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Incontenibile Incontenibile Domenica I ° novembre Renato Zero (risanato dopo l'incidente occorsogli qualche mese fa) sarà in concerto al Palastampa, inizio alle 21. Il biglietto costava 45 mila lire, ma c'è già il tutto esaurito. Organizza Metropolis. Info 011/535.529. CREDO che chiunque abbia iniziato ad avere a che fare con la geometria negli Anni Settanta, come me, non possa celare la sua gratitudine verso Renato Zero. La sua canzone «Il triangolo» fu una salutare iniezione di surrealtà, un vaccino che ci ha salvati dal rischio di prendere troppo sul serio l'istruzione elementare, come la rosellina tatuata sul braccio sinistro ci ha protetti dalla tubercolosi. Io ero lontanissimo dalla comprensione del doppio senso del «Triangolo». D'altronde in quel periodo uno dei miei hobby preferiti era far arrossire mia madre davanti alle sue colleghe maestre raccontando in pullman, di ritorno da magnifiche gite scolastiche a Borgo San Dalmazzo, una barzelletta che diceva così: «Qual è l'uccello che vola più in alto? Quello degli astronauti». Fine. Tutti ridevano. Io non capivo, ma mi godevo il successo. Immaginavo esploratori del cosmo su navicelle ingombre di voliere e gabbie di canarini cinguettanti, e chiaramente quelli erano gli uccelli che volavano più in alto. Più o meno la stessa cosa mi capita¬ va con le parole del «Triangolo». Io pensavo che il protagonista della canzone fosse una specie di creatura vivente a forma di triangolo che se ne andava a spasso insieme a Renato Zero: il cantante però alla fine s'infastidiva e gridava alla sua amica: «Mollalo!», dopo aver addirittura disconosciuto il povero triangolo come amico («Lui chi è? Lui chi è-è-è?»). Ascoltare «Il triangolo» era un'esperienza autenticamente (etimologicamente) psichedelica: squarciava il velo della verosimiglianza, svuotava di senso la somma degli angoli interni, faceva polpette di Pitagora e dei suoi fottuti teoremi e apriva finestre su dimensioni plasmabili dalla fantasia come gnocchi di pongo; un effetto paragonabile l'avevano su di me solo il coro dei «ginn» Nipurà e Nipuré nella fiaba sonora «Il principe Kamàr e la principessa Budùr» oppure Topo Gigio che si trasforma in palloncino e scoppia dopo aver mangiato troppo formaggio in «Topo Gigio nel paese delle meraviglie» (le mie esperienze psichedeliche erano tutte stranamente originate dai 45 giri di nero vinile). Devo confessare che quella canzone ha segnato l'apice del mio interesse per la vita e l'opera di Renato Zero. Non sono però diventato un sorcino. Ciò nonostante, signor Zero, mi permetta: grazie di cuore per «Il triangolo». Marco Bosonetto Incontenibile

Persone citate: Marco Bosonetto, Pitagora, Renato Zero, Topo Gigio

Luoghi citati: Borgo San Dalmazzo