«Visco metti un limile ai sogni miliardari del Superenalotto»

«Visco metti un limile ai sogni miliardari del Superenalotto» Un gruppo di deputati scrive al ministro della Finan2e, ma la Sisal: il gioco non si cambia «Visco metti un limile ai sogni miliardari del Superenalotto» ROMA «Occorre mettere un tetto al jackpot del Superenalotto». Mentre i 62 miliardi in palio per chi domani azzeccherà il «6». ha fatto ripartire al massimo le puntate, il senatore Verde Athos De Luca, ha scritto al ministro delle Finanze Visco per chiedere di porre un freno ai sogni degli italiani. E ha subito trovato altri alleati parlamentari. De Luca per primo ha ribadito quanto andava pensando da giorni: «Sarebbe opportuno fissare un limite al montepremi», magari destinandone una parte al risanamento ambientale. Non solo. De Luca vorrebbe anche mettere in guardia tutti i giocatori dall'eccesso di illusioni. Sulla falsariga dei pacchetti di sigarette, che hanno stampigliata la scritta «il fumo fa male», anche sulle schedine dovrebbe essere riportata a grandi caratteri la possibilità di vincita: «una su 622 milioni». Giorgio Benvenuto, presidente della commissione Finanze di Montecitorio, ritiene invece che «le vincite non possono essere così alte. Ci vuole un limite che renda più umano il gioco. Con la disoccupazione crescente e con il dramma degli immigrati c'è ora questa follia che non appartiene alla nostra cultura e alla nostra storia. Con una parte di quei soldi si potrebbe "rimpinguare ' il fondo da destinare a pensioni sociali e invalidità». A Benvenuto e Luca si sono associati i cristiano sociali Mimmo Luca e Marcella Lucidi e l'esponente di An Giovanni Alemanno. Costoro pensano di destinare una quota degli introiti delle supervincite per finanziare progetti di solidarietà. «Nessun tetto al jackpot è il loro pensiero -, però il 5 o il 10% degli introiti potrebbero destinarsi al finanziamento di progetti senza scopo di lucro». Niente soldi a pioggia a cooperative o associazioni, sì ad iniziative specifiche come: «ospedali, scuole, sostegni scolastici, aiuti agli anziani». Voci e ipotesi di stornare parte degli introiti del Superenalotto sono comunque già allo studio e dovrebbero essere tradotte in emendamenti alla Finanziaria. Qualche anno fa proprio con ima Finanziaria si stabilì che le giocate del lotto del mercoledì dovessero essere «stornate» a favore dei Beni culturali: 900 miliardi in tre anni. Dai vertici Sisal non c'è reazione a quanto detto dai parlamentari. Si limitano a far notare che: «nel 1998, e solo nel primo anno di vita, il gioco del Superenalotto ha portato all'erario oltre 1700 miliardi, stimando il movimento fmo al 31/12/98. Ovvero denaro che si tradurrà in inferiori tassazioni, quindi in benessere e in servizi per il cittadino gestiti dallo Stato». Aggiunge ancora Simone Ferotti, responsabile relazioni esterne della Sisal: «Per quanto riguarda la distribuzione delle vincite, ebbene non esiste un gioco in Italia come il Supernealotto. Infatti solo un quinto del montepremi è dedicato al "6" e un altro quinto al "5+1" mentre i restanti 3/5, cioè finora circa 800 miliardi in un anno, sono stati destinati e già incassati con le vincite di categoria inferiore». [iv. bar.] Neanche le suore hanno saputo resistere alla tentazione di giocare almeno una schedina al Superenalotto

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