a Giuseppe di Miceli, che era direttore dell'Automobile Club di Torino, e a Carlo Biscaretti di Ruffia (il figlio di Roberto) che si dedicò alla raccolta dei primi reperti e alla creazione di un archivio storico. Il Comune concesse gli spazi disponibili presso i locali dello Stadio Comunale, dove nel 1939 s'inaugurò la mostra. La sede moderna in corso Unità d'Italia venne concepita, per interessamento delle aziende automobilistiche italiane e della famiglia Agnelli, nel luglio '56. Il 22 febbraio 1957 un rogito notarile costituì il «Museo dell'Automobile di Torino», riconosciuto in ottobre con Decreto Presidenziale. Carlo Biscaretti fu il primo presidente e alla sua scomparsa, nell'ottobre '59, il Consiglio d'amministrazione deliberò di intitolargli il Museo, inaugurato il 3 novembre 1960. Oggi solo tre sono, al mondo, le collezioni che possono competere con quella torinese: due in Francia (il Musée National de la Voiture a Compiègne e il Musée National de l'Automobile a Mulhouse) e uno in Gran Bretagna (il National Motor Museum at Beaulieu). Tutto questo, adesso, si può leggere. Piero Bianco In alto: il Monte Bianco. Qui in basso il modello De Dion & Bouton dellS99 e a fianco t'His/Kino Suiza del I9:i5
Persone citate: Agnelli, Antonio Amadelli, Bouton, Carlo Biscaretti, Cesare Golia, Giuseppe Di Miceli, Roberto Biscaretti
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