MORCHEEBA di Paolo Ferrari
MORCHEEBA MORCHEEBA IN apparenza, il concerto dei Morcheeba, in programma venerdì 30 al Palastampa, rappresenta l'estremo pop del cartellone di Musica 90, un elastico che dalla parte opposta è tenuto in tensione dalla musica contemporanea, dalle sperimentazioni jazz e dall'avanguardia techno tedesca. In effetti, il gruppo inglese confeziona canzoni buone per spot di lavatrici, la voce di Skye Edwards infila melodie ecumeniche e il suono complessivo impresso dai fratelli Paul e Ross Godfrey agli album «Who Can You Trust» e «Big Cairn» sembra sempre in procinto di intraprendere virate acide che in realtà evita accuratamente. Ma se è lecito che libri e film si prestino a livelli di lettura ed interpretazione superiori alla fruizione immediata, è giusto conferire anche al pop questa possibilità. Nel caso dei Morcheeba, le soddisfazioni non mancheranno, per quanto la struttura di corso Ferrara 30, già responsabile di efferati crimini sonori, prometta ostilità. Considerati tra gli archetipi del trip hop, i Morcheeba sono soprattutto esponenti della meticcia Londra underground, quella che si mette in coda a Clapham Junction per ascoltare e acquistare i 45 giri reggae in negozietti come Dub Vendor e che al celebre Carnevale di Notting Hill Gate sceglie accuratamente i sound system hardcore. Linton Kwesi Johnson chiamò questo approccio «Bass culture», nel titolo del suo album più incisivo. Il basso è la chiave di volta del dub, e il dub il compagno di viaggio permanente del gruppo inglese, che sulle pulsazioni di provenienza giamaicana lavora con il modus operandi dei dj metropolitani, al servizio di un gusto compositivo assai più vicino al blues che al rock. I fratelli Godfrey ammettono che, in passato, non fu facile la convivenza tra la passione hip hop di Paul e l'impostazione più legata alla pop song di Ross, collezionista di dischi soul e rock. Sarebbe stata proprio la voce di Skye, conosciuta casualmente nel corso di una festa a Greenwich, a realizzare la proverbiale quadratura del cerchio. Comunque siano andate le cose, Davd Byrne rimase fulminato, e volle a tutti i costi i Morcheeba con sé, mentre il pubblico rock americano, tradizionalmente prevenuto verso i gruppi inglesi, ha trasformato la tournée dello scorso anno in una marcia trionfale. E Musica 90 ha inserito il loro punto di vista sulla «cultura del basso» nel suo cartellone per dimostrare che, una volta tanto, non «sono solo canzonette». Dallo stesso humus proviene l'ospite della serata, la cantante Beverly Knight, appena ventunenne ma già molto quotata negli ambienti più «cool» della capitale britannica, dove si è trasferita dalla natia Wolverhampton. Nel titolo del suo Ip d'esordio, «The B-Funk», si attribuì, con un po' di spirito, la primogenitura di un nuovo filone: l'amichevole sfida con la star dei Marcheeba è lanciata. Il concerto s'inizia alle 21,15, l'ingresso costa 28.000 lire, spalla Beverley Knight. Info Musica 90, tel. 011/434.33.33. Paolo Ferrari MORCHEEBA
Persone citate: Beverley Knight, Beverly Knight, Byrne, Clapham, Johnson, Linton, Ross Godfrey, Skye Edwards
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