La Nato rimette la sicura

La Nato rimette la sicura Gli osservatori Osce confermano: l'esercito serbo sta ritirandosi dal Kosovo La Nato rimette la sicura A Milosevic una proroga indefinita ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Il presidente jugoslavo Milosevic è riuscito all'ultimo minuto ad evitare i bombardamenti della Nato. A poche ore dal secondo ultimatum delle forze alleate, che scadeva alle 7 di ieri sera, Milosevic ha dato ordine di ritirare dal Kosovo una buona parte delle truppe dell'esercito e della polizia speciale. «Tra lunedì e martedì più di 4000 poliziotti hanno lasciato il Kosovo» ha dichiarato a Pristina il portavoce dell'Osce Mons Nyberg. Per tutta la giornata di ieri colonne di mezzi militari hanno traversato le strade principali della regione. Di fronte a questi segnali il Consiglio dei ministri della Nato riunitosi ieri pomeriggio a Bruxelles ha deciso di prorogare a tempo indeterminato l'ordine di attivazione. Questo significa che la minaccia di un intervento militare contro le postazioni serbe rimane, ma non sono state fissate nuove scadenze da rispettare. «Tra ieri notte e stamane abbiamo avuto notizie positive dal Kosovo» ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca Joe Lockhart. «Grazie alle pressioni e alla determinazione della Nato Belgrado ha fatto passi sostanziali nell'adempimento delle condizioni poste dalla comunità internazionale» ha aggiunto Lockhart. Il grande movimento di truppe nel Kosovo è stato confermato dagli osservatori della missione diplomatica stazionati nella regione, anche se non ci sono tuttora stime precise sul numero degli uomini che si sono ritirati. Una lunga colonna di autoblindo della polizia è partita in mattinata da Malisevo, l'ex roccaforte degli indipendentisti alba- nesi rasa al suolo dalle truppe di Milosevic in agosto. Alla stazione ferroviaria di Pristina decine di blindati sono stati caricati su un treno diretto in Serbia. La televisione jugoslava ha continuato a mostrare le immagini dello smantellamento massiccio di posti di blocco della polizia. Senza alcuna spiegazione ufficiale Milosevic ha persino silurato il capo dei servizi segreti Jovica Stanisic. Fedele alleato del presidente jugoslavo, nonché uno degli uomini più potenti della Serbia, Stanisic sarebbe stato sacrificato in quanto responsabile di alcune operazioni della polizia speciale nel Kosovo. «Abbiamo i dati che i serbi stanno adempiendo alle richieste della Nato. Migliaia di agenti delle forze di sicurezza stanno abbandonando il Kosovo. Si tratta di un passo in avanti sostanziale. Ma c'è di più. I profughi albanesi nascosti nelle fore¬ ste stanno cominciando a ritornare alle loro case» ha dichiarato l'inviato speciale americano Richard Holbrooke, autore dell'accordo con Milosevic. In una nota ufficiale il ministro degli Affari esteri di Mosca ha chiesto l'immediata sospensione dell'ordine di attivazione della Nato, affermando che Belgrado ha riempito tutte le condizioni richieste, mentre i guerriglieri dell'esercito di liberazione del Kosovo hanno approfittato della situazione per riprendere il controllo del terreno. «Non sono vere le voci che ci accusano di occupare le posizioni abbandonate dalle truppe serbe. Gli albanesi erano qui da prima e stanno ritornando alle loro case, mentre se ne stanno andando via quelli che non sono mai stati invitati a venire» ha detto il capo, dell'ala politica dell'Uck Adem Demaqi, aggiungendo che i guerriglieri separatisti albanesi rispetteranno il cessate il fuoco proclamato unilateralmente finché i serbi si asterranno da nuove provocazioni. Alla domanda che cosa ne è dei due giornalisti della Tanjug, l'agenzia di stampa jugoslava, presi in ostaggio dieci giorni fa dall'Uck, Demaqi ha risposto: «Sono al sicuro. Ma il mondo non dovrebbe preoccuparsi più di tanto per loro due, perché ci sono stati finora 1450 albanesi sequestrati, anche se le autorità serbe dicono che non esistono e che non ne sanno nulla». Ingrid Badurina Gli Usa: Belgrado ha fatto passi sostanziali nell'adempimento delle condizioni dell'Occidente Mezzi militari serbi caricati su un treno in partenza dal Kosovo e, sopra il Segretario della Nato, Javier Solatia