Pinochet a un passo dalla libertà di Fabio Galvano

Pinochet a un passo dalla libertà Schiaffo dei giudici inglési al governo Blair. Entro lunedì la Camera dei Lord esaminerà il ricorso dell'accusa Pinochet a un passo dalla libertà La Corte: ha l'immunità. Agli arresti fino all'appello LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Doppia vittoria legale per Augusto Pinochet; ma per ora l'ex dittatore cileno rimarrà in stato d'arresto alla London Clinic, in attesa che la Camera dei Lord - ultima istanza giudiziaria del Regno Unito - esamini l'appello della pubblica accusa. La prima vittoria è stata all'Alta Corte, dove il giudice Lord Bingham e due suoi colleghi hanno accolto all'unanimità l'istanza degli avvocati di Pinochet, secondo i quali - come ex capo dello Stato - il generale gode di immunità diplomatica e non poteva quindi essere arrestato e «sottoposto a processo criminale o civile». La seconda gli è stata regalata dall'Avvocato di Stato, il quale ha respinto le procedure avviate da gruppi di esuli per far processare Pinochet in Inghilterra. Sono rimasti spenti, però, i motori dell'aereo cileno che da domenica sera attende all'aeroporto militare di Brize Norton. Pinochet ha vinto il primo round alla grande, tant'è che il giudice Bingham ha condannato lo Stato a rifondergli le spese legali di quasi un miliardo e ha umiliato un governo britannico colpevole di essersi lasciato trascinare in un vicolo cieco; se anche la richiesta spagnola di estradizione fosse approvata da Madrid e tra smessa a Londra, Scotland Yard non potrebbe agire. Ma la battaglia non è finita. Entro lunedì, ha precisato la pubbli ca accusa, ci sarà il ricorso ai Lord. Ma la situazione sembra ormai compromessa a favore dell'ex dittatore. Ai suoi avvocati non è rimasto altro da fa re, ieri sera, che formulare una richiesta di rilascio su cauzione. Come per un comune ladro di galline, se non fosse per Tee cezionale disponibilità del ma gistrato a tenere l'udienza (forse domani) in ospedale. C'è stata ieri qualche piccola scaramuccia fra dimostranti polizia davanti alla London Clinic; e alla moglie di Pino chet, che entrava con le due figlie e il figlio, sono state lan ciate grida di «asesina». Am nesty International ha espres so «estrema delusione» per la sentenza e il procuratore di Ginevra, originatore di un'altra domanda di estradizione, si < detto «sconvolto». Ma la rea zione del governo cileno è ov viamente di altro timbro. «Il governo è felice e soddisfatto per la decisione dell'Alta Corte di riconoscere l'immunità del senatore Pinochet - ha detto il sottosegretario agli Esteri Mariano Fernandez, in missione a Londra - per noi era molto importante che la nostra giovane democrazia ricevesse il dovuto rispetto. Se Pinochet dev'essere processato, lo sia in Cile». Il governo britannico, per non rivelare rossori, tace. «E' naturalmente motivo di pubblica preoccupazione - ha affermato Lord Bingham emettendo la sentenza - che chi abusa del potere sovrano per commettere delitti contro l'umanità non sfugga al processo e al castigo». Ma nulla, ha aggiunto, invalida il principio secondo cui «uno Stato sovrano non può contraddirne un altro in relazione ai suoi atti sovrani»: neppure la carta che diede vita al Tribunale internazionale di guerra di Norimberga. Per questo Pinochet ha diritto all'immunità. Analoghe le motivazioni con cui l'Avvocato di Stato, John Morris, ha respinto le mozioni di due avvocati che rappresentavano alcune vittime del regime di Pinochet. Per le leggi britanniche, ha detto, «non ci sono sufficienti prove ammissibili». Possono ricorrere; ma non lo facciano senza nuovi capi d'accusa e nuove prove. Per questo l'aereo cileno resta a Brice Norton: l'attesa non dovrebbe essere lunga. Fabio Galvano Lo Stato condannato a rifondere le spese legali (quasi un miliardo). Bocciate anche le procedure avviate da gruppi di esuli i/fì /] t sì li \f 1 Manifestanti a Londra festeggiano la notizia che Pinochet (a sinistra) rimane agli arresti

Luoghi citati: Cile, Ginevra, Inghilterra, Londra, Madrid, Norimberga, Regno Unito