Gli Usa al galoppo. Maxipiano del G7

Gli Usa al galoppo. Maxipiano del G7 Il prodotto lordo americano è cresciuto del 3,3% nel terzo trimestre. Borse euforiche Gli Usa al galoppo. Maxipiano del G7 Ma l'Fmi blocca i fondi a Mosca WASHINGTON. Doveva essere l'inizio del declino, la fine del grande boom americano degli Anni Novanta. E invece, a sorpresa, l'economia Usa, dopo aver ripreso fiato, continua a marciare con passo spedito. Il pil nel terzo trimestre è aumentato del 3,3%, molto di più di quanto gli economisti si aspettavano. E con la prospettiva di una crescita complessiva per il 1998 tra il 3 e il 4 per cento - un livello elevatissimo se si considera che il ciclo espansivo dura ormai da sette anni. La crescita americana continua ad essere un antidoto cruciale contro la diffusione della crisi internazionale. E quest'ultimo dato ha galvanizzato le principali piazze azionarie in tutto il mondo. A Wall Street il Dow Jones è subito partito al rialzo e a metà mattinata aveva già guadagnato più di cento punti. Francoforte ha guadagnato il 2,7%, Londra 1' 1,49, Milano ha chiuso con un più 1,34% dopo avere superato il 2%. «Le notizie sulla morte del boom sono state ampiamente esagerate», commenta Stuart Hoffman, economista presso la Pnc Bank Corp. di Pittsburgh, parafrasando Mark Twain («Le notizie sulla mia morte...», ridr). «L'economia va bene, molto meglio del previsto». La buona notizia sul pil americano è venuta poche ore dopo l'annuncio che i Paesi del G7 avevano accettato un piano presentato un mese fa dagli americani per l'erogazione di fondi d'emergenza da parte del Fondo monetario internazionale - misura che dovrebbe ridurre l'effetto-contagio della febbre asiatica scoppiata l'anno scorso con la crisi in Thailandia. Il nuovo strumento di cui è stato dotato l'Fmi sarà usato immediatamente nell'ambito del mega-pacchetto di salvataggio (30 miliardi di dollari) messo a punto dal Fondo e dal Tesoro americano per mettere il Brasile al riparo da una crisi finanziaria che avrebbe ripercussioni catastrofiche non solo in America latina ma nel mondo intero. Il piano approvato dal G7 era stato presentato dal Presidente Clinton alla riunione annuale dell'Fmi il mese scorso senza suscitare particolare entusiasmo. Ma è stato ridiscusso e rifinito nelle settimane scorse. E negli ultimi giorni Clinton ha parlato per telefono con gli altri leader del G7 per mettere a punto il nuovo meccanismo. Ieri il segretario al Tesoro Robert Rubin, principale artefice dell'iniziativa, è parso sollevato: «La crisi non è finita. Continueranno ad esserci alti e bassi. Ma a questo punto la mia impressione è col tempo ne usciremo». Le due notizie - il dato sul pil e l'accordo del G7 - rafforzano Clinton a tre giorni dalle importanti elezioni di mid terni, che daranno un'indicazione su come il Congresso affronterà la questione dell'impeachment. «Di fronte alla confusione economica nel mondo, la nostra economia continua ad essere forte», ha esultato il Presidente soffermandosi sul prato della Casa Bianca prima di imbarcarsi sull'elicottero che lo avrebbe portato a New York per la campagna elettorale. Molti analisti ritengono che il nuovo ritmo di crescita allenti la pressione sulla Federai reserve per un ulteriore riduzione dei tassi d'interesse - riduzione che fino a 24 ore fa veniva data per certa. L'inflazione, dicono, tornerà inevitàbilmente a preoccupare i sonni del governatore Alan Greenspan. Anche perché il tasso di disoccupazione continua ad essere molto basso, attorno al 4,7%, e la pressione sui salari è forte. Questa nuova prospettiva dovrebbe a sua volta rallentare o addirittura fermare il calo del dollaro rispetto allo yen e alle valute europee. Nel secondo trimestre di quest'anno la crescita americana era rallentata bruscamente. Il pil aveva registrato un aumento di appena 1,8 per cento dopo l'eccezionale impennata del 5,5 per cento nei primi tre mesi dell'anno. E tutti avevano interpretato quel dato come il segnale di un progressivo e inevitabile raffreddamento. Anche i più ottimisti non prevedevano una crescita superiore al 2,2% nel terzo trimestre, cioè più di un punto in meno al dato reale. Ma in serata è giunta una docia fredda. Il Fondo Monetario ha bllocato i fondi (22,6 miliardi di dollari) alla Russia. Dopo dieci giorni di trattative le parti si sono lasciate. Il Fondo vuole da Mosca maggiori garanzie sul piano di risanamento. Andrea di Robilant CHI CORRE, CHI FRINA (Le ultime stime del Pondo monetario) Pil (var.%) Inflations (vor.%) Disoccuparione {%) Deficit pubblico(% Pil) 1998 1999 1998 1999 1998 1999 1998 1999 USA 3,5 2,0 1,6 2,3 4,5 4,8 1,1 1,2 I GIAPPONE -2,5 9fi 0,4 -0,5 4,1 4,3 5,7 7,0 GERMANIA 2,6 2,5 1,0 1,4 10,9 10,6 2,6 2,3! FRANCIA 3,1 2,9 1,1 1,3 11,8 11,2 2,0 2,3 REGNO UNITO 2,3 1,2 2,0 %fi 4,0 4,0 0,1 0,2 CANADA 3,0 2,5 1,3 1,9 8,4 8,4 1,5 1,3 1 TotoleG-7 2,0 1,9 1,7 1,7 6/1 6/1 1,2 1,2 *la previsióne è ora dell'I ,8% Il presidente americano Bill Clinton mette a segno due vittorie: l'economia americana galoppa e passa il suo piano per finanziare il Fondo monetario

Persone citate: Alan Greenspan, Andrea Di Robilant, Bill Clinton, Clinton, Mark Twain, Robert Rubin, Stuart Hoffman