Romiti: il governo D'Alema correggerà gli errori di Prodi

Romiti: il governo D'Alema correggerà gli errori di Prodi «Il Professore non ha avviato politiche di sviluppo» Romiti: il governo D'Alema correggerà gli errori di Prodi ROMA. Le cause della caduta del governo Prodi? «Non aveva intrapreso politiche di sviluppo e di contenimento della disoccupazione». D'Alema? «E' forse troppo parlare di ima svolta storica, certo è che potrebbe riuscire molto meglio su questi obiettivi. Sempre che faccia alcune cose precise e si ricordi che esiste l'opposizione». Così si esprime Cesare Romiti nella prima intervista sul nuovo governo concessa a Liberal. Su Prodi, Romiti sottolinea che «il suo limite è stato di apparire unicamente concentrato su una politica di rigore contabile. Mentre al contempo occorreva porre almeno i "semi" di una politica di sviluppo dell'economia. Ma questo il governo Prodi o non l'ha voluto, o non l'ha saputo, o non l'ha potuto fare. Chi aveva il timore politico del governo doveva immaginare quel che sarebbe avvenuto. E cioè che un'alleanza programmatica centrata sull'euro all'indomani del raggiungimento dell'obiettivo avrebbe visto automaticamente scemare sia il collante intemo che la presa sull'opinione pubblica». Prodi alla Commissione europea? Romiti: «Che ci possa andare un italiano me lo auguro. Anche se mi sembra molto difficile». Netta l'apertura a D'Alema. «Ha messo al primo punto delle sue dichiarazioni programmatiche l'impegno per il lavoro e lo sviluppo. Secondo me, ha fatto bene. Mi astengo da giudizi generali sul fatto che per la prima volta un post.com unista diventi presidente del Consiglio. Anche perché da questo punto di vista la svolta era già avvenuta, visto il ruolo che l'on. D'Alema ha avuto nel costruire lo schieramento vincente. La difficile eredità lasciata dal governo Prodi è quella di un Paese in coda a tutte le graduatorie dello sviluppo europeo. Cerchiamo di non dimenticarlo». E dal governo D'Alema Romiti si aspetta tre cose. «Una salutare frustata all'economia, capace di cambiare il clima di sfiducia di questi mesi. Poi impegnarsi a tenere bassi i toni dello scontro politico, a evitare ogni accenno di delegittimazione personale, a spegnere i fuochi dello scontro da stadio. Infine, che il bipolarismo resti la bussola e il punto d'arrivo cui indirizzare le riforme, innanzitutto quella elettorale. Da questo punto di vista, credo sia preferibile un onesto ed esplicito patto tra moderati e sinistra - oggi al governo insieme per poi essere avversari di fronte agli elettori - a una pura contrapposizione di alleanze al proprio interno disomogenee. Tra l'altro, proprio la precarietà di queste alleanze è stata all'origine del fallimento della Bicamerale». [Agi] Cesare Romiti

Persone citate: Cesare Romiti, D'alema, Prodi

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