Un no dall'Europa di F. Man.
Un no dall'Europa Un no dall'Europa I Quindici a Primakov «Esclusi aiuti diretti» BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sì alla concessione dei finanziamenti del Fondo monetario internazionale al più presto possibile, ma nemmeno un accenno a un aiuto diretto dall'Unione europea. I Quindici ribadiscono la loro linea di estrema prudenza nei confronti della crisi russa e concedono credito limitato alle riforme che il nuovo governo sta mettendo in cantiere. Un credito testimoniato appunto dall'invito al Fmi di sbloccare la tranche da 4,3 miliardi di dollari (su un prestito complessivo di 22 miliardi di dollari) congelata da settembre, dopo che Mosca aveva sfiorato il vuoto istituzionale e il crack finanziario. Il vertice Ue-Russia che si è tenuto ieri a Vienna, sede della presidenza di turno dell'Unione, è stato caratterizzato dall'assenza di Boris Eltsin, segno tangibile dei rischi di crisi istituzionale che la Russia continua a correre con un presidente in pessime condizioni di salute. Al suo posto'è arrivato il primo ministro Evgenij Primakov per chiedere di nuovo l'aiuto dell'Unione europea e delle organizzazioni internazionali, condizione necessaria per rimettere in carreggiata l'economia russa e evitare il pericolo del mancato pagamento dei debiti internazionali. Ma il groviglio della crisi è tale che l'Fmi è pronto a dare il via libera ai quei finanziamenti - che la Russia ritiene necessari per uscire dall'impasse - solo se avrà garanzie che Mosca attuerà le riforme necessarie per rivitalizzare il sistema bancario, dare un minimo di credibilità al rublo e garantire condizioni che possano permettere il ritorno degli investitori stranieri. L'incontro di ieri è servito quindi a Primakov più che altro a chiedere - e in parte a ottenere - un giudizio positivo da parte dei Paesi dell'Ue sui suoi programmi. «Valutiamo positivamente i negoziati tra la Russia e il Fondo monetario internazionale - afferma infatti il Cancelliere austriaco Viktor Klima - e vorremmo che terminasse rapidamente, perché la Russia deve poter contare sulla tranche di finanziamenti concordata per presentare un buon programma economico». E lo stesso Primakov si dice ottimista: «Il presidente della Commissione Santer e il Cancelliere Klima si sono mostrati soddisfatti, per me è un incoraggiamento». Ma che la Russia debba ancora fare molta strada sul cammino delle riforme economiche, lo dimostra il comunicato congiunto firmato dai partecipanti alla fine dell'incontro, che cita la necessità di «una politica economica credibile e applicabile, essenziale per rispondere agli urgenti bisogni sociali, per rispettare gli impegni internazionali e ripristinare la fiducia dei mercati e la stabilità della moneta» e parla della «necessità di fare sforzi per far avanzare i negoziati per l'ingresso della Russia nell'Organizzazione mondiale del commercio». Prima che queste difficili condizioni siano soddisfatte appare assai improbabile che i Quindici si impegnino direttamente per un aiuto finanziario alla Russia. Anche ieri si è discusso di cooperazione in diversi campi, compreso quello a cui Bruxelles è molto sensibile della messa fuori uso delle vecchie centrali nucleari, ma non si è accennato a finanziamenti da parte dell'Unione europea. [f. man.]
Persone citate: Boris Eltsin, Evgenij Primakov, Primakov, Santer, Viktor Klima
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