D'Alema: immigrati, accoglienza e fermezza di Daniela Daniele

D'Alema: immigrati, accoglienza e fermezza Il premier: guerra ai mercanti di carne umana che non esitano a gettare a mare i bambini D'Alema: immigrati, accoglienza e fermezza «Ma il problema è europeo» ROMA. Mai come in queste ore l'Europa è stata invocata. L'emergenza immigrati, che ha il doppio volto spaventato di chi fugge e di chi si sente «invaso», non può essere soltanto un problema italiano. L'ha detto chiaro il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema. L'hanno ribadito, con altrettanta chiarezza, il commissario europeo Emma Bonino, il ministro dell'Interno, Rosa Russo Jervolino, il ministro della Solidarietà Sociale, Livia Turco. A loro si è unito l'Osservatore Romano che ammonisce: «Nessuno ha il diritto di stare a guardare». D'Alema parla della necessità di intesa, tra il governo italiano e quelli europei, per una politica che sappia mettere in equilibrio il dovere dell'accoglienza e il diritto di opporsi all'immigrazione clandestina. Il presidente del Consiglio, riferendosi in Senato alla tragedia che si è consumata, e continua a ripetersi, nel Canale d'Otranto, «diventato ormai lo scenario emblematico delle contraddizioni e dei drammi del Mediterraneo», dichiara guerra alle organizzazioni criminali, ai «mercanti di carne umana che non esitano a gettare in mare i bambini». Ma per vincere questa guerra, ha sottolineato, occorre quella giusta proporzione tra accoglienza e fermezza che non sarà efficace se l'Italia non avrà al suo fianco gli altri Paesi europei. Più che giusto, secondo Emma Bonino, «ma per risolvere il problema dei clandestini, l'Europa non può intervenire», aggiunge. L'Unione Europea, spiega il commissario, è impotente: «La situazione del Kosovo è sotto gli occhi di tutti, da mesi. L'Italia, del resto, aveva tentato di impo stare una politica comunitaria in occasione del vertice di Amsterdam, ma non fu possibile arrivarci. E lo stesso vale per il con trailo delle frontiere e delle coste, dato che non esiste una forza di polizia europea». Il ministro Jervolino punta l'indice contro la negligenza del governo albanese: «Il governo italiano ritiene assolutamente inammissibile una disattenzione sulle partenze che avvengono da quelle coste». Domani sarà a Ti rana per incontrare le autorità albanesi e sollecitarle a prendere misure contro gli sbarchi di clandestini in Italia. Di ritorno da Tirana, si fermerà in Puglia, a Lecce e nel Salento, dove la si tuazione è più difficile. «Giovedì, poi - annuncia il ministro -, sarò a Bruxelles. A batter cassa». Giulio Calvisi, responsabile per i Democratici di sinistra sui temi deU'immigrazione, sostiene la proposta del ministro Turco sul ricorso a misure di protezione umanitaria contemporanea «Non dimentichiamo - osserva Calvisi - che esistono due proget ti, elaborati dalla Commissione europea, di "azione comune per la protezione dei profughi e degli sfollati". I progetti sono già pronti, ma non sono ancora ese cutivi». Il portavoce dei Verdi, Luigi Manconi, sostiene che sol tanto con un «concerto europeo» si potrà affrontare l'emergenza di questi giorni. E aggiunge: «La politica deU'immigrazione è uno dei banchi di prova del nuovo governo, perché si tratta di un punto stil quale si misura il grado di civiltà di un Paese». La Puglia, «regione di frontiera». A chiedere che venga riconosciuto questo status è il senatore di An Giuseppe Specchia. Oggi, intanto, a Palazzo Chigi, s'insedia la Consulta per i problemi degli stranieri immigrati. Daniela Daniele «L'Italia deve aver al fianco gli altri Paesi» Ma la Bonino: non esiste una polizia in grado di controllare le frontiere L'Osservatore: nessuno può stare a guardare A sinistra monsignor Ruppi. A destra i profughi sbarcati a Otranto