Le obbligazioni? Meglio americane

Le obbligazioni? Meglio americane Le obbligazioni? Meglio americane ATTENTI a Wall Street, il mercato salito di più tra il '96 e il '98. Le buone occasioni si trovano in Europa. Per mesi è stato uno dei cavalli di battaglia di tutti gli osservatori finanziari. Ma la crisi ha fatto giustizia di questo luogo comune. Wall Street, scesa fino a quota 7 mila, ha recuperato ben presto il livello degli 8 mila punti, difendendo i guadagni senza troppe difficoltà. L'Europa, e l'Italia in particolare, si è rivelata un mercato assai più ballerino, preda di una grande volatilità che dipende, assicura Fumagalli, «dalla fragilità degli intermediari e dall'assenza dei fondi pensione». Vista con gli occhi dell'investitore, la crisi promuove a pieni voti il mercato Usa, rimanda a una nuova prova di maturità Milano e le altre grandi Borse del Vecchio Continente. REDDITO FISSO Questo vale per i mercati azionari. Ma per le obbligazioni? In questi giorni si è allargata la for¬ bice tra le valutazioni del mercato americano e quelle dell'Europa: negli Usa si tende a fare salire l'interesse chiesto agli emittenti, in Europa, a causa della minor richiesta di credito, i tassi sono invariati o, addirittura, cedenti. Il risultato è che le condizioni praticate sulle due rive dell'Oceano differiscono un bel po'. In America, ad esempio, la cilena Enersis, l'ente elettrico del Paese sudamericano che vanta ottime credenziali finanziarie, sta pagando 1,87% punti in più sul Libor per un prestito a tre anni in dollari, contro uno spread dello 0,32% a maggio. In Europa, la Banca Nazionale di Ungheria, che vanta un rating analogo all'Enel cilena, ha ottenuto un prestito con uno spread dello 0,35%. Per chi vuol indirizzare i propri investimenti sul mercato obbligazionario, quindi, meglio la piazza Usa che quella europea. Magari attraverso un buon fondo d'investimento specializzato nell'obbligazionario Usa.

Persone citate: Fumagalli