Telecom, decisione vicina In corsa Catania e Tatò? di Bruno Gianotti

Telecom, decisione vicina In corsa Catania e Tatò? Due nomi per l'amministratore delegato Telecom, decisione vicina In corsa Catania e Tatò? // ministro Cardinale sollecita «Niente ingerenze, ma si acceleri» ROMA. La lista è ristretta, ma soprattutto segreta ed elastica: sul nuovo amministratore delegato di Telecom Italia si inseguono voci e indiscrezioni, ma nessuna conferma. Il maggior credito, ieri, era per il responsabile Ibm in America Latina Elio Catania (gradito al management), mentre spuntava un nome nuovo: Franco Tato, amministratore delegato Enel (più gradito agli azionisti privati). Stabili le quotazioni di Ubaldo Livolsi, capo azienda Fininvest. Nessuna conferma alla rinuncia di Aldo Palmeri, amministratore delegato di Itainvest. Non è neppure certa la data dell'annuncio: è attesa a metà novembre, ma lunedì è in programma un consiglio di amministrazione che potrebbe anche decidere sulla nomina. Il condizionale è legato ai colloqui dei grandi azionisti: in questi giorni sono continui e potrebbero portare a un accordo di massima nelle prossime ore. Il consiglio di lunedì sarà comunque importante: all'ordine del giorno compaiono già la convocazione dell'assemblea straordinaria di dicembre per adeguare lo statuto di Telecom Italia alla riforma Draghi del diritto societario e le questioni ancora aperte del «buy back», l'operazione di riacquisto di titoli propri, e della «stock option». In vista dell'appuntamento, si è mosso ancora una volta il coordinamento delle associazioni dei dipendenti azionisti e dei piccoli azionisti: ha deciso di chiamare in causa il presidente del Consiglio, il presidente e il Cda di Telecom e Mario Draghi, direttore generale del Tesoro. Chiede a D'Alema «un forte intervento politico e di iniziativa legislativa», di rendere subito operativa la «legge Draghi» per la raccolta delle deleghe di voto nelle assemblee degli azionisti. La legge è entrata in vigore il pri- Franco Tato mo luglio e la Consob ha emanato il suo regolamento, invece il regolamento del ministero della Giustizia non è ancora stato predisposto. In più, il coordinamento chiede che la parte del capitale Telecom ancora in mano allo Stato sia conferita in un fondo, vincolato a 5 anni, dei dipendenti e pensionati del gruppo. L'incertezza sul nome e la certezza di un ricambio al vertice hanno fatto bene al titolo, in decisa salita con un guadagno del 4%. Merito anche del sollecito arrivato dal ministro delle Comunicazioni Salvatore Cardinale. Messaggio chiaro: «Siamo per la liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni. Sui vertici di Telecom, però, insieme al ministro Ciampi abbiamo deciso una linea di non ingerenza. Tuttavia, chiediamo un'accelerazione dei tempi per la nomina del nuovo amministratore delegato». Entro il 20 novembre, poi, arriverà la sentenza dell'Authority sulla rimodulazione delle tariffe chiesta da Telecom. L'autorità per le telecomunicazioni non ha ancora concluso l'istruttoria, ma il presidente Enzo Cheli ha fissato la scadenza: «C'è una istruttoria in corso che non è ancora terminata, entro il 20 novembre daremo una risposta». Riguardo poi alla gara per il quarto gestore della telefonia mobile, Cheli ha fatto presente che occorre aprire il confronto con il nuovo governo: «E' un problema sul tappeto, occorre riaprire il confronto con il ministero per verificare gli orientamenti del nuovo governo». Resterà in sospeso anche la vicenda dell'interconnessione: mancano ancora i pareri dell'Antitrust italiana e delle autorità europee: «Non ci sono elementi nuovi» è stata la precisazione di Cheli. Bruno Gianotti Franco Tato

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