La natura vittima delle leggi

La natura vittima delle leggi I conflitti di competenze sono il primo ostacolo alla tutela La natura vittima delle leggi LOTTIZZATORI, non abbiate paura delle soprintendenze; il vostro interesse prevale sulla tutela del paesaggio». E' l'incredibile messaggio che viene da un'ordinanza del Consiglio di Stato. Sulla Lago di Garda incombe un progetto di massiccia lottizzazione, il «Borgo degli Ulivi» (sempre nomi gentili, quando di tratta di cementificare la natura). Lo approva il Comune di Gardone. Ma, in forza della legge di tutela del paesaggio, la soprintendenza di Brescia annulla il progetto. La Società «Borgo degli Ulivi» ricorre al Tar. Infine il Consiglio di Stato dà il via libera. Per valutare la gravità del caso occorre una schematica informazione sul sistema di tutela che dovrebbe garantire l'osservanza dell'articolo 9 della Costituzione, dedicato appunto alla difesa del paesaggio. I poteri in materia di urbanistica sono passati alle Regioni, con possibilità di delega ai Comuni, ma dove esistono vincoli di tutela paesistica (il 47 per cento del territorio nazionale) le soprintendenze e l'apposito Ufficio Centrale del ministero Beni Culturali e Ambientali possono sovrapporsi agli enti locali, annullando i progetti che stravolgono la bellezza dei luoghi. Lo scorso anno sono stati annullati 2800 progetti, ed erano soltanto una parte degli attentati alle coste, alle campagne, alle valli alpine. Normalmente il sistema non funziona a pieno regime perché le soprintendenze non hanno mezzi e personale sufficienti (in Lombardia, nel 1996, giacevano 1945 progetti sul tavolo di 12 funzionari). Ma non era mai avvenuto che un tribunale amministrativo e il Consiglio di Stato annullassero i provvedimenti di tutela con la motivazione del danno arrecato ai lottizzatoli, anche se i cantieri non sono ancora aperti. In passato non erano mancate sentenze a favore di privati, ma sempre con motivazioni strettamente tecniche. Questa volta si stabilisce che la «speranza di lottizzazione» prevale sull'interesse pubblico, aprendo la strada all'edificazione selvaggia degli ultimi lembi di paesaggio ^contaminato. Basta progettare un'aggressione alle bellezze rimaste, con il beneplacito del Comune, e la legge di tutela non vale più? E' comprensibile la violenta reazione delle associazioni come Italia Nostra e Legam Mente, fino alla proposta provocatoria di sospendere l'articolo 9 della Costituzione, se non si riesce a farlo rispettare. Il nuovo ministro dei Beni Culturali, Giovanna Me landri, aveva indicato la difesa del paesag gio tra le. priorità del governo. Se il ministro e il governo intendono mantenere fede all'impegno, facciano tutto quanto è in loro potere per impedire che il «Borgo degli Uli vi» diventi l'emblema della rinuncia a con servare gli scampoli rimasti del Bel Paese. Mario Fazio

Persone citate: Mario Fazio

Luoghi citati: Brescia, Comune Di Gardone, Italia, Lombardia