In trappola nella discoteca in fiamme

In trappola nella discoteca in fiamme Le vittime del fuoco, del fumo e della calca tutti figli di immigrati di 19 diverse nazionalità In trappola nella discoteca in fiamme Svezia, morti 60 ragazzi STOCCOLMA. Almeno 60 giovani, di diciannove differenti nazionalità, sono morti ieri nell'incendio di una discoteca svedese a Goteborg dove era in corso una festa per Halloween. Negli ultimi 30 anni, quasi con cadenza annuale, una catena di tragedie ha funestato la vita notturna di discoteche e locali in tutto il mondo. Ed i bilanci delle vittime, uccise direttamente dal fuoco, soffocate o calpestate nella calca della fuga, sono sempre elevati. A Goteborg purtroppo questo bilancio, già estremamente drammatico, rischia di essere provvisorio perché i feriti sono 157, più di 50 dei quali ricoverato nei reparti di terapia intensiva degli ospedali di tutto il Paese ed anche in Norvegia e Danimarca, dove sono stati trasportati con gli elicotteri, una volta che i posti in Svezia nei reparti per gli ustionati sono stati tutti occupati. Le fiamme sono divampate mezzora dopo la mezzanotte nella sala al secondo piano del centro culturale macedone a Hisingen, un quartiere commerciale nella zona del porto di Goteborg, dove erano accalcati centinaia di ragazzi, quasi tutti giovanissimi e prevalentemente figli di immigrati macedoni, serbi, montenegrini, bosniaci, croati, sloveni, somali, etiopici, iracheni, iraniani, svedesi e di vari Paesi latinoamericani. E' stato subito il caos. Le luci sono saltate e nel buio i giovani si sono riversati verso l'unica porta cercando scampo alle fiamme e al fumo. C'era anche un'uscita di sicurezza, ma - dai primi rilievi della polizia - sembra che fosse bloccata. Altri hanno rotto le finestre. Qualcuno è salito sul tetto, altri in preda al panico si sono gettati nel vuoto. «Quando siamo arrivati l'edificio era avvolto delle fiamme. C'era gente che si buttava dalle finestre e fuori era la confusione più totale con giovani in preda a crisi isteriche ed altri che volevano rientrare per soccor¬ rere gli amici rimasti dentro», ha riferito il capo della polizia Sten Schaaf. Poi sono arrivati i vigili del fuoco. Alcuni in tuta di amianto sono entrati nell'edificio in fiamme ed hanno portato fuori una quarantina di persone ancora in vita. In Svezia questa settimana le scuole sono chiuse per le vacanze autunnali e la festa, organizzata da otto ragazzi, era affollatissima. Nessuno sa esattamente quante persone ci fossero all'interno del locale che avrebbe dovuto ospitarne non più di 150, forse quattrocento. Il maggior numero dei morti siono stati trovati ammassati davanti all'unica porta. E nessuno sa esattamente ancora cosa sia accaduto. Le prime dichiarazioni di polizia e vigili del fuoco facevano cenno a un possibile attentato. Ma con il passare delle ore i toni so¬ no diventati più prudenti ed ora la polizia sembra più propensa ad accreditare la tesi di un incidente. Qualcuno infatti affenna di aver visto le prime scintille sui riflettori che illuminavano la sala. Le vittime non sono state an¬ cora identificate e centinaia di genitori vagano da un ospedale all'altro alla disperata ricerca di notizie dei propri figli. Il tutto è reso più complicato dal fatto che molti di questi immigrati non parlano svedese. In una chiesa della zona e nella cattedrale luterana sono stati allestiti dei centri di accoglienza per i genitori e gli amici dei ragazzi coinvolti nell'incendio, che è il più grave verificatosi in Svezia in questo secolo. Tra i messaggi di cordoglio arrivati da tutto il mondo anche quello di Papa Wojtyla. Giovanni Paolo II ha espresso il suo cordoglio in un telegramma al vescovo di Stoccolma Hubertus Brandenburg, inviato tramite il segretario di Stato vaticano cardinale Angelo Sodano. [Ansa] A sinistra l'interno distrutto del locale A destra l'abbraccio disperato di due ragazze scampate al rogo L'esterno del club macedone subito dopo l'arrivo dei primi soccorritori mentre divampava ancora l'incendio

Persone citate: Angelo Sodano, Giovanni Paolo Ii, Papa Wojtyla, Sten Schaaf

Luoghi citati: Danimarca, Norvegia, Stoccolma, Svezia