Il cordinole rilancia lo politica

Il cordinole rilancia lo politica L'arcivescovo di Milano: il mito moderno dell'efficienza non può dimenticare la solidarietà Il cordinole rilancia lo politica Martini: «E' il più alto servizio di carità» MELANO. «Occorre riproporre e vivere il primato della politica», arte del bene comune, anzi occasione «per il più alto esercizio della carità». L'arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Maria Martini, coglie l'occasione di un seminario internazionale ad alto livello, organizzato dall'istituto Jacques Maritain sulla globalizzazione, per lanciare questo messaggio: l'economia deve consegnare il suo primato alla politica, un monito che fa impressione nella città da dove, ai tempi di Tangentopoli, la politica è franata prima che altrove, trasformandosi agli occhi della gente in sinonimo di impotenza amministrativa, se non di corruzione. Ora, par di capire, dopo gli anni della penitenza si può ripartire purché, sottolinea il cardinale dopo il discorso, si abbia ben chiaro che il potere politico dev'essere fondato sui grandi principi di giustizia e solidarietà perché «la politica - spiega Martini - di per sé è l'arte che porta al bene comune di un popolo e, in senso internazionale, dì tutti i popoli. Per questo può quindi essere il più alto servizio di carità». Il potere dell'economia, quindi, deve cedere il passo. «Nel settore sociale ed economico - sillaba il cardinale - l'ultima decisione, sia in campo nazionale che internazionale, deve spettare al potere politico». Certo, il quadro di riferimento del discorso di Martini è assai più ampio della sfera politica italiana. Si parla di globalizzazione, dopo la crisi dei mercati che hanno reso an¬ cor più poveri i poveri del mondo, nelle periferie dei Paesi ricchi e nelle terre più povere. E non è la prima volta che il cardinale esprime le sue perplessità sulla globalizzazione, se governata solo da logiche di stampo mercantile. «Essa può diventare in tal caso - spiega - un volano per ulteriori e più gravi forme di esclusione, emarginazione e confhttualità». Ma l'arcivescovo di Milano sta bene attento a evitare equivoci, quasi rispondendo a distanza a Renato Ruggiero, il direttore generale del Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio, che aveva criticato l'ostilità della Chiesa (e di Martini in particolare) verso la globalizzazione, occasione di riscatto per i più poveri. «E' vero racconta al proposito al Maritain il direttore generale del World Food Program Namanga Ngongi - che negli ultimi dieci anni è peggiorata la situazione per im cittadino su quattro dei Paesi poveri. Ma non trascuriamo quei tre che stanno meglio di prima...». «La globalizzazione - risponde Martini - è un fenomeno ambivalente, segnato da esiti positivi e da esiti negativi. Essa può certamente significare aumento dell'efficienza e incremento della produzione e, nello stesso tempo, può rafforzare il processo di interdipendenza e di unità tra i popoli». Il problema, però, è di «interpretare e organizzare l'economia riconoscendone il valore e i limiti». L'economia è necessaria, insomma, ma non si può fare dell'efficienza economica l'u¬ nico o principale criterio per agire o decidere. Questo non vuol dire, aggiunge subito Martini quasi a rispondere a nuove possibili obiezioni, puntare sull'assistenzialismo. Anzi. «Va superata - spiega con chiarezza il cardinale - ogni concezione assistenziahstico-sentimentale». «Al contrario - continua - bisogna pure riconoscere il nesso che corre tra efficienza e solidarietà, convinti che quest'ultima può essere considerata anche una convenienza per il funzionamento complessivo della società». Globalizzazione e solidarietà, insomma, si possono conciliare benissimo, purché qualcuno sia in grado di governare un processo così complesso. E questo qualcuno non potrà che crescere nei recinti della politica. «Occorre riproporre e vivere il primato della politica - racconta con voce pacata il cardinale -. Si tratta di ristabilire, in questo senso, quella forte connessione tra economia e politica che, spesso, nello stato attuale, si è spezzata. E occorre andare oltre l'economia, ricordando che sopra l'economia sta la politica, intesa come azione per il bene comune, chiamata a mirare alle forme più alte e più complete della giustizia». Il cardinale invita ad «adoperarsi per un governo mondiale, come pure regionale-europeo dell'economia». L'obiettivo è di coniugare globalizzazione e solidarietà «tra le varie classi sociali, dentro ogni singola nazione tra le sue varie regioni, nell'Europa intera, Est e Ovest, in tutto il mondo». Ma, forse, il cardinale pensa in particolare al suo gregge di milanesi, transitati da Tangentopoli al governo della Lega, dalla protesta a vari tentativi di recupero. Nel '93 il cardinale aveva invitato i milanesi a «stare alla porta», ovvero a vigilare. Oggi invita loro e non solo a riscoprire il «primato della politica», passaggio obbligato per un'effettiva solidarietà. Ugo Bertone i un «&orao m mmmm Le tre persone più ricche del mondo possiedono beni che superano la somma del Pil dei 48 Paesi meno avanzati, Le 84 persone più ricche del mondo superano il Pil della Cina, che hai ,2 miliardi di abitanti. Più di 1,3 miliardi di esseri umani vive con rrv meno di un dollaro al O 9Ìomo- Nel mondo ci sono 800 milioni di disoccupati e sottoccupati. Ih Europa ci sono 37 milioni di poveri é 5 milioni di senzatetto. A New York i senzatetto sono 250 mila, più del 3% della popolazione; a Londra sono 400 mila. bambini lavoratori sono stimati in 250 milioni. Un bambino su quattro lavora più di 9 ore ai giorno. Un bambino nato in un Paese ricco è destinato a consumare in media dalle 30 alle 50 volte di più dei bambini nati nei Paesi in via di sviluppo. Il cardinale Carlo Maria Martini arcivescovo di Milano

Persone citate: Carlo Maria Martini, Maritain, Renato Ruggiero, Ugo Bertone

Luoghi citati: Cina, Europa, Londra, Milano, New York