E ora spunta una «Cosa 3» di Antonella Rampino

E ora spunta una «Cosa 3» I leader del «manifesto» in campo per rinnovare la sinistra E ora spunta una «Cosa 3» ROMA. Massimo, per favore, parliamone! Di cosa? Dei nuovi valori della sinistra. In effetti, la sinistra avrebbe bisogno soprattutto di colloquiare con se stessa: in nome di questa antica pratica gauchista sono scesi in campo, per la prima volta di nuovo tutti insieme, i quattro leader del manifesto, Rossana Rossanda, Valentino Parlato, Luciana Castellina e Lucio Magri che, su idee e valori della sinistra, erano fin qui stati su posizioni molto critiche, così critiche da essere in odore di eterodossia di stampo berti nottiano. Così è nata una nuova associazione per il Rinnovamento della Sinistra, una sorta di Cosa 3, piena di sindacalisti cigiellini critici, padri storici del psi, eretici di Botteghe Oscure. Un'associazione, per dire, che ha «traghettato» Ersilia Salvato da Rifondazione ai Ds. Il gruppo di eminent person si è stretto ad Aldo Tortorella. In epoca non sospetta, luglio scorso, Tortorella e compagni criticavano che Botteghe Oscure chiacchierasse fittamente con il centro, e si limitasse a qualche bisbiglio verso l'estrema. Adesso, gli esiti si son visti, D'Alema va al governo con Cossiga, e Bertinotti, che tra l'altro di Tortorella è grande sodale, è fuori gioco. Come non commentare con un «ve l'avevamo detto»? E'stato stilato un bel documento: caro Massimo, sei al governo «con un centro originato dalla diaspora del Polo e un centro-sinistra indebolito dalla rottura con Rifondazione». E poi giù duro: «Rischia di ritornare in campo, nella vicenda italiana, la pratica del trasformismo». E come ci si è arrivati? Colpa di Bertinotti che ha piantato tutti in asso, ma responsabilità anche della sinistra, e dello stesso governo Prodi, che non hanno saputo dialogare. Insomma, le due sinistre non si sono parlate, e una coppia che non colloquia, come si sa, scoppia, «si corre il rischio di chiudersi in se stessi»'. Di qua Bertinotti che «si autoesclude pericolosamente». Di là «la parte maggioritaria della sinistra che potrebbe intendere la propria funzione di governo rinunciando a ogni effettivo progetto riformatore». Nel documento, frutto di un'as¬ semblea e del lavorio di una corrente che, se è vero che conta già 10 mila iscritti, rischia dunque di trasformarsi da refolo in tramontana, ci sono firme di tutto rilievo. Sindacalisti di sinistra come Giorgio Cremaschi e Betty Leone, grandi vecchi della sinistra di Botteghe Oscure come Alfiere Grandi, Adalberto Minucci, Beppe Chiarante, Diego Novelli. Giovani leoni diessini come Fulvia Bandoli, Gloria Buffo, e soprattutto Marco Fumagalli, 11 cui nome circola tra quelli che Veltroni vorrebbe con sé nella direzione del partito. Oltre al gruppo del manifesto, il cui peso nel panorama intellettuale pre, post e neocomunista non è mai stato secondario. «E non diteci che siamo kantiani, che lavoriamo sul socialismo come idea-limite» protesta Tortorella. «Noi voghamo solo nuovi valori e idee per la sinistra». Quali? H pensiero della differenza, la pace, la contraddizione uomo-natura, la liberazione dal lavoro... Massimo, parliamone! Antonella Rampino

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