Ciampi; «L'Italia tornerà a crescere»

Ciampi; «L'Italia tornerà a crescere» Duello a distanza con Fazio. Il ministro: «Troppo fìsco? La Finanziaria va in senso opposto» Ciampi; «L'Italia tornerà a crescere» «Serve fiducia, da Sud e occupazione segnali di svolta» ROMA. Un vero e proprio duello. Le... divergenze parallele fra il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi e il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio risultano evidenti. Quasi con pignoleria è Ciampi a ribattere punto per punto a nemmeno ventiquattr'ore di distanza ai dubbi e ai rilievi avanzati dal governatore nello stesso luogo, le commissioni Bilancio di Camera e Senato riunite, e nell'identica occasione, l'audizione per l'avvio dell'esame della Finanziaria per il 1999. All'inquietudine di Fazio sulla salute dell'economia italiana, Ciampi contrappone un messaggio rassicurante: l'Italia può stare tranquilla perché «le condizioni per tornare a crescere ci sono» e «sui due terreni su cui saremo giudicati, l'occupazione e il Mezzogiorno, ci sono segni di una svolta». Ciampi non solo si mostra propenso all'ottimismo, ma invita a diffonderlo: «La crescita è un meccanismo delicato che ha bisogno di essere continuamente oliato dal balsamo della fiducia». Il tono appare quindi ben diverso da quello del governatore. Solo sul rallentamento dell'attivitià econo- mica (che ha portato Fazio a definire «troppo ambizioso» il ridimensionato obiettivo di una crescita del prodotto interno lordo pari al 2,5%), Ciampi riconosce che i problemi esistono e che «non è scontato» ottenere per il 1998 un aumento dell'I,8%, ma il «moderato recupero» già verificatosi può «accentuarsi sotto la spinta- di maggiori investimenti derivanti dalla riduzione degli oneri per interessi e dalla politica di bilancio orientata al sostegno dello sviluppo». Per il resto, trovare punti di contatto nei due interventi risulta un'impresa piuttosto ardua. A proposito dell'occupazione, per esempio, Fazio teme una ripresa «bassa e stentata», mentre Ciampi garanti¬ sce che ci sono «segnali confortanti». La sollecitazione del governatore a una nuova riforma delle pensioni, nell'ambito di più decisi tagli della spesa pubblica, non è raccolta dal ministro pronto ad assicurare che il sistema previdenziale marcia e pertanto non c'è bisogno di nuovi aggiustamenti. Ma è sullo scottante capitolo delle tasse che la contrapposizione diventa ancora più forte. Fazio ha giudicato nuovamente troppo alta la pressione fiscale, considerandola un freno per l'attività economica e prevedendo che nel 1999 la riduzione avverrà «marginalmente». E' un'analisi che Ciampi non accetta: «La Finanziaria 1999 - afferma - vede il fisco divenire allo stesso tempo più leggero e più giusto». Lasciata alle spalle l'Eurotassa (per la quale oggi il Consiglio dei ministri presieduto da Massimo D'Alema dovrebbe disporre la restituzione del 60%), secondo il superministro ci si avvia alla «riduzione della pressione fiscale» che è «prevista anche per gli anni futuri». Ed è importante che «per la prima volta la Finanziaria non fa ricorso alla leva tributaria». In particolare sarà vincolata «la destinazione'dell'incremento del gettito derivante dalla lotta all'evasione a una pari riduzione delle imposte sui redditi». Il ministro garantisce che lo Stato sta già recuperando una fetta delle tasse finora sfuggite. Secondo Ciampi la prova di que¬ sta affermazione sta nel fatto che si registra una «tenuta delle entrate» anche «in assenza di particolari inasprimenti fiscali e in presenza di un tasso di crescita più contenuto». E' vero che «resta l'eredità degli squilibri del passato» (cioè lo spaventoso debito pubblico», ma Ciampi difende appassionatamente l'opera di risanamento realizzata. Sostiene che l'aggiustamento dei conti pubblici «è stato effettivo, non fittizio, non provvisorio»; diversamente le conseguenze si avvertirebbero già nel 1998. Per il ministro «il mutamento del quadro economico non avrà ripercussioni rilevanti» sul bilancio dello Stato che si potrà chiudere a fino anno con il raggiungimento dell'obiettivo di ridurre dal 2,7 al 2,6% il rapporto deficit-pil. Inoltre gli effetti della manovra per il 1999 «opereranno anche negli anni successivi». Una tesi questa opposta a quella espressa da Fazio convinto che la Finanziaria in discussione «traghetta l'Italia» nel 1999 (quando partirà la moneta unica), ma non ha certo «risolto i problemi» del Paese. Ciampi rivendica la bontà della strategia per la bonifica dei conti pubblici e del conseguente attuale impegno per lo sviluppo. Parlando ai deputati e senatori delle commissioni Bilancio, non manca di difendere anche mia proposta di Prodi, l'utilizzo delle riserve non necessarie delle banche centrali europee per stimolare l'economia, bollata da Fazio come «un'idea balzana». Il ministro replica che si tratta di «un problema che non può essere affrontato con battute polemiche». Del resto, aggiunge «vi è una realtà di riserve eccedenti alle occorrenze» e pertanto la proposta merita «un approfondimento» da compiere «nelle sedi opportune», quindi le banche centrali. Roberto Ippolito «L'aumento del Pil aff 1,8% nel '98 non è scontato ma i minori oneri alle imprese possono favorire investimenti delle industrie» mm ■BAP ner chi abbia corresse errori EDILIZIA., % sulle tassePerbe ! Ornila miliare .B|MpBE$E incoivi At« 2sws I NODI E>A SCIOGLIERE SJr^r^o)neavràaltri27oo ff7| famiglia le al nSsIÌ - "".'"«latrici IRnS " ? '""<* : S^TO^y** m,la ,ire < * frazione fis?a?i ° T^'6 •SèijQ",esun—Percuradei r,for-a degli asili nido ^ rpl scuola WnJ L°tta dura di verdi contro i°347*° !?ich° del cem'r^^^nile J47 miliardi alla scn<li S,n,stra 50 miliardi in tri n.or>-profit grafitati

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