«L'Europa ci ha salvati dal ciclone Asia» di Fernando Mezzetti

«L'Europa ci ha salvati dal ciclone Asia» «Sui tassi Fazio ha avuto una giusta prudenza. La Fiat? Spero che diventi globale» «L'Europa ci ha salvati dal ciclone Asia» Umberto Agnelli: ma ora ridurre tasse e costo lavoro TOKYO DAL NOSTRO INVIATO Dall'aula magna della prestigiosa Keio University, Umberto AgneUi, presidente dell'Ini, esprime le preoccupazioni europee per l'Asia, ma fiducia nelle possttàlità di ripresa del Giappone. E auspica che Tokyo promuova «un mercato con "regole" nella regione», contribuendo alla costruzione di regole mondiali basate sul triangolo Europa, Stati Uniti, Giappone stesso, che dovrebbe guardare all'Euro come schema per un sistema monetario comune in Asia. Globalizzazione, ma non selvaggia. Afferma la necessità e l'urgenza di riforme nella costruzione europea, rese più che mai urgenti dal suo allargamento e dalla moneta unica, che influirà anche sui sistemi fiscali, sui costi del lavoro e sulla contrattazione sindacale, puntando al traguardo della nascita dell'Europa politica. In questo quadro, valuta positivamente l'abbassamento del tasso di sconto avvenuto l'altro giorno in Italia: «Il governatore Fazio ha avuto una giusta prudenza nella difficile situazione politica. Evidentemente ha giudicato che questa situazione è superata e quindi si avvicina al tasso di sconto di fine anno», dice riferendosi alla convergenza europea dei tassi prevista dai trattati, aggiungendo: «Questo è sicuramente positivo per l'economia. E' un giudizio pohtico, anche del governatore». Davanti a un uditorio studentesco attento e preparato, a cui fa l'elogio della globalizzazione purché governata da regole condivise, e che dopo la lezione lo tempesta di domande anche sulla Fiat, auspica che il gruppo torinese diventi un'impresa globale, non solo internazionale come è stata finora, dicendo che l'Asia, dove opera solo in Cina producendovi camioncini, è «un punto debole». Umberto Agnelli parla in un luogo carico di significato storico. E' stata la prima Università fondata nella metà del secolo scorso, voluta da Yukichi Fukuzawa, protagonista della modernizzazione, trasformatore della lingua per introdurre e far accettare concetti occidentali come società o indivi¬ duo, volta alla preparazione di una classe dirigente moderna e aperta. Nacque non come Università per burocrati, ma per imprenditori che sentissero responsabilità sociali, e il suo primo stabile si chiamava «palazzo del come fare discorsi», cioè creare pobtica, fare impresa con senso del sociale. fl presidente dell'Ifil indica quella che, dice, potrebbe sembrare un'utopia ma che potrà essere dettata dalla storia, come è avvenuto in Europa: «La lunga marcia verso un sistema monetario comune in Asia, o di riferimento», sul modello europeo. E' un amico di lunga data del Giappone, è qui come membro di una ristretta giuria che oggi conferisce il Premio Imperiale a cinque personalità dell'arte e della cultura internazionale, e fa un discorso «globale», spaziando dall'Europa all'Asia. Così, richiamandosi all'Europa e prendendo a prestito dalla Cina l'archetipo della Lunga M; mdica àV'Sóì tìèvante un ruolo trainante per l'Asia e il mondo,-ji- stnSrae^e^E^rop^le cui difl>^ colta sono state e sono stimolo al cambiamento. La moneta unica sarà molto di più dell'elemento tangibile dell'unificazione, e avrà effetti di larga portata: ai timori per la perdita di sovranità monetaria da parte degb Stati, si imiscono quelli che la banca centrale europea «avrà come obiettivo prevalente la stabihtà dei prezzi, tenendo in secondo piano la crescita economica e il contenimento della disoccupazione». E la diversità delle economie potrebbe rivelarsi «incompatibile con una pobtica monetaria unica». Di qui, in vista dell'Euro, un richiamo tutto italiano alla pressione fiscale, all'efficienza burocratica, al costo del lavoro, al sindacato: «I Paesi con minor carico fiscale saranno avvantaggiati: da loro un medesimo prodotto costerà meno, e gli altri Paesi saranno sicuramente indotti a correre ai ripari»; per cui si avrà «una automatica convergenza di sistemi fiscali in materia di beni e servizi, ma anche convergenza di costi burocratici e di costi del lavoro». Perciò l'Euro «è destinato ad avere ripercussioni quasi immediate su settori apparentemente distan- RbdSdsnescdttedec tissimi dalla moneta. Penso ad esempio aUa contrattazione sindacale: dubito che resterà un fatto esclusivamente nazionale». L'Unione Europea, quindi, non come fatto monetario, ma nelle sue conseguenze nelle relazioni d'impresa per mantenere e rafforzare competitività. Ma considerata soprattutto sul piano pohtico. Con l'Euro, grazie al quale la crisi asiatica si è fermata sulla soglia dell'Europa, l'Unione «farà certamente colitica estera economica nei confronti deUe altre grandi regioni dell'economia mondiale Europa». E ciò determina la contraddizione con la mancanza d'una pobtica estera e di sicurezza dell'Europa nel suo insieme, da cui si potrà uscire solo con una Unione Europea pobtica, per la quale saranno necessari cambiamenti nei meccanismi e neUa struttura. Conclusa la conferenza e il dialogo con gb studenti, Umberto AgneUi precisa ai giornalisti il suo pensiero sulla Fiat e sul suo ruolo nel mondo: «Era un discorso nell'ambito deUa globalizzazione. La Fiat sta facendo sforzi in questa direzione, ma oggi è un'azienda ancora solo internazionale, non è globale. Speriamo che lo diventi. Ci sono tanti modi per diventarlo dice U presidente deU'Ifil - e questo fa parte delle responsabilità del management: ad esso spetta valutare se è necessario, e come farlo». Fernando Mezzetti min

Persone citate: Umberto Agnelli, Umberto Agneui