La camorra promossa a furor di popolo di Lorenzo Mondo

La camorra promossa a furor di popolo DISEDUCAZIONE CIVICA ^1 La camorra promossa a furor di popolo VIVA la camorra, a furor di popolo. La vicenda di Secondigliano, di per sé desolante, si arricchisce di un capitolo che neanche lo spirito più cinico e sarcastico avrebbe saputo escogitare. Gli studenti della scuola media «Giovanni Pascoli», con il beneplacito delle famiglie, sono scesi in sciopero per riavere indietro il preside appena destituito dal Provveditore agli Studi. Non che il capo deD'istituto avesse l'animo del camorrista, ma era parso troppo rassegnato se non omertoso riguardo al pestaggio subito da un suo professore nella sala colloqui (proibito sorridere, tutto in questa storia assùme caratteri di surreale brutalità). Il malcapitato era stato così «avvertito» da alcuni gorilla, perché aveva osato redarguire un alunno quattordicenne, figlio di un celebrato - è il caso di dire - boss della zona. E' un traumatico passo avanti nella percezione di ciò che accade in certe periferie metropolitane, in certo Mezzogiorno disastrato, dal punto di vista materiale e morale. Già impressionava il fatto che la malavita organizzata eleggesse la scuola a palestra dimostrativa, che imponesse lezioni non previste dai programmi ministeriali, che praticasse la più radicale diseducazione civica in quello che dovrebbe essere uno degli estremi ridotti a difesa dello Stato e della società. Appariva oltre a tutto ripugnante il mutismo del corpo insegnante, proprio perché investito di una funzione educativa. Anche se poteva essere compreso come un umano, troppo umano cedimento alla I paura davanti alle cosche che I spadroneggiano nel Napoletano. Quel preside visto in tv, che fuggiva per le scale, incalzato dai giornalisti e forse dai rimorsi, muoveva, insieme alla rabbia, qualche sentimento di pietà: si rivelava semplicemente inadatto, come molti di noi, a rivestire la corazza dell'eroe. E poi, non era stato lo stesso ministro della Pubblica Istruzione ad assolverlo? Aveva ben detto, ispezionando la scuola dopo il fattaccio, che si trattava di un istituto encomiabile, che la sua esemplarità non poteva essere offuscata da un incidente occasionale, possibile in qualunque altra plaga d'Italia. Tant'è, si continua a pensare che esistano bugie a fin di bene. La smentita, clamorosa, non viene tanto dal Provveditore che ha sostituito il preside, ma dal pronunciamento studentesco. Sembrava azzardato parlare di contesto mafioso, ingeneroso stigmatizzare il silenzio? Eccoci serviti. Perché non restino equivoci, dall'omertà si passa alla solidarietà tinta di complicità. Si arriva a promuovere il preside rimosso da eroe mancato dello Stato a eroe abusivo della camorra. Da piangere, addirittura, sulla sfortuna del poveruomo. L'episodio ci rivela che la malattia è in stato avanzatissimo, da cancrena, che il risanamento - in termini di repressione, lavoro, educazione - sarà una fatica di generazioni, impone una vigilanza strenua e inflessibile. A evitare che la scuola media di Secondigliano - prendiamone una per tante - finisca per intitolarsi, anziché al mite, lacrimevole poeta della «Cavallina storna» a Raffaele Cutolo, l'ergastolano, Lorenzo Mondo ido

Persone citate: Giovanni Pascoli, Raffaele Cutolo

Luoghi citati: Italia