La sterlina piace perché extra-Ue

La sterlina piace perché extra-Ue ANALISI Mentre è in pieno clima di pre-recessione, Londra presenta opportunità redditizie per chi desidera diversificare il portafoglio obbligazionario La sterlina piace perché extra-Ue LE prospettive economiche non sono buone. Anzi. Dopo sei anni di espansione, la Gran Bretagna sembra alla vigilia di una brusca frenata. Toccherà all'abilità di Tony Blair e del governatore della Bank of England, Edelie George, evitare che rallentamento della domanda mondiale e restrizione del credito, combinati con la sterlina forte, si traducano in recessione. Nonostante le note negative, la City e i «Gilt», ovvero i Bot della Regina, rappresentano agli occhi degli analisti il mercato più dinamico d'Europa, e il più attraente. Ecco perché. 1) Dopo la nascita dell'Euro, il Regno Unito accentuerà le sue tante «anomalie» rispetto all'Ue. Paese europeo, ha la struttura economica e finanziaria americanizzata: lavoro flessibile, bassa pressione fiscale, spesa pubblica sotto controllo, forte ricorso alla Borsa e basso risparmio privato. 2) In questi anni ha fatto ricorso allo strumento del cambio in modo molto aggressivo (la sterlina è cresciuta del 24% negli ultimi due anni rispetto al paniere Ecu). 3) La «zitella» d'Europa mira ormai al matrimonio monetario, anche se l'aggancio all'Euro dovrà essere preceduto, tra 2-3 anni, da un referendum dall'esito incerto. ANOMALIA CHE ATTIRA Il Regno Unito, insomma, rappresenta un'«anomalia» per i mercati finanziari, ormai alle prese con tre grandi aree «omogenee»: Euro, dollaro e yen. Ma sono le anomalie a offrire continue opportunità di arbitraggio e, quindi, di guadagno, per i professionisti. Di qui l'attenzione crescente per sterlina e obbligazioni. Gli operatori sono convinti che Bank of England combatterà le ombre della recessione agitando l'arma del calo dei tassi e dell'indebolimento della sterlina. «Entro l'anno - prevede Roger Monson di Rabobank - ci saranno almeno due manovre sul costo del denaro». MIMATO DA ESPERTI Una politica ardita che potrebbe essere coronata da successo, se l'inflazione non sfuggirà di mano: cosa possibile, data la congiuntura depressa delle materie prime e la struttura flessibile del mercato del lavoro (la corsa dei salari dovrebbe rallentare già nei prossimi mesi). «Sul fronte dei salari e dell'inflazione - commenta l'analista della City Steve Thompon - a fine ottobre ci sono state notizie eccellenti». Quello inglese, però, resta un mercato altamente professionale, in cui i gestori dei fondi e delle compagnie di assicurazioni la fanno da padroni; le famiglie rappresentano, a differenza di quanto accade in Italia, un segmento trascurabile, controllando solo il 3% dei titoli di Stato in circolazione (vedi grafico). DUE GILT PER LA REGINA A fine febbraio '98 circolavano titoli di Stato per 308 miliardi di sterline (circa 900 mila miliardi di lire) per l'80% costituiti da «conventional gilt-edged securities», ovvero i titoli a reddito fisso tradizionali, con scadenze che vanno da 3 a 30 anni (la vita media del debito è di 10,16 anni, circa il triplo del debito italiano). Il restante 20% è espresso in titoli «indexlinked», con cedole e capitale indicizzati al tasso di inflazione. Una peculiarità dei titoli inglesi è quella di avere, in alcuni casi, una doppia data di rimborso, a scelta dell'emittente. MEGLIO TRA 12 E15 ANNI I «conventional gilt» sono assimilabili ai Btp italiani: il titolo, rimborsato alla pari, viene emesso in tagli minimi di 1000 sterline (poco meno di 3 milioni di lire) con il meccanismo dell'asta. Secondo gli esperti dell'ufficio studi Caboto, in uno studio datato 5 ottobre, «il segmento più interessante della curva dei rendimenti è quello del l'area 2-5 anni (con differenze tra i tassi teorici e i rendimenti attua li di 30-40 punti base)». Anche il 10 anni pare, però, leggermente sottovalutato. Nell'ultimo anno, per favorire la liquidità del mercato, sono stati creati due «benchmark»: a 5 anni (6,5% Treasury Stock 2003), a 30 anni (6% Treasury Stock 2028). INDICIZZATI CON PREMIO Gli «index linked» sono considerati molto interessanti dal mercato, anche se i rendimenti sono più bassi dei «conventional» perché, oltre a conferire una sorta di protezione contro l'inflazione, il rendimento extra derivante dall'agr giustamente per l'inflazione non viene tassato in caso di rimborso del capitale. Nel caso di crescita dei prezzi (l'aggiornamento avviene ogni 8 mesi) il sottoscrittore gode di una polizza effettiva da parte dello Stato. A partire da ottobre, anche i titoli indicizzati sono collocati con il meccanismo dell'asta. I gilt dispongono di un mercato secondario molto liquido, sia a pronti che nel settore dei «future». [u. b.] CITY, IL DEBITO A TUA FONDI E P m ■ hm Iti

Persone citate: City Steve, Edelie George, Roger Monson, Tony Blair

Luoghi citati: Europa, Gran Bretagna, Italia, Londra, Regno Unito