Schroeder re della Repubblica di Berlino di E. N.

Schroeder re della Repubblica di Berlino Sedici voti in più della maggioranza necessaria, lo ha votato anche qualche neocomunista Schroeder re della Repubblica di Berlino // primo Cancelliere a omettere la formula: Dio m'aiuti BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Gerhard Schroeder è il settimo Cancelliere della Repubblica federale, il terzo socialdemocratico dopo Willy Brandt e Helmut Schmidt ad assumere l'incarico. Il Bundestag lo ha eletto ieri mattina al primo scrutinio (segreto) con sedici voti in più rispetto alla maggioranza necessaria di 335 voti: dei 666 presenti (su 669 deputati, un numero record), i «sì» sono stati 351 (pari al 52,7 per cento), i «no» 287, le astensioni 27. Per la prima volta anche alcuni deputati dell'opposizione - almeno sette, presumibilmente neocomunisti della Pds, che aveva tuttavia consigliato l'astensione hanno votato in favore del nuovo Cancelliere, che era arrivato in Parlamento insieme alla moglie Doris, e che poco dopo l'elezione ha giurato insieme ai suoi quindici ministri nelle mani del presidente del Bundestag, il socialdemocratico Wolfgang Thierse, e del presidente federale Roman Herzog. Omettendo dalla formula di rito - a differenza di Helmut Kohl e di tutti i suoi predecessori, ma come la Costituzione gli consentiva di fare - il riferimento conclusivo a Dio («E Dio mi aiuti»), taciuto anche da sette ministri. Subito dopo il giuramento, e prima di convocare a tarda sera la prima riunione di governo, Gerhard Schroeder e Helmut Kohl si sono incontrati per uno scambio di opinioni che - ha fatto sapere il neo-Cancelliere - non resterà un caso isolato ma si ripeterà in futuro, «soprattutto nel campo della politica europea». Kohl sarà a portata di mano: dopo la rinuncia di Schroeder, che abiterà in una foresteria del governo in attesa del trasferimento a Berlino, l'ex Cancelliere potrà continuare ad occupare il «Bungalow della Cancelleria», per un affitto non precisato. Schroeder ha avuto del resto parole di stima e di elogio per il predecessore, del quale ha lodato soprattutto «il modo con il quale ha gestito il trasferimento del potere»: «La normalità con la quale Kohl ha agito è stata di grande aiuto al Paese», ha detto il nuovo Cancelliere. Garantendo tuttavia che il tempo delle lodi sta per scadere: «Le prometto che le renderò omaggio ancora una volta nella dichiarazione di governo (prevista per il 10 novembre, ndr). Poi basta». In un clima profondamente mutato rispetto alle asprezze di una campagna elettorale che secondo Schroeder non ha risparmiato «le ferite», l'incontro di ieri sera ha consentito a Kohl non soltanto di trasmettere al successore i principali dossier politici, ma di affidargli anche i giardini della Cancelleria e il «parco meraviglioso» che la circonda e si spinge fino al Reno, del quale Kohl è sempre stato un entusiasta ammiratore. Nella sua prima seduta, il nuovo governo ha deciso fra l'altro la partecipazione di duecento «osservatori» tedeschi alla missione Osce nel Kosovo. Stamane, il nuovo ministro degli Esteri Josckha Fischer volerà a Parigi e a Londra per le sue prime visite ufficiali. Domani incontrerà a Varsavia il collega polacco. [e. n.]

Luoghi citati: Berlino, Kosovo, Londra, Parigi, Varsavia