Cardinale: io, Cossiga e la tv di Fabio Martini

Cardinale: io, Cossiga e la tv Il ministro si racconta: amo Minoli e la Gruber. Il Cavaliere? Se vuole vedermi, non ha che da chiedermelo Cardinale: io, Cossiga e la tv «Berlusconi? Non sono un killer» INTERVISTA IL RESPONSABILE DELLE COJttUNICAHON! ROMA il ministro più atteso, circondato dalla curiosità .na anche da un sospetto insistente: è lui l'arma segreta di Cossiga contro Berlusconi? Salvatore Cardinale da Mussomeli, Calta-, nissetta, per il momento promette di parlare poco: «Nel settore delle comunicazioni basta una dichiarazione sbagliata per provocare sconquassi in Borsa...». Ma c'è un'immagine che non gli va giù e anche un siciliano misurato come lui affila le parole: «Io killer di Berlusconi? Chi dice questo, non mi conosce. Ho giurato fedeltà alla Repubblica e osserverò con rigore le regole. Sarò equanime e imparziale, valuterò sempre l'interesse dei cittadini. Salvatore Cardinale risponde a se stesso, senza negare i valori dell'amicizia che per me sono molto importanti». Al settimo giorno da ministro delle Comunicazioni, Salvatore Cardinale si racconta: progetti, rapporti personali con Cossiga, Mastella, Berlusconi, ma anche con il suo antico capocorrente ai tempi della De: Calogero Marmino. E anche le sue preferenze televisive, «da spettatore, non da ministro!»: l'intervistatore più bravo? Gianni Minoli. Il tg preferito? Il Tgl. E l'attrice? Sabrina Ferilli. Ministro, vogliamo dirla tutta? Molti dubitano sulla tenuta vostra e di Cossiga... «E sbagliano. Non saremo sleali con D'Alema. Competitivi, critici sì, ma sleali no. Non saremo i nuovi Bertinotti!». Lei che lo conosce bene: ■ perché Cossiga è tornato a fare politica? In cuor suo punta al Quirinale o gli basta essere «riabilitato» dalla sinistra che lo ha disarcionato? «Cossiga fa politica per ragioni diametralmente opposte a quelle da lei suggerite: fa politica per risarcire il Paese per gli onori che gli ha tributato. Cossiga non aveva bisogno di alcun risarcimento: oggettivamente un ex Capo dello Stato - come ama dire lui - è in uno stato di grande grazia». E lei che rapporto personale ha con Cossiga? «Ottimo. Voglio bene a Cossiga e lo dico con una punta di commozione. Gli sono grato perché ha voluto che io facessi il ministro e ha voluto che io fossi un ministro qualificato di questo governo». Il ministro delle tv vede spesso la tv? «Prima, ora che sono ministro non la vedo più. E mi dispiace». E prima quale era il suo tg preferito? «Da spettatore preferivo il tg che sa cogliere la notizia con un'immagine o con un titolo. Il Tgl, ma anche il Tg5». Ministro, si «sbilanci»: la sua conduttrice preferita? Gruber, Berlinguer o Busi? «La Gruber». E tra i grandi intervistatori? «Decisamente Minoli». Mentana meglio come direttore o come conduttore? «Meglio come conduttore!». La nazionalpopolare Carrà o l'impegnata Panetti? «Dico senza esitazioni la Parietti». Ferilli o Marini? «Non c'è dubbio: la Ferini. La Marini è troppo bambola, la Ferilli ha più anima». Ministro, prima o poi le faranno l'imitazione: lei è permaloso? «Ma no! L'imitazione mi divertirebbe molto e anzi se la fanno chiederò la cassetta». Le sembra ineluttabile il percorso che porterà Rete 4 sul satellite e Rai 3 senza pubblicità? «Sono in una fase di riflessione e di studio, vorrei avere un'altra settimana di "sabbatico". Ma la regola a cui sarà ispirata la mia azione è quella di assicurare un pluralismo che non provochi una frantumazione, che darebbe vita ad un vero Far West». Una voce racconta che Berlusconi vorrebbe incontrarla presto a quattr'occhi: è vero? «Ho ricevuto molte manifestazioni di consenso per il mio equilibrio. Se l'onorevole Berlusconi volesse incontrarmi, non avrebbe che da chiedermelo». Lei mostra un piglio orgoglioso: con Mastella ora che. rapporto ha? Da pari a pari? «Con lui ho una grande e fraterna amicizia. A lui riconosco doti non comuni: una bussola politica infallibile. E' generoso e questo a volte lo danneggia. A volte si accalora e diventa istintivo. E' l'amico con il quale ritengo di dover camminare insieme fino a quando farò politica. Lo dico molto seriamente». Lei invece che tipo è? Più freddo di Mastella? «Sì, credo di essere più freddo. Ho le mie passioni, i miei istinti, ma mi controllo. Mi avvalgo dell'adagio delle mie contrade: prima di parlare bisogna contare fino a dieci». Fino a dieci? Non era fino a tre? «Lo so. Ma io conto fino a dieci!». Dicono di lei: Cardinale è una «creatura» di Marmino... «Quando lo conobbi, nel 1976, era uomo estremamente intelligente, abile. Parlavamo lo stesso linguaggio, realizzare il verbo demitiano del rinnovamento nello scontro con gli andreottiani e i dorotei. Una battaglia che si colorò anche di alcune iniziative contro la mafia. Più tardi ho sentito cose su Marinino che mi hanno profondamente frastornato, vicende che vanno risolte nelle aule giudiziarie dai giudici, verso i quali ho il massimo rispetto». E per l'Udr? Vede un futuro di lunga alleanza con i Democratici di sinistra oppure un'alternanza tra il nuovo centro e la sinistra? «Per il futuro scommetto su un centro forte nella casa comune dei moderati. Certo, una cosa sono le preferenze, altro sono le previsioni». Vuol dire: lunga vita all'alleanza con la sinistra? «Io dico che strategicamente siamo alternativi alla sinistra, ma c'è una destra che blocca molti consensi moderati. La mia sensazione è che l'alleanza con la sinistra occuperà questo scorcio di legislatura, ma anche la prossima. A quel punto le due anime saranno cresciute e potrà finalmente affermarsi anche in Italia un bipolarismo di stampo europeo». Fabio Martini Il ministro Cardinale In alto Sabrina Ferilli e Alba Panetti

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