«Non parlai dei conti esteri a Romiti»

«Non parlai dei conti esteri a Romiti» Enzo Papi in aula «Non parlai dei conti esteri a Romiti» ROMA. «Non ho mai detto a Cesare Romiti dell'esistenza dei conti Sacisa e Fi dina. L'ordine dei pagamenti veniva da Mosconi». Lo ha affermato davanti ai giudici della sesta sezione del tribunale di Roma l'ex amministratore delegato di CogefarImpresit Enzo Papi, primo teste della difesa al processo Intermetro che vede imputati di concorso in corruzione l'ex presidente Fiat Cesare Romiti e l'ex direttore della sede romana della società Umberto Belliazzi. «In azienda Romiti era praticamente inavvicinabile - ha detto Belliazzi nel corso dell'udienza alla quale erano presenti anche i due imputati l'ultima parola sul pagamento delle tangenti l'aveva Mosconi (ex amministratore delegato Fiat-Impresit). Fu lui a presentarmi la signora Gabutti (procuratrice del conto Sacisa) e mi disse che i soldi dovevano essere versati all'avvocato Bernardini». L'ex dirigente Fiat ha anche precisato che i versamenti dovevano essere fatti nella misura del 3 per cento sull'avanzamento dei lavori «Intermetro» che riguardavano il prolungamento della linea B della metro di Roma. Papi ha affermato che «non seppe mai a chi andavano i soldi» e che Mosconi gli sottolineò che «tutto questo era un impegno politico». Il primo teste della difesa ha ricordato in aula di un incontro con l'ex direttore finanziario della Fiat Paolo Mattioli al quale confidò che l'azienda «era sotto un attacco del mondo politico». Papi ha anche parlato di versamenti fatti a uomini politici e precisamente di una dazione di oltre un miliardo fatta nel '92 all'esponente della De romana Vittorio Sbardella e al tesoriere Giorgio Moschetti. Di un «regalo» a Giorgio Moschetti ha parlato, invece, un altro teste della difesa, Ugo Montevecchi, nel '92 amministratore delegato di Fiat-Impresit. «Nel marzo del '92 - ha spiegato Montevecchi - attraverso una società autorizzai l'acquisto di un appartamento da due miliardi a Roma su insistenza del sen. Moschetti. L'immobile fu affittato all'avv. Filippo Dinacci, sempre su indicazione di Moschetti, ad un canone particolarmente basso: circa un milione e mezzo al mese. Di questa cosa non ne parlai con nessuno e mi assunsi tutta la responsabilità». Montevecchi ha precisato di aver saputo del conto Sacisa da Mosconi e che quest'ultimo non gli disse mai che Romiti era a conoscenza dei versamenti. L'ex dirigente Fiat ha, inoltre, riferito di una riunione del comitato di coordinamento della società avvenuta nel '93 nella quale Romiti sollecitò i collaboratori a riferire all'autorità giudiziaria di eventuali episodi di dazioni o versamenti. La prossima udienza è prevista l'I 1 novembre. [Ansa]

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