Abbandono la scuola dei boss»

Abbandono la scuola dei boss» A Secondigliano è polemica. Il sindacato: «Qui non basta la visita del ministro» Abbandono la scuola dei boss» // profpicchiato per ordine di un allievo accusa i colleghi NAPOLI. L'aggressione a un insegnante che ha rimproverato in classe il figlio di un boss? «E' solo un episodio». E le minacce, e il silenzio omertoso degli altri docenti, a cominciare dalla reticenza del preside? «Niente di tutto questo. Ho ascoltato tutti, e vi prego di scrivere che questo è un ottimo istituto, encomiabile, con risultati superiori alla media nazionale e dove gli insegnanti fanno il loro dovere». Parola di Luigi Berlinguer, ministro della Pubblica Istruzione, che ieri mattina è arrivato nella scuola media «Pascoli II» di Secondigliano. Ma come si spiega il fatto che il preside continua a dire di non conoscere neanche il nome dell'alunno mandante dell'aggressione? «Non è di mia competenza occuparmi di questi problemi», taglia corto il ministro. Ma convince fino a un certo punto l'assoluzione dei docenti del «Pascoli II», accusati di avere avvolto per quattro giorni un episodio così grave in un silenzio che ha il sapore della paura. Appena l'altro giorno il professore Giuseppe Almoto, uno degli ispettori inviati dal provveditore agli studi nella scuola di Secondigliano, aveva ammesso che «sono occorse cinque ore per capire che cosa è accaduto» e che «c'è stato un atteggiamento molto riservato da parte del personale». Qualche perplessità è espressa anche dal sindacato. Dice il segretario della Cisl scuola, Ciro Di Francia: «Apprezziamo la presenza del ministro e condividiamo l'invio degli ispettori, ma c'è bisogno di ben altro». Di che cosa? «Ci vuole un'iniziativa che veda a sostegno della scuola anche la presenza dei ministri del Lavoro e dell'Interno. Ad ogni modo il sindacato si costituirà parte civile se vi sarà un processo contro i responsabili dell'aggressione». I picchiatori sono stati identificati dalla polizia, che ha già inviato un'informativa al magistrato. «E' stata una vendetta, anche se non so da parte di chi: ricordo solo due persone che mi hanno picchiato», racconta CI., l'insegnante aggredito che dopo cinque giorni di silenzio ha deciso di parlare da un letto dell'ospedale di Eboli in cui è ricoverato. La paura gli si legge ancora negli occhi, mentre dice di avere «un ricordo molto confuso» di quel giovedì mattina. «Non so ancora quando tornerò al lavoro: chiederò il trasferimento, spero che mi venga concesso - aggiunge -. Tutto il clamore suscitato da questa vicenda mi preoccupa non poco: non voglio assolutamente che siano criminalizzati gli alunni che devono essere tutelati nella loro crescita. Se esprimo sdegno per il comportamento degli adulti che fanno della violenza un modo di vita, ai ragazzi va tutta la mia comprensione e spero che quanto è accaduto serva loro affinché ripudino per sempre comportamenti sbagliati». Ma le ultime, più amare parole l'insegnante le riserva ai professori: «Ciò che più mi ha sconcertato è stata la mancanza di solidarietà dei miei colleghi», [f. mil.] Il ministro Luigi Berlinguer

Persone citate: Ciro Di Francia, Luigi Berlinguer

Luoghi citati: Napoli