Hamas attacca i bimbi dei coloni di Aldo Baquis

Hamas attacca i bimbi dei coloni Morti un soldato e l'attentatore, salvo lo scuolabus. Netanyahu minaccia: alt al ritiro. Poi la retata di estremisti Hamas attacca i bimbi dei coloni Autobomba a Gaza, Arafat arresta lo sceicco ultra TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO A una settimana dagli accordi israelo-palestinesi della Wye Plantation, tornano di scena le terrificanti autobombe di Hamas. e tornano nel punto più doloroso: nel «cortile posteriore» dell'Autonomia palestinese, a Gaza, proprio quando Vasser Arafat ha dato a Bill Clinton la parola d'onore che imbrigherà il terrorismo islamico. Per sfidare frontalmente gli accordi di Wye Plantation, Hamas ha ordinato a un suo aspirante marthe originario di Khan Yunes (Gaza) di presentarsi di prima mattina all'incrocio stradale di Gush Katif - nel Sud della Striscia -, da cui ogni giorno passa un autobus carico di figli di coloni, diretti alla loro scuola di Azmona. Con decine di chilogrammi di esplosivo stivati nel bagagliaio della vecchia Opel blu e con tre diversi detonatori (per eliminare ogni rischio di malfunzionamento della carica), l'attentatore si prepara a compiere una strage di innocenti nascosto dietro un mulino. Alle 7 e 38 tre vedette segnalano al kamikaze che all'incrocio di Gush Katif si sta avvicinando il convoglio israeliano: lo apre una jeep blindata; segue un bus blindato (a bordo ha una cinquantina di bambini), quindi un minibus e infine una seconda jeep. Il militante di Hamas accelera bruscamente e punta dritto verso l'autobus dei bambini. Ma il comandante della jeep, che ha fiutato il pericolo, con una manovra disperata gli taglia la strada: nella potente collisione il pesante veicolo militare balza di alcuni metri in aria e ricade fuori strada. La Opel si disintegra. Muoiono un soldato e il kamikaze, ma i bambini restano illesi. «Ho visto davanti a me una fiammata - ha riferito più tardi Yehuda Shaltiel, l'autista dello scuolabus. Il mio automezzo si è riempito di fumo. Ho aperto la portiera per farlo uscire, ho urlato ai bambini di stendersi per terra, ho evitato il cadavere del soldato e ho percorso altri 300 metri, fino al primo avamposto militare. I bambini hanno reagito con freddezza, disciplinati come soldati». «Visto che tutti erano illesi - ha concluso - abbiamo proseguito il tragitto e abbiamo raggiunto la scuola», dove i ragazzi sono stati subito accolti da uno staff di psicologi. Nel frattempo, nell'incrocio si spara. I militari israeliani cercano di fermare i tre palestinesi in fuga. Gli agenti palestinesi imbracciano i kalashnikov e sparano a loro volta sugli israeliani. Solo l'arrivo di Amin ai-Hindi, responsabile dei servizi di sicurezza palestinesi, riporta la calma. Passa un'ora e Hamas rivendica la paternità dell'attentato: «I coloni sono avvertiti - dice un anonimo interlocutore alla centralinista di radio Gerusalemme - per loro non ci sarà mai tregua». Adesso la parola passa ai governanti. Netanyahu cerca al telefono Arafat e gli fa presente senza mezzi termini che con due attentati in tre giorni (in quello precedente, a He bron, era rimasto ucciso un colono) non è concepibile che Israele si ritiri in Cisgiordania e renda le zone au tonome sei volte più grandi. Arafat esprime indignazione per l'attentato e assicura che i suoi servizi segre ti stanno lavorando a pieno ritmo. Infatti hanno già identificato e arrestato Naji e Naim Abdallah, i proprietari della Opel, che risultano essere militanti di Hamas. E' il bandolo della matassa: nelle ore successive vengono convocati nei commissariati di Gaza decine di militanti di Hamas e della jihad islamica. Due dirigenti di Hamas - Ismail Abu Hanye e Ismail Abu Shenhab sono tratti in arresto. Lo sviluppo più drammatico avviene in serata quando Arafat - sfidando i predicatori delle moschee alla vigilia delle preghiere del venerdì - ordina gli arresti domiciliari per il leader di Hamas, il paraplegico sceicco Ahmed Yassin. Come più volte in passato, l'Autorità nazionale palestinese e Hamas si trovano ai ferri corti. Ma già martedì Yassin aveva assicurato a un intervistatore che mai e poi mai Ha¬ mas aprirà il fuoco contro palestinesi o intraprenderà una guerra civile. L'esito del «braccio di ferro» a Gaza viene seguito e valutato con attenzione a Gerusalemme perché da esso dipenderà se gli accordi faticosamente raggiunti alla Wye Plantation avranno qualche possibilità di successo. Aldo Baquis Un'immagine dell'attentato allo scuolabus a Gaza e dello sceicco Yassin, capo di Hamas, arrestato ieri