«Manca ancora un passo la richiesta del perdono» di Mimmo Candito

«Manca ancora un passo la richiesta del perdono» «Manca ancora un passo la richiesta del perdono» IL LEADER STORICO VITORIA DAL NOSTRO INVIATO Nella Spagna che ha compiuto la lunga traversata verso la democrazia, Mario Onaindia è un pezzo di storia. Giovanissimo, nel '73, dopo l'attentato all'ammiraglio Carrero Bianco fu uno degli imputati del «Juicio de Burgos». Lo condannarono a morte, perché era dell'Età. Ma fu salvato dalle proteste che si montarono in mezzo mondo. Quando la dittatura finì con la lenta consunzione di Franco, lui passò a fare politica nelle nuove Cortes, portando a Madrid le ragioni del nazionalismo basco. Oggi fa il senatore socialista.la sua barba è grigia. E allora, c'è da credere a questa tregua? «Diciamo che è una tregua tattica». Che vuol dire? «Che il vertice strategico dell'Età ha esaurito ogni altro percorso». Non aveva alternative? «Il terrorismo nazionalista è passato attraverso fasi distinte. Prima, durante la dittatura, ha attaccato direttamente lo Stato spagnolo: metter¬ ne in crisi l'autorità serviva a denunciare la debolezza della sua politica repressiva. La morte di Carrero Bianco fu il progetto più alto». Poi, con la democrazia? «Con la democrazia ha tentato di distruggere il legame che si andava creando tra società basca e sistema politico democratico. Ha attaccato ancora la guardia civil e l'esercito, ma anche le nuove strutture nate dal cambio di regime: l'Ertzaintza, per esempio, che è la polizia creata dagli stessi baschi». Ma nemmeno questa violenza discriminata ha offerto sbocchi politici praticabili. «Infatti, e ormai l'Età aveva alzato il tiro: ha fatto un attentato al primo ministro Aznar, ha cercato di uccidere re Juan Carlos, ammazzava sistematicamente i consiglieri comunali del partito di governo». E poi, che cos'è accaduto? «Molte cose. Forse anche la durezza della politica giudiziaria del governo, forse anche la mobiltazione straordinaria dell'opinione pubblica di tutto il paese dopo la morte del consigliere Miguel Angel Bianco, forse anche l'intervento fran¬ cese dall'altra parte della frontiera; ma certamente quello che ha dato la svolta è stata la pace irlandese. Con l'accordo di Stormont, è cominciato a filtrare il convincimento che i cambi politici non possono dipendere dall'esercizio della violenza». C'erano relazioni operative tra Età e Ira? «C'erano sicuramente contatti, e alleanze. Il nazionalismo nordirlandese ha sempre influenzato la storia del nazionalismo basco». E il vertice dell'Età ha allora elaborato una nuova linea... «Il vertice dell'Età di oggi sono i supplenti dei supplenti dei supplenti. Il carcere ha decimato le file dell'organizzazione, la nuova leadership è, presumibilmente, giovane, trentenni o quarantenni. E molti di loro non hanno responsabilità dirette». Che vuol dire, questo? «Che il fenomeno del terrorismo, dovunque, fu legato soprattutto alla storia di ima generazione, ci fu il Maggio francese e la guerriglia latinoamericana». Un'epoca chiusa? «L'abbandono della violenza è un processo iniziatico, assolutamente personale; non ci sono percorsi obbligati, nulla si ripete. E dallo Stormont l'Età ha colto soprattutto il forte mutamento di orizzonte: ha scoperto l'Europa, che è una frontiera assai più ampia di quella spagnola, o francese». Allora, di nuovo: un'epoca chiusa? «Mi ha impressionato che il portavoce dell'Età, nell'intervista alla Bbc, abbia rifiutato di chiedere perdono per le vittime di questi anni. E' un segnale negativo, come se nel fondo delle strategie ci si conservasse ancora lo spazio per una virata indietro». Si può superare questo rischio? «Il tempo aiuta. Quanto più la tregua tiene (an che se ci sarà ancora sangue), di tanto essa si tra sforma in definitiva. Ma intanto, per aiutare il processo di pace bisogna costruire prospettive concrete: lavoriamo pure sui grandi temi, però anche diamo spazio alle piccole realtà. Se lo vogliamo noi, la spada di Damocle non c'è più». ' Mimmo Candito

Persone citate: Aznar, Carrero, Carrero Bianco, Cortes, Juan Carlos, Mario Onaindia, Miguel Angel

Luoghi citati: Europa, Madrid, Spagna