«La Spagna può processare Pinochet»
«La Spagna può processare Pinochet» Storica sentenza del Tribunale nazionale. Ma Londra gli concede la libertà condizionata «La Spagna può processare Pinochet» Respinti i ricorsi contro Garzón MADRID NOSTRO SERVIZIO Pianti di gioia. Abbracci. Slogan come «Pinochet a-se-si-no» e «giustizia, giustizia» ritmati a squarciagola dalle madri dei 600 desaparecidos spagnoli, con i loro tristemente noti fazzoletti bianchi in testa. Erano le 14,13 di ieri, quando, dopo sei ore di riunione, la Sala Penale della «Audiencia Nacional» di Madrid, straordinariamente in seduta pubblica, leggeva una sentenza storica: «Per unanimità rigettiamo i ricorsi e confermiamo la competenza giuridica spagnola per il conoscimento dei fatti oggetto dei procedimenti giudiziari». Il magistrato Carlos Cezón, con voce emozionata, rigettava i ricorsi del capo dei pm della «Audiencia» Fungairino e dava luce verde al gip Baltasar Garzón per le sue istruttorie contro l'ex dittatore Pinochet. La sentenza, contro cui non è più possibile alcun ricorso, stabilisce per la prima volta che è possibile perseguire l'ex capo di Stato per «genocidio, tortura, terrorismo di Stato». Un colpo alla deliberazione di mercoledì dell'Alta Corte Britannica, in cui si sosteneva che l'ex dittatore non deve rispondere dei suoi crimini perché ex capo di Stato e quindi coperto dalla immunità diplomatica. Garzón, che spiccò il mandato di cat¬ tura che fece arrestare Pinochet due settimane fa a Londra, ha già comunicato che richiederà al più presto l'estradizione dell'ex dittatore. Poco dopo, da Londra, giungeva la notizia che l'Alta Corte Britannica ha concesso a Pinochet la libertà su cauzione, a condizione che il Generale resti sotto sorveglianza nell'ospedale psichiatrico londinese di Grovelands Priory, dove è stato trasferito giovedì. Fino a mercoledì prossimo, quando la Camera dei Lord dovrà decidere se respingere o no il ricorso presentato dall'avvocato di Garzón. Il governo conservatore di Madrid, che aveva più volte, sia attraverso il procuratore generale del Regno Jesus Cardenal sia attraverso il suo ministro degli Esteri Abel Matutes, ribadito la sua opposizione all'operato del gip, ha fatto buon viso a cattivo gioco. «L'Esecutivo rispetterà assolutamente le decisioni giudiziarie benché non le commenti», ha detto il portavoce del governo Josep Piqué. Poi ha precisato: «Noi non politicizzeremo questo caso. Esprimiamo la solidarietà del governo Aznar alla democrazia cilena, così come esprimiamo il riconoscimento degli sforzi della società cilena che è passato da una dittatura, per tutti condannabile, ad un sistema democratico ogni giorno più forte». Piqué ha poi aggiunto che il ca¬ so Pinochet non sarà il motivo della riunione lunedì prossimo, a Londra, tra il premier spagnolo Aznar ed il premier britannico Blair perché «i due governi sono d'accordo che si tratta di un caso che compete esclusivamente la giustizia». Ma l'affaire Pinochet si internazionalizza sempre di più: la procura di Parigi ha aperto ieri un'inchiesta su Pinochet per «sequestro e tortura», commessi nei confronti di cittadini francesi nei 17 anni in cui l'ex dittatore rimase al potere. Il governo spagnolo ha tempo fino al 26 novembre per presentare la domanda di estradizione, che l'ex premier socialista Gonzàlez appoggiava ieri sera apertamente, mentre il suo partito esigeva le dimissioni di Cardenal e di Fungairino, un ex franchista che ha presentato ricorso contro Garzón sostenendo che l'operato di Pinochet «non era genocidio». Gian Antonio ©righi
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