Conflitto di interessi

Conflitto di interessi Conflitto di interessi Polemica a distanza tra Cossiga e Agnelli L'avvocato Agnelli ROMA. Il senatore Giovanni Agnelli, poco prima del voto sulla fiducia al governo D'Alema, è intervenuto sul tema del conflitto di interessi sollevato nei giorni scorsi, a proposito di Ber•lusGG-ni)- -dal leader dell'Udì- Francesco Cossiga. «Non si può proibire a chi ha televisióni - ha detto l'Avvocato - di fare politica, come non si poteva proibirlo nel passato a chi aveva un giornale. Né si può obbligare qualcuno a vendere. Questo mi pare ovvio». Agnelli ha però sottolineato l'anomalia della situazione italiana: «Un Paese in cui ci sia qualcuno che ha una presenza televisiva delle dimensioni di quella dell'ex primo ministro Berlusconi non l'abbiamo visto. Quindi - ha aggiunto Agnelli - bisognerebbe vedere che cosa succederebbe se negli Stati Uniti o in Francia qualcuno, con una grossa presenza televisiva, facesse politica. Precedenti non ce ne sono, perciò è difficile commentare». All'intervento di Giovanni Agnelli ha subito replicato Cossiga: «Credo che il conflitto di interessi cominci ad interessare anche la famiglia Agnelli. Vedo che viene fatta una privatizzazione di un ente (ndr, la Telecom) che così da vicino interessa i cittadini e vedo che questa privatizzazione permette ad una sola famiglia con la proprietà dello 0,65% delle azioni di controllare quel che fino a ieri è stato patrimonio di tutti gli italiani». Alla frase di Cossiga l'Avvocato ha risposto affermando che, se di conflitto si tratta, «lo 0,6 per cento di Telecom è un conflitto minimo, il più piccolo che si possa immaginare...». Il senatore Agnelli, dopo aver votato la fiducia al governo, prima di lasciare il Senato si è fermato qualche minuto in aula per un breve colloquio con Massimo D'Alema. [r. i.] L'avvocato Agnelli

Luoghi citati: Francia, Roma, Stati Uniti