Agnelli; l'Europa deve punture alla crescita di Francesco Manacorda

Agnelli; l'Europa deve punture alla crescita I vertici della Fiat ricevuti a Parigi dal premier socialista Jospin; oggi si parla delle crisi di Asia e Russia Agnelli; l'Europa deve punture alla crescita «Nessun cenno alle 35 ore, ma ero pronto a discuterne» I nuovi governi socialisti? «Bisogna vederli all'opera» W PARIGI DAL NOSTRO INVIATO L'Avvocato e il Premier socialista, ovvero Giovanni Agnelli e Lionel Jospin a colloquio per tre quarti d'ora, discutendo «di automobile e d'Europa» ed evitando il tema spinoso delle 35 ore, «anche se io ero pronto a parlarne», scherza Agnelli. Niente contatti, invece, spiegano a Parigi fonti del ministero dell'Industria, sul tema della Renault, di cui lo Stato possiede un 44% che almeno in parte vorrebbe vendere. Ieri mattina il presidente d'onore della Fiat è stato ricevuto da Jospin all'Hotel de Matignon, sede del governo francese. Un incontro chiesto dalla Fiat, che ha aprofittato della presenza di tutto il suo stato maggiore a Parigi per il consiglio di amministrazione, e prontamente concesso dal primo ministro. Così, assieme ad Agnelli, hanno incontrato Jospin anche il nuovo presidente Paolo Fresco, l'amministratore delegato Paolo Cantarella e il presidente di Fiat France Giorgio Frasca. Visita di cortesia, certo, ma segno anche di un'attenzione particolare del governo di Parigi verso un gruppo come quello Agnelli, che con le sue attività diversificate rappresenta ormai la prima multinazionale di Francia, e sintomo forse di una nuova comunanza d'intenti tra quella sinistra al potere che ha scelto di puntare sulla crescita e l'occupazione e un mondo impenditoriale per cui la crescita rappresenta la ragion d'essere. Ma cosa ne pensa Agnelli della nuova ondata che attraversa l'Europa e spinge i governi a chiedere tassi più bassi per dare fiato allo sviluppo? «Questo "New Deal" europeo è a sfondo di un'Europa socialista - risponde lui - quindi bisogna che sia visto prima nell'Internazionale socialista e poi nei vari governi. Ma certo, c'è una pressione sui governatori centrali o sul governatore centrale a essere in po' meno restrittivo, in primo luogo sui tassi d'interesse». Insomma, il giudizio dell'Avvocato sulla svolta di chi mette in primo piano le esigenze della crescita economica rispetto a quelle del rigore finanziario è positiva? «Sì, io giudico che è bene, certo ci vogliono tutti e due, crescita e rigore, ma è difficile raggiungerli insieme. Io sono più per la crescita, tra l'altro è il mio mestiere che mi porta ad esserlo». Ma i governi europei, adesso, dovranno essere visti alla prova dei fatti, dice ancora il presidente d'onore della Fiat: «Per ora sono solo dichiarazioni d'intenti, non abbiamo ancora visto azioni». E i temi della nuova Europa, è facile intuire, sono stati affrontati anche ieri sera a cena. Con Agnelli, Fresco, Cantarella e tutti i consiglieri d'amministrazione Fiat, si sono infatti trovati al club France- Amerique di Avenue Roosevelt anche alcuni invitati d'eccezione che dell'Europa sono o sono stati protagonisti: l'ex presidente della Commissione Jacques Delors, il governatore della Banca di Francia Jean-Claude Trichet, l'economista Alain Mine. Stamattina infine - c'è da scommeterci - oltre ai temi europei saranno le crisi di Asia e Russia e le prospettive dell'economia statunitense e latino-americana (un punto questo al quale la Fiat, con i suoi forti investimenti nell'a¬ rea, è assai sensibile) a tenere banco. In programma c'è infatti la riunione dell'«Advisory Board», l'organismo informale che almeno una volta l'anno riunisce attorno ai consiglieri un gruppo di osservatori privilegiati, tra cui l'ex Segretario di Stato Usa Henry Kissinger e l'ex Segretario della Nato Lord Carrington, per quell'esercizio sempre più difficile che è capire dove stia andando l'economia mondiale. Francesco Manacorda Il presidente "d'onore della Fiat Giovanni Agnelli a colloquio con il primo ministro francese Lionel Jospin