I signori degli anelli

I signori degli anelli Dal piercing ai tatuaggi: supplizi e prove di coraggio che seducono il 10 per cento dei giovani I signori degli anelli Farsi perforare, moda che cresce TORINO. Piccola anima, piccolo tatuaggio, dicono nell'ambiente. Ti disegnano dall'inflazionata farfallina frou frou sulla caviglia (ottima per yuppies) alla decorazione totale stile Maori, scelta da Angelo, pensionato Fiat, che dopo la morte della mamma ha detto: «Adesso faccio quello che voglio di me stesso». Dalla testa (pelata) ai piedi. L'ex travet ora è una star. Lo chiamano discoteche e guru e a 60 anni ha cominciato la sua seconda vita. «Che male mi fai», si lascia andare Fabrizia. Anche lei ha l'anima grande, a guardarne il corpo. Mauri le perfora il gomito, 3 mila trafitture al minuto, con baccano da trapano dentistico. Il sangue esce appena, mentre un demone prende forma da un pugnale marchiato sul braccio. Sul seno ruggisce già un drago, collegato da una spirale sulla spalla a denti di squalo e a un reticolo che scende sull'altra spalla a evocare un mostro. «Vedi? Sono carne da incidere». Fabrizia, 33 anni, sarta, geme. Il supplizio è solo agli inizi. «Qualcuno sviene, i più straparlano», dice il suo torturatore. Sono qualche milione le donne e gli uomini come Fabrizia. «Almeno il 10% dei giovani», secondo Alessandra Castellani, che li ha studiati in «Ribelli per la pelle». «Moderni primitivi». Una tribù che sta inglobando genitori e nonni, «ricchi e poveri, di destra e sinistra». Si colorano con i tatuaggi, si punzonano con i ciondoli del «piercing», si scarnificano con i marchi a fuoco del «branding», si allargano a dismisura i lobi delle orecchie con lo «stretching», si inseriscono gioielli cutanei, si applicano miniprotesi sottocutanee. In Italia, come in Gran Bretagna, Germania e Francia, esplode l'offerta di chi «dipinge e fora la superficie per far volare il tuo spirito», secondo un anonimo Luca perso su Internet. «Ci sono, forse, 5 mila studi, per non parlare del sommerso, molti improvvisati», osserva Castellani: «Ho visto rondini simili ad aquile e leoni con la permanente invece della criniera». Per Fabrizia la nuova vita è cominciata a 23, quando si fece tatuare per la prima volta sul seno. «In quel momento diventai padrona del mio corpo! Sapessi quante ragazze mi invidiano». La guarda dolcemente Mauro Giraudì, nello studio torinese «Tattoist», imo dei più vecchi d'Italia. «Da 10 anni disegno il suo corpo e lo punzono e racconto una storia, quella che le prepara il passaporto per l'aldilà». Tatuarsi e forarsi è una prova di coraggio per rinascere, eppure la morte incombe sempre. «Questo teschio che fuoriesce da un drago l'ho fatto due anni fa, per commemorare un amico che se n'è andato», dice Fabrizia. L'ago continua a lavorare e lei a gemere. Con il pennarello Mauri ha tracciato Indra, divinità dai 4 occhi che fissa «il trascendente e il materiale». Poi friziona la pelle con una soluzione antibiotica e parte il rito con la pistola sadomaso sputacnlori. «Porto in superficie ciò che è sepolto nel sé». E Fabrizia an¬ nuisce, ma fa fatica a spiegare che i demoni sono esorcismi protettivi, che i geroglifici sul petto alludono all'abbondanza nel linguaggio figurato dei Mari del Sud, che gli anelli su capezzoli e clitoride intercettano energie positive. Non è solo l'afasia del dolore. «E' come se mi chiedessi i miei pensieri». E' come pretendere da un santone tibetano la formula per trascorrere una notte sulla neve, asciugando con il calore del corpo i panni inzuppati che gli allievi gli gettano addosso. «Su Fabrizia si agitano le fiamme del dolore e raccontano che risorge- remo», spiega Mauri. «Anch'io mi sono tatuato i segni della potenza: li incarno e dunque sono. Il mio terrore è che qualcuno me li rubi: ho lasciato scritto che voglio essere bruciato subito dopo morto. E' la paura di noi tatuati. Dicono che a volte negli obitori taglino i pezzi di pelle migliori per collezionarli». Leggenda metropolitana? Di certo, «farsi segnare è un rito di passaggio, ecco perché l'atmosfera è così mortifera», osserva Castellani. «Si ratifica un'identità, tipo skinhead, 0 la si cerca, e non solo. Si evocano anche i trapassati: a Roma, Paolo Monaco ritrae sul corpo dei genitori 1 figli prematuramente morti». Fabrizia saltella perché Indra brucia. «Ma anche i vecchi tatuaggi ogni tanto pizzicano. Parlano». Dovrà tenere la benda per qualche ora, «aspettare che guarisca la ferita», dice Mauri, sfilandosi i guanti. «Non.bispgna toccarla per evitare, infezioni». Mostra l'attrezzatura che mette al riparo i clienti dai rischi di epatite e Aids. «Peccato che sono ancora pochi gli studi sicuri dal punto di vista igienico», incalza Giuseppe Serra, presidente dell'Associazione tatuatoli. «Non più di 3400. Ma sono 40 volte di più i dilettanti. In quelli ci metto il punkabbestia dei giardini del Molosiglio, qui a Napoli, che chiede 5 mila lire». Le tariffe vere partono da 120 mila per il «patto di sangue», come lo chiama la studiosa Luisa Faraoni Gnecchi. «L'ultima tendenza è quella del simbolo sempre più personalizzato: qualcuno vola in Borneo per trovarlo» e altri - aggiunge Castellani - «continuano a cercarlo per tutta la vita». Mauri indica la foto del rito dell'O-Kee-Pa. «Questo indiano si lascerà cadere in modo da strapparsi lembi di pettorali. Sta per diventare immortale». Fabrizia applaude. Gabriele Beccaria «Ultimo trend il simbolo personali2zato sulla pelle, ma alcuni genitori si fanno incidere il ritratto del figlio morto» Anche gli adulti si lasciano attrarre E' diventata una star il pensionato che si è dipinto tutto il corpo Tatuaggi e piercing seducono i giovani Nella foto accanto un cultore della pelle marchiata