«Pronti a vigilare le coste albanesi» di Daniela Daniele

«Pronti a vigilare le coste albanesi» D'Alema: controllo più efficace sui traffici di profughi. Insediata la Consulta sui problemi degli immigrati «Pronti a vigilare le coste albanesi» Piano del governo, oggi laJervolino a Tirana ROMA. Se l'Albania non è in grado di vigilare sulle proprie coste, lo potrebbe fare l'Italia. Il nostro governo è pronto. «Possiamo - dichiara Massimo D'Alema - dispiegare le forze necessarie per un controllo più efficace sul traffico delle persone, soprattutto dai porti dell'Albania meridionale». Così il presidente del Consiglio intende debellare il mercato di vite umane che si consuma in Adriatico: bloccandolo alla radice. La sorveglianza delle coste, s'è visto, è quasi impossibile, perché «questa gente, non appena approda, viene fatta scomparire da organizzazioni ramificate». Questa, dunque, la proposta che, oggi, il ministro dell'Interno, Rosa Russo Jervolino, porterà a Tirana. Un morto, gente derubata e gettata in mare, bambini abbandonati sugli scogli: ne avrà di argomenti da discutere, il ministro, con il premier Pandeli Maiko e con il ministro dell'Interno albanese Petro Koci. Nella sua prima missione all'estero, affiancata dal sottosegretario Nicola Sinisi, dal capo di Gabinetto prefetto Bruno Ferrante e dal capo della polizia, prefetto Fernando Masone, l'onorevole Russo Jervolino intende sollecitare le autorità albanesi al rispetto delle intese. Accordi che prevedevano il massimo sforzo per porre un freno alle ondate di clandestini dall'Albania, in cambio della collaborazione italiana al rilancio di quel Pae¬ se. Un movimento di centinaia di persone che s'imbarcano non può passare inosservato e c'è il sospetto che, al largo della costa albanese, sia ancorata una nave «canguro» che rifornisca i clandestini di gommoni. Ma ieri s'è anche guardato al fenomeno dell'immigrazione da un'altra angolatura. Ci ha pensato il ministro della Solidarietà Sociale, Livia Turco, a riportare la situazione entro termini meno allarmistici, nel presentare, a Pa¬ lazzo Chigi, l'insediamento della «Consulta per i problemi degli stranieri immigrati e delle loro famiglie», formata da rappresentanti delle associazioni di immigrati, dei sindacati, dei datori di lavoro, delle autonomie locali e da un gruppo di esperti, tra i quali compare l'ex Guardasigilli Claudio Martelli. Livia Turco ritiene necessario «battersi contro quella cultura dell'emergenza che porta a identificare il problema dell'immigra¬ zione con gli sbarchi dei clandestini». L'immigrato, ricorda il ministro, non è soltanto questo, «ma è, piuttosto, la realtà che sta modificando la scena sociale e culturale del nostro Paese, la scuola, le aziende, i quartieri». E se è sacrosanto «opporre la massima severità e fermezza ai mercanti di morte che mandano allo sbaraglio uomini, donne e bambini», lo è altrettanto lavorare per consentire la totale integrazione di quel milione di immigrati che regolarmente partecipano alla vita e al lavoro del nostro Paese. Anche Claudio Martelli consiglia di smorzare i toni nell'affrontare l'argomento immigrazione. D'accordo sull'esigenza di rafforzare i presidi di sorveglianza italiana al di là dell'Adriatico, ma convinto che una confusione tra clandestini e immigrati sia nociva, in ugual misura, agli italiani e a quegli stranieri, un milione (e in dieci anni il numero è rimasto quasi invariato), che lavorano e pagano le tasse e per i quali è giusto affrontare anche il problema della partecipazione politica, «seppure a livello locale». Giornata cruciale, dunque, quella di oggi. Molto dipenderà da come il governo di Tirana risponderà al nostro ministro dell'Interno. Ieri D'Alema si è detto fiducioso: «La sinergia tra le autorità albanesi e quelle italiane potrà presto intensificarsi ulteriormente». Nello scrivere al primo ministro albanese, il presidente del Consiglio aveva anche riaffermato «il sostegno dell'Italia al pieno consolidamento delle istituzioni democratiche albanesi ed allo sviluppo civile, economico e sociale del Paese» che «resta una scelta su cui continueremo a dar corso con pieno senso di respon sabilità, allo scopo di consentire all'Albania di riassumere pienamente il suo posto nella grande famiglia delle nazioni europee». E' quanto tutti si augurano. Tut ti, tranne i mercanti di schiavi che continuano ad attraversare l'Adriatico. Daniela Daniele A sinistra un gruppo di clandestini A destra il ministro dell'Interno, Rosa Russo Jervolino che oggi sarà a Tirana