DAI MILLE DI GARIBALDI AI 500 DI SINDONA

DAI MILLE DI GARIBALDI AI 500 DI SINDONA DAI MILLE DI GARIBALDI AI 500 DI SINDONA Un popolo di schedati, una sequela di «listoni» MADAMIMA, il catalogo è questo...»: forse, esattamente come Leporello per ragguagliare Donna Elvira sulle prodezze del proprio padrone, anche le nazioni dovrebbero rammentare con maggior frequenza liste, o cataloghi, che fanno da emblematiche sintesi al dispiegarsi di vicende comuni appartenenti alla propria storia. Liste da intendere dunque come elenchi di nomi di persone, e personaggi, capitati dentro vicende storiche, politiche, sociali. E una volta qui confluiti, si sono amalgamati e cristallizzati, in elenchi e liste che finiscono per vivere di vita propria. Sansepolcristi di Mussolini ed enucleandi del «Piano Solo», ovristi di Bocchini e garibaldini di Quarto, gladiatori della Stay Behind e sifariti di De Lorenzo: tutte entità dell'unico corpo e dalle molte teste che fanno capolino nei capitoli aperti sul nostro passato. Per chi fosse scettico basterà rammentare come l'unità nail tt ll iù zionale nasca attorno alla più famosa delle «liste». Ci si riferisce, ovviamente, a quella dei Mille che seguono Garibaldi nell'impresa che parte da Quarto: Mille che poi non erano proprio mille ma qualcosa di più. Poiché se si sommassero tutti i convenuti a Quarto - i 150 bresciani, i 60 genovesi, i 190 bergamaschi, i 170 pavesi e studenti di quella Università, i 130 milanesi, gli 88 veneti, i 30 bolognesi, i 50 toscani, i 60 parmigiani e piacentini, i 27 modenesi, i 110 emigrati dal regno delle due Sicilie - s'avrebbe un totale di 1065 volontari. Nella lista ufficiale redatta nel 1878 da un'apposita commissione di Stato il numero cresce ancora: sono 1088 uomini e una donna, Rosalia Montmasson, la moglie di Francesco Crispi. Ma Mille è un numero che piace: e quindi la «lista» dei garibaldini, ormai cristallizzata magicamente su questa cifra, così rimane. Esattamente come gli inglesi della cavalleria leggera a Balaklava che non sono esattamente 600: anche se la loro impresa viene ricordata per sempre come la «carica dei 600». Tornando all'Italia e rimanendo attorno a quagli anni, la lista dei trecento patrioti di Carlo Pisacane, immortalati ne «La spigolatrice di Sapri» di Luigi Mercantini (ricordate? «Eran trecento/eran giovani e forti/ e sono morti...») è anch'essa, forse, frutto di un arrotondamento. Nella sfortunata spedizione del 1857 pare si fosse di qualche decina al di sotto di quei trecento entrati nella leggenda. Saltando ben avanti nel tempo, dal Risorgimento alla Repubblica, non sono invece entrati nella leggenda - ma nel più fitto mistero - i 500 componenti di un'altra «lista», confidenzialmente conosciuta com «il listone» dai giornalisti che nei primi Anni Settanta seguono le vicende del banchiere Michele Sindona. Dell'esistenza del «listone», o «tabulato (dagli addetti ai lavori familiarmente detto «tabù») si ha notizia ufficiale nell'agosto del 1974 quando presso la Banca d'Italia si riunisce uno staff della Banca centrale con il vertice del Banco di Roma. Assieme esaminano lo stato di sofferenza delle banche del finanziere siciliano verso l'istituto romano allora presieduto da Ventriglia. Quest'ultimo, circa la situazione delle finanziarie create da Sindona all'estero, fa cenno a 37 milioni di dollari (di quegli anni) «costituiti da depositi di somme avute fiduciariamente da nominativi diversi (oltre n. 500)». Stando a quel che riferisce successivamente uno degli amministratori della banca ai giudici questi depositi deriverebbero da fondi mandati illegalmente oltre frontiera da cinquecento cittadini italiani che, per ruoli istituzionali e politici e per cariche rivestite nella pubblica amministrazione e nelle forze armate, rappresentano il fior fiore della nomenklatura del Bel Paese tra gli Anni Sessanta e Settanta. Misteriosi i nomi del «listone» mentre invece qualcosa si sa sui 731 nomi di un'altra lista - quella dei cosiddetti «enucleandi». Qui ci si collega ad un altro capitolo di storia patria, quello dello scandalo del Sifar e del cosiddetto «Piano Solo» redatto dal comando generale dell'Arma nella primavera/estate del 1964. I 731 sarebbero i «sovversi¬ vi» che l'Arma, se scattasse il piano Solo, arresterebbe nottetempo avviandoli poi - attraverso voli militari - in nuclei di concentramento (da qui «enucleare») situati presso basi militari della Sardegna. Peccato che questi «sovversivi» dipinti come pericolosissimi siano tutt'altro che tali: annoverando la lista nomi di parlamentari, esponenti dei partiti, perfino di generali. L'elenco delle «liste» celebri della nostra storia patria potrebbe continuare a lungo. Si pensi ad un'altra lista celebre, quella dei 962 aderenti alla Loggia P2, che Licio Celli fa trovare il 17- marzo 1980 in una cassaforte di Villa Wanda, a Castiglion Fibocchi, durante una perquisizione effettuata dagli ufficiali delle «fiamme gialle» che operano su ordine dei magistrati Gherardo Colombo e Giuliano Turone. Una decina di anni più tardi suscita clamore la pubblicazione di un'altra lista: quella dei cosiddetti «gladiatori», vale a dire gli elementi inquadrati nell'organizzazione per la guerra non ortodossa StayBehind, meglio conosciuta come «Gladio». Dopo un'infinità di polemiche - e schermaglie e progressivi avvicinamenti alla verità - Giulio Andreotti rivela, in un intervento in Parlamento, che la lista dei Gladiatori è composta da 622 persone. Pochi, tra coloro che seguono vicende di storia patria, notano una singolare analogia. Nell'immediato dopoguerra, chiuso il capitolo delle organizzazioni spionistiche del fascismo, sono in molti a chiedere di conoscere la struttura dell'Ovra, la polizia politica del passato regime. Grazie anche all'opera di un giovane collaboratore di De Gasperi, si arriva ad un compromesso tra ragion di stato e motivazioni politiche. Sulla Gazzetta Ufficiale viene riportata una «lista»: importante per la storia patria. Ci sono i nomi - non sono certo tutti, né probabilmente i più significativi - degli informatori dell'Ovra. In tutto sono 622. Lo stesso numero - che a qualcuno deve piacere assai - della «lista» di Gladio. Oreste del Buono Giorgio Boatti Straordinario viaggio negli elenchi segreti di sansepolcristi, uomini deWOvra e del Piano Solo> gladiatori e pianisti Riferimenti: Lorenzo Da Ponte Don Giovanni in «Libretti d'opera italiani» Mondadori 1997 Lombard Soldi truccati. 1 segreti del sistema Sindona Feltrinelli 1980 Gerardo Serravalle Gladio Edizioni Associate, 1991 Gazzetta Uff., n. 145, 2 luglio 1946 Elenco nominativo dei confidenti dell'O.V.R.A. Thomas Keneally Schindler List Sper/ing & Kupfer I Mille di Garibaldi: uno dei primi «listoni» d'Italia

Luoghi citati: Castiglion Fibocchi, Italia, Quarto, Sapri, Sardegna