Malpensa, terzo giorno di passione di F. Poi.

Malpensa, terzo giorno di passione Anche ieri nel nuovo scalo intercontinentale aerei cancellati e voli in forte ritardo Malpensa, terzo giorno di passione Ma i dirigenti sono ottimisti: il peggio è passato MALPENSA (Varese) DAL NOSTRO INVIATO «Pegaso va», incrocia le dita Giuseppe Bonomi, il presidente di Sea. E se va il sistema informatico, quello che ha messo in ginocchio questo scalo sin dal primo minuto, Malpensa 2000 inizia a decollare. I ritardi nei voli sono contenuti nella mezz'ora o nei sessanta minuti, nessuna tratta è stata dirottata su altri aeroporti, solo 31 voli vengono cancellati. «Continuiamo a volare con una frequenza di 44 movimenti all'ora, con punte di cinquanta», spiega ancora Bonomi. E rivela così la vera carta vincente dello scalo, partito troppo in fretta, troppo velocemente a regime, fino alla crisi delle prime 48 ore. «La situazione è leggermente migliorata, non siamo ancora soddisfatti ma adesso iniziamo a essere ottimisti», si sbilancia lui in questo deserto di marmi e vetri e colori tenui. Con i computer che vanno al passo insieme al personale, in parallelo. Monsignor Milingo, davanti agli imbarchi internazionali, si porta le mani alla testa. Ha solo perso i suoi accompagnatori. E figuriamoci se poteva disperarsi per la situazione nello scalo, lui che esorcizza i demoni e qui al massimo c'è solo da registrare un programma di computer. Gianni Morandi, in partenza per la Maratona di New York, si imbarca con solo un'ora di ritardo. «Credevo peggio», dice con la sua faccia inossidabile da inguaribile ottimista. Qualche malumore c'è ancora alla consegna dei bagagli, il vero tallone d'Achille dell'aeroporto. Sei, settemila valigie sono ancora in giacenza. Si lavora a mano, i passeggeri non gradiscono il disservizio. «Si dimettano tutti», urla Aldo Masella, arrivato qui da Trieste. «Non faccio denunce alla polizia, ma sono pronto ad andare a cercare la mia valigia da me», giura un altro, in arrivo da Cagliari. Gli dicono no, si vede che non è affatto contento. «Dobbiamo ringraziare i lavoratori di Sea che si sono impegnati al massimo», omaggia il presidente Bonomi. La risposta è al vetriolo. «I passeggeri stanno pagando l'ostinazione di chi ha voluto aprire lo scalo il 25 ottobre», precisa Dario Balotta della Fit-Cisl. «Sulle piazzole è il caos, potrebbero esserci anche problemi di sicurezza», rincara la dose. «E non facciano paragoni con Hong Kong, là sono andati in crisi con un volume di 5Q milioni di passeggeri annui, non di 15 come qui», respinge gli accostamenti di chi guardando al passato pensa che mal comune sia quasi un mezzo gaudio. «Comunque si vola», fanno gli ottimisti. E allora fa niente se in arrivo da Casablanca si passa dai gate comunitari, quelli dove non si dichiara nulla, quelli dove i controlli sono solo una formalità. Fa niente se il Caracas dell'Alitalia partito lunedì con 10 ore di ritardo arriverà qui solo a sera, 600 minuti dopo l'orario previsto. Fa niente se ci vogliono due ore d'attesa per andare ad Amsterdam, Tokyo, Boston e Reggio Calabria. 0 se per San Paolo del Brasile bisogna aspettare sette ore. • C'è anche chi, come i passeggeri a bordo dell'Alitalia Az 307, anziché atterrare alle 15,10, arrivano addirittura cinque minuti prima, scendono a terra nei tempi regolari e quasi tutti hanno il bagaglio in tempi umani. Per un gruppo di fortunati, c'è chi sconta ancora il caos. Otto ore di ritardo per il Varig in arrivo da Fortaleza. L'Unione consumatori propone che i passeggeri in ritardo facciano reclamo e incassino le 75 mila all'ora previste dai regolamenti internazionali. «Possono fare ricorso alle compagnie», dirotta preventivamente il presidente di Sea. Costretto però ad ammettere: «Le.compagnie naturalmente possono rivalersi su di noi, ma questo non è ancora accaduto». «Le difficoltà sono state nei caricamenti dei settori informatici», spiegano per l'ennesima volta quelli di Sea. «Sì, Pegaso lo abbiamo elaborato noi, è un nostro software», confermano. Adesso che i numeri iniziano ad essere allineati, che i monitor iniziano a dare informazioni esatte anche ai passeggeri. «Abbiamo però ancora qualche problema, il gate di partenza possiamo comunicarlo solo mezz'ora prima», dice una hostess di Air France. E a quei 30 minuti di calvario, con 560 voli per aria, i 30 mila passeggeri di ieri quasi non badano più. [f. poi.]

Persone citate: Aldo Masella, Bonomi, Dario Balotta, Gianni Morandi, Giuseppe Bonomi, Milingo