Torino Set
Torino Set Torino Set LA guerra è appena finita e la gente cerca di dimenticare con la massima rapidità possibile gli orrori visti e le pene patite. Il cinema ha in questo una funzione fondamentale. Dopo tanti anni di coprifuoco e di contingentamento delle importazioni (si possono vedere, oltre alle pellicole italiane, solo film tedeschi, mitteleuropei e francesi prodotti dai regimi fantoccio instaurati con l'avanzata nazista), arriva un'ondata di film americani che invade il mercato creando nuova domanda. Vari cinema sono stati colpiti dalle bombe (ne citiamo alcuni che vengono ristrutturati: Alfieri, Apollo, Aurora, Diana, Ideal, Italia, Moderno, Monviso, Nord, Odeon, Piemonte, Principe, Regina, San Paolo), ma quelli aperti sono sempre strapieni nonostante il biglietto di galleria costi ben 60 lire. Alcuni titoli possono anche suggerire, al di là del contenuto dei film, il clima che si è creato: è il caso di «Si chiude all'alba» (in programma al Corso) o di «La vita ricomincia», commedia drammatica di Mattoli. Questo fervore costruttivo e ricostruttivo non mancò di interessare i politici e approdò anche in Consiglio comunale. Il 25 febbraio 1947, infatti, l'aw. Cravero era intervenuto durante una seduta del Consiglio chiedendo che «la commissione edilizia limiti la concessione di permessi di apertura di nuove sale di spettacolo, che stanno sorgendo in ogni angolo della città, anche là dove sarebbe più logico che comparissero le abitazioni».
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