AMORE E FOLLIA AD AMSTERDAM
AMORE E FOLLIA AD AMSTERDAM AMORE E FOLLIA AD AMSTERDAM // freddo teorema diMcEwan AMSTERDAM lan McEwan trad. di Susanna Basso Einaudi Pp. 172 L. 26.000 NCHE in questo ultimo romanzo, come nel penultimo, lan McEwan si comporta come i quattrocentisti di una volta, ossia parte sparato, regge finché può, e «muore» più lentamente possibile - nel senso che inizia con una scena originale e accattivante, e tiene vivo l'interesse per parecchio prima che si capisca dove va a parare; e dove va a parare non convince. In Amore fatale era come se dopo avere impostato credibilmente la singolare ossessione erotica dello squilibrato per il protagonista, l'autore stesso non sapesse più quale risvolto darle. In Amsterdam, racconto più breve e serrato, (che in Inghilterra ha appena ottenuto il premio Booker, una sorta di rivincita in quanto l'anno scorso il suo romanzo non era nemmeno entrato in li sta, ndr.) il beffardo finale è invece preordinato, logico, retrospettivamente, come la soluzione di un teorema; tuttavia, forse proprio per questo, delude. Troppo studiato a tavolino, per evitare l'impasse dell'ultima volta? L'inizio, dicevo, è stimolante: il funerale di Molly, bella donna irrequieta che prima e durante il matrimonio con un affarista di scarsa personalità ne ha combinate di tutti i colori, fra l'altro vivendo brevi e intense relazioni con uomini destinati al successo, ciascuno dei quali l'ha conservata in un angolino del suo cuore quanto basta per essere rimasto geloso degli altri. Fra questi ex amanti, Vernon e Clive, rispettivamente direttore di giornale e celebre compositore, amici fra loro, concordano nell'esecrarne un terzo, Julian, uomo politico xenofobo che rischia di diventare il nuovo leader del paese. Per un po' McEwan imposta gustosamente una commedia di costume ambientata nell'intellighenzia britannica, poi con una sterzata imposta un duplice interrogativo morale. A Vernon vengono messe in mano (da George, vedovo di Molly, che se le è trovate in casa) foto molto compromettenti di Julian vestito da donna. Pubblicarle rovinerebbe la carriera di Julian, il che sarebbe probabilmente un bene per la nazione; ma è lecito penetrare così nel privato di un individuo? Frattanto Clive si è ritirato nel Lake District per terminare una sinfonia che sarà solennemente Racconcon faidma deludestudiato apremiatacol «Book to breve beffardo nte, troppo tavolino, tuttavia er» inglese diretta ad Amsterdam da un famoso italiano (a nome Bo: in inglese questo si chiama «inside joke»). Mentre passeggia in cima a una montagna gli viene in mente il tema cruciale per il finale, ma proprio in questo momento gli capita di assistere all'aggressione subita da una donna che stava camminando in solitudine come lui. Intervenire salverebbe la donna, ma quasi certamente cancellerebbe l'ispirazione. Qual è il suo dovere maggiore, quello verso l'arte o quello verso l'umanità? Ovviamente non posso rivelare il comportamento di Vernon né quello di Clive, anche se è lecito osservare che la situazione del musicista sembra molto più arzigogolata dell'altra; tuttavia si indovinerà qualcosa se osservo che sia Vernon sia Clive, non diversamente da tutti gli altri personaggi della storia con la sola eccezione della defunta Molly, per quanto superficialmente attraenti si manifestano poi nel fondo odiosi, gretti, e persino stupidi e privi di talento. Quando da ultimo loro e non solo loro ricevono quello che si meritano, la sensazione di chi legge non è tanto di sollievo e di approvazione per la giustizia, quanto di insofferenza per il tempo sprecato dietro a creature così mediocri, per quanto sopportabili la scrittura sempre smagliante di McEwan sia riuscita a renderle lì per lì. Masolino d'Amico Racconto breve con faide beffardo ma deludente, troppo studiato a tavolino, premiata tuttavia col «Booker» inglese lan McEwan AMSTERDAM lan McEwan trad. di Susanna Basso Einaudi Pp. 172 L. 26.000
Persone citate: Booker, Masolino D'amico, Susanna Basso Einaudi
Luoghi citati: Amsterdam, Inghilterra
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