Se fai un errore finisci nella rete di Marco Neirotti

Se fai un errore finisci nella rete Nuovo numero della rivista Golem Se fai un errore finisci nella rete pi iRAXI, alla vigilia del refi " ferendum del 9 giugno I '91, disse: «Andate al ma1 i re». Poi, pentito, tentò an\é I che una lieve autocritica. Bell'errore politico. E proprio agli errori - nella politica, nello spettacolo, nella scienza e così via - si dedica la rivista on-line (ossia visibile sul computer dii chi è collegato alla rete Internet) Golem, diretta da Stefano Bartezzaghi e Danco Singer. Gad Lerner e Filippo Ceccarelli, Aldo Grasso e Silvye Coyaud, Carlo Boccadoro e Enrico Morteb viaggiano non soltanto tra strafalcioni e fesserie colte qua e là ma anche tra gesti e scelte presto o tardi rivelatesi fallimentari. Tutto in Internet: sito www.rivistagolem.com. Diceva Mae West: «Errare è umano, ma ti fa sentire un dio». Tutto sta a intendersi, tra dei e diavoli. Non a caso, nell'Italia delle ferrovie disastrate, Enrico Morteo, fra i dieci oggetti sbagliati, inserisce, accanto alle custodie dei ed, l'Etr 500, e in quella delle gravidanze pasticcione, la crema spermicida TaroKap. Divertimento, curiosità sfuggite, ma anche disastri, sprechi, sdrucciolevoli percorsi parlamentari e di governo. Bartezzaghi dice che la rivista in video «risponde a una doppia richiesta: di informazione e di intrattenimento». E costruirla pensando al mezzo comporta accorgimenti, soluzioni diverse da quelle della carta scritta: «Il lettore "entra" tecnologicamente fra le pagine. L'esperienza interattiva è realizzata attraverso la partecipazione: la comunità virtuale non è poi così virtuale». Tant'è vero che sta per sfociare in un libro, Sfiga all'Ok Corrai, che Einaudi pubblicherà nella collana Stile libero. Intanto, via telematica, Aldo Grasso castiga gli errori televisivi e Carlo Boccadoro quelli musicali, Silvye Coyaud quelli scientifici e Gad Lerner mette in fila otto aspetti fatali al Movimento. C'è, fra loro, la cultura: troppo Lenin e troppo poco Ginsberg; troppi canti dell'Armata rossa e troppo poco Dylan; gusti sepolti e cecità. C'è la società: capire gli operai ma senza amarli. Presunzioni: pensare che il popolo ha sempre ragione illudendosi di sapere che cosa il popolo pensi. Nostalgie: scimmiottare i partigiani fino al ridicolo. Illusioni: cercare di fondare un partito, come se non fosse sufficiente cambiare la morale e la cultura. E poi ancora: militarizzazioni, messaggi sanguinari, nemici imitati. E, infine: «Abbiamo smesso troppo presto di praticare la nobile arte del dissenso». E se quella fu una stagione, sono tante le stagioni che formano una storia politica. E lì Filippo Ceccarelli va a cogliere momenti, protagonisti ed errori: De Gasperi e la legge truffa, Tambroni e il Msi, Nenni e Saragat e l'unificazione socialista, Fanfani e la crociata sul divorzio, De Martino e le elezioni anticipate al buio, Lama e il comizio all'Università occupata, Berlinguer (con Natta) e il referendum sulla scala mobile, De Mita e il doppio incarico, Segni e l'incertezza dopo i trionfi e, appunto, l'invito di Craxi ad andare al mare. Ma la politica passata a setaccio e rastrello su Internet non è la stessa delle pagine di un quotidiano. Dice Ceccarelli: «Provi divertimento e smarrimento, perché è tutto così diverso. Te ne accorgi quando ti rileggi. Scegli degli errori e li vuoi motivare, come è logico, però lì lo stile, i ritmi assumono una tonalità diversa. In rete sei come una lettera. E cambia tutto, bisogna essere più leggeri, più veloci. La grafica acquista un rilievo nuovo, anche il punto e a capo cambia importanza. Più che un lettore hai un guardatore, e devi dargli il tempo di riposare, di cogliere, e il ragionamento lungo che ti puoi permettere sul quotidano o sul settimanale non funziona più». E dopo le riviste verrà l'era dei romanzi su Internet? «La vivranno i nostri figli, non noi, già pensando il romanzo per la rete. Ma sarà la sconfitta della parola». Marco Neirotti

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