La lottizzazione sconfigge i diritti del bel paesaggio di Gabriele Beccaria

La lottizzazione sconfigge i diritti del bel paesaggio Il Consiglio di Stato contro la soprintendenza: sì al cemento sul Lago di Garda La lottizzazione sconfigge i diritti del bel paesaggio ROMA. Meglio le villette a schiera del Vittoriale di Gabriele d'Annunzio. E' stata una sorpresa per tutti: il Consiglio di Stato ha dato il via libera alla cementificazione di una storica fetta di natura sul Lago di Garda, respingendo l'impugnativa della sovrintendenza di Brescia. La tutela del «bel paesaggio» - sostiene la sentenza - è meno importante della salvaguardia dell'interesse dei privati, che nel caso di un «no» ne avrebbero avuto «un danno grave e irreparabile». «Così, sorgeranno residence e seconde case: 135 mila metri cubi che spazzeranno via l'ultima collina di olivi sul versante bresciano del lago e deturperanno per sempre i luoghi dell'ultima residenza del Poeta», si scandalizza Vittorio Emiliani, promotore del Comitato Cederna per la Bellezza che riunisce le 4 organizzazioni in prima linea nella difesa del patrimonio naturale e artistico: Italia Nostra, Fai, Legambiente e Wwf. «Sarà il trionfo di "Villettopoli", con un'orrìbile colata che vale 4 hotel del Fuenti». La storia dell'«incendio grigio» - come lo ha subito battezzato Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf - comincia quando il Comune di Gardone autorizza le costruzioni. Si mobilita quindi la macchina burocratica e giuridi ca: l'ufficio centrale per i beni paesistici del ministero dei Beni Culturali e Ambientali blocca tutto attraverso la sovrintendenza di Brescia, ma la società «Borgo degli Ulivi» ricorre al Tar della Lombardia, che decreta l'inefficacia dell'annullamento, e poi al Consiglio di Stato, che conferma il diritto alla lottizzazio ne. «Non ce l'aspettavamo. E' un caso senza precedenti: qui si è violato l'articolo 9 della Costitu zione, secondo il quale la Repub blica deve tutelare il paesaggio e il patrimonio artistico», denun eia Emiliani. E la sua rabbia si aggiunge a quella del portavoce dei Verdi, Luigi Manconi, che bolla l'ordinanza come «gravis sima»: per riaffermare il rispetto della Costituzione e «sapere se l'articolo 9 sia ancora in vigore» ha spiegato -, chiederà un incontro con il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e porterà il caso Gardone davanti a governo e Parlamento. «Altro che leso interesse dei privati: il Consiglio di Stato ha dato il nulla osta a una speculazione selvaggia che lede gli interessi dei cittadini e del territorio», accusa Legambiente: «Il "Borgo degli Ulivi", quindi, non s'ha da fare». «Lì, semmai, si doveva creare il parco regionale dell'Alto Garda», aggiunge Emiliani: «Previsto dal '91, è sempre rimasto sulla carta a causa della mediocrità e dei ritardi del piano paesistico lombardo». E questo è uno dei nodi irrisolti che tra polemiche e veti incrociati hanno portato alla clamorosa sentenza. I piani paesistici, infatti, erano le «mappe» destinate alla salvaguardia ambientale di ogni Regione, ideate dalla legge Galasso dell'85. Ma l'inefficienza ha prevalso e solo Emilia Romagna e Liguria hanno rispettato i tempi, mentre la Lombardia ci è arrivata più di un decennio dopo. Ora il ministero ha chiesto l'intervento dell'Avvocatura di Stato e - ha reso noto il direttore Salvatore Mastruzzi - «stiamo esaminando se sia possibile un intervento d'emergenza per impedire lo scempio». Intanto, il Comitato Cederna pensa di ricorrere alla magistratura, «ultima chance, dopo che è caduto quello che era sempre stato un argine contro il cemento, il Consiglio di Stato». E Pratesi chiede una campagna di sensibilizzazione: «Ogni anno si grida allo scandalo per gli 80-90 mila ettari distrutti dagli incendi, eppure si tace sugli altri 65 mila - una superficie pari a una volta a mezzo il Parco d'Abruzzo - ingoiati da cemento e asfalto. Dopo le fiamme, anche se a fatica, gli alberi rinascono. Dove passano le ruspe, invece, la devastazione è irreversibile. Ma nessuno sembra rendersi conto che costruire è ormai un assurdo, in un Paese che ha oltre 100 milioni di vani per 57 milioni di abitanti». Il risultato è ben rappresentato dalla sponda bresciana del Garda, «una tremenda conurbazione di seconde case - osserva Emiliani - che fa scempio del "nostro millenario palinsesto", come Giulio Carlo Argan aveva definito, celebrandolo, il paesaggio italiano». Gabriele Beccaria Gli ambientalisti denunciano: questa sentenza giustifica qualunque scempio Le nuove villette e i residence previsti a poca distanza dal Vittoriale di D'Annunzio m gj M I Vittoriale di Gabriele d'Annunzio m è minacciato da una colata gj di cemento M

Luoghi citati: Abruzzo, Brescia, Comune Di Gardone, Emilia Romagna, Italia, Liguria, Lombardia, Roma