LICEO ALFIERI

LICEO ALFIERI LICEO ALFIERI In carrozza e con le bandiere per festeggiare la maturità CINQUANTANNI fa la nostra classe, la mitica IIIA del Liceo Alfieri di Torino, festeggiò a giugno la fine dell'anno scolastico, recandosi in carrozza a cavalli da Porta Nuova a via Giacosa (allora sede dell'Alfieri), con le bandiere tricolori al vento, secondo un'antica tradizione dei maturandi». Il ricordo è di Cesare Biemmi, torinese. «Una festa all'aperto nel giardino dell'amico Mariano a Sassi, suggellò il periodo di studi, che aveva visto praticamente lo stesso gruppo compatto per tutto il triennio. E poi via a preparare il terribile esame di maturità: quattro scritti, tutte le materie, tre anni di studio. «Fu un'estate calda in tutti i sensi; ai primi di luglio gli scritti, poi al momento di iniziare gli orali, il 14 luglio, l'attentato a Togliatti e conseguente sospensione degli esami. Si ricominciò dopo alcuni giorni e gli orali finirono ai primi di agosto. La maggioranza promossa, qualche recupero a ottobre. «Il gruppo si ricompattò per la festa della maturità, in precollina nella sala superiore della Cooperativa Borgo Po & Decoratori (gli Imbianchini), di cui mio padre era presidente. «Ho ritrovato la foto di classe con il prof. Vittorio D'Agostino, insegnante di greco, per i tre anni di liceo, come la prof. Comi di scienze, Ferrando di matematica e fisica. Chicco di storia dell'arte, don Gallesio di religione. Nelle altre materie avevamo professori diversi: Drago, Sancipriano, Carassale, Castellino e altri invidiando molto la sezione C, che per filosofia ebbe una bella ragazza da poco laureata, Fernanda Pivano, che fece sognare non pochi di noi. «Qualche ricordo degli insegnanti: D'Agostino, che insegnava il greco in modo mirabile, mai pedantesco, illustrandoci talvolta l'etimologia antico alto indiano di certe parole. Aveva un soprannome: Pirricchio, da una figura della metrica. Di Ferrando un ricordo preciso: i numeri si scrivono tali solo in matematica, negli altri campi si usano le lettere! Chicco invece si faceva portare in classe una poltrona, si sedeva e leggeva il giornale. Stava un po' così, poi in mezz'ora faceva una lezione superlativa. «La Comi diede un otto a Dominici perché aveva aiutato la nipote durante una gita in montagna, e quell'otto non lo perse più. Ed ecco qui la nostra squadra al completo: nella prima fila in alto da sinistra: Poli, Zaccaria, Accatino, Mellè, Gallino, Rosso, Furlanetto, Gentile, Tanferna. «Nella fila centrale: Gazzotto, Cavallero, Mariano, Dominici, Pellò Michele, Bosio, Zerri, Pesce, Biemmi. «In basso: Artino, Amato, Gozzano, il prof. D'Agostino, Zapaproli, Ricaldone, Pellò Silvia. Poli, Michele Pellò, Cavallero, e poco tempo fa Tanferna, ci hanno già lasciato. Ma il loro ricordo è forte, così come era forte lo spirito della classe, il senso dell'appartenenza. «Dominici, il dentista di una buona parte di noi, è quello più a contatto e può quindi fornire notizie. Io, dopo un lungo periodo in un'azienda di componentistica auto, sono tornato nel negozio di mio padre, in via Goito 1. E qui allo 011/65.05.385, mi potete facilmente incontrare, oppure a casa al numero 011/43.77.330. Spero che vi facciate vivi per la Terza A!»

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