Comit-Bancaroma, un'altra fumata nera

Comit-Bancaroma, un'altra fumata nera GRANDI MANOVRE La Banca Commerciale rinvia una decisione a novembre. Geronzi va in Bankitalia Comit-Bancaroma, un'altra fumata nera Siglienti riapre il capitolo Bnl: ci fonderemo con Banconapoli MILANO. Dopo la privatizzazione di Bnl, i tre azionisti di riferimento: Banco di Bilbao, Popolare Vicentina e Ina, riprenderanno in mano i destini del Banco di Napoli che, insieme, controlleranno. Ne parla il presidente dell'Ina Sergio Siglienti che, in un'intervista a «Breefing Italia» afferma: «Con i parner non abbiamo ancora parlato dei rapporti con il Banco di Napoli. Ne parleremo dopo l'Opv di Bnl. Chiaramente però, e questo è stato dichiarato anche dai nostri partner, c'è interesse a valorizzare questa partecipazione, nella quale Bnl ha il 49% della holding che controlla l'istituto partenopeo» (il 51% della holding è nel portafoglio Ina, n.d.r.). Siglienti non dice se la «valorizzazione» passerà attraverso il recupero del piano di fusione tra i due gruppi, che era stato già approvato ma poi accantonato nelle more della privatizzazione, o se la valorizzazione prenderà altre strade. Anche se sembra strano che, dopo tutti i mesi passati a mettere a punto il piano industriale di integrazione tra Bnl e Banconapoli, 1 Ina rinunci a questo progetto che rafforzerebbe i due gruppi, non fosse altro che per il fatto che Bnl è forte nelle città, Banconapoli nel territorio. Siglienti anticipa che il bilancio Ina 1998 sarà «ottimo» e ricorda che il titolo della compagnia, negli ultimi dodici mesi, ha avuto una performance migliore dell'indice e delle blue chips. Un risultato, quello del'98, che è frutto della priorità data dall'Ina al mercato interno, che significa non «difendersi, ma divenire più competitivi». Quanto a Bnl il presidente dell'Ina osserva: «Saremo in una posizione importante come presenza negli organi collegiali e quindi certamente potremo svolgere un ruolo di rilievo. Manteniamo il controllo e la presenza in Bnl Vita, che è quella che ci interessa». Intanto, in un'intervista a «Re¬ pubblica», Ulrich Weiss, membro del consiglio di sorveglianza' di Deutsche Bank, ribadisce che «l'Italia è importante per Deutsche», che per Bnl un eventuale interesse «dipendenderà dal prezzo», che «quali azionisti Comit, ci auguriamo che si trovino soluzioni nell'interese dei soci e non in mere intese di potere». A proposito di Comit, u comitato esecutivo dell'istituto milanese, al quale erano assenti ieri il rappresentante di Paribas Michel Francois Poncet e quello di Commerzbank Axel Freiherr Von Ruedorffer, termina con un nulla di fatto, ma con la convocazione per il 9 novembre del consiglio di amministrazione dell'istituto. «Abbiamo parlato di ordinaria amministrazione» ripetono Gianfranco Gutty e Pierfrancesco Saviotti. Anche se è chiaro che il presidente Lucchini e i due amministratori delegati hanno riferito gli ultimi sviluppi, e quindi il tema è stato affrontato. Del resto, non più tardi di tre giorni or sono, Lucchini aveva chiarito che il dossier Banco di Roma sarebbe stato aperto solo dopo che il consiglio di amministrazione della banca, sentite le relazioni dei vertici, avesse dato il via libera. Ora il consiglio è convocato, e quindi, presumibilmente, la trattativa diventerà ufficiale dal 9 novembre. Partirà allora la due diligence, sulla quale insiste Gutty in un'intervista al Mondo. «Il management Comit sta esaminando le varie ipotesi di sviluppo strategico con l'obiettivo di individuare la soluzione che possa assicurare alla Comit un ruolo di polo aggregante di altre realtà bancarie di pari dignità» spiega Gutty e precisa: «Dopo il sì del consiglio, si dovrà procedere ad una due diligence che permetta di stabilire definitivamente un equo rapporto di concambio». Ieri c'è stato anche un consiglio Bancaroma. Poi, al termine, il presidente Cesare Geronzi si è recato in Bankitalia. [v. s. ] Da sinistra Sergio Siglienti presidente Ina e (a fianco) Gianfranco Gutty

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