Gerusalemme, il Vaticano alza il tiro

Gerusalemme, il Vaticano alza il tiro Il «ministro degli Esteri» del Papa: illegale l'occupazione della parte Est della Città Santa Gerusalemme, il Vaticano alza il tiro «Anche noi ai negoziati» CITTA' DEL VATICANO. Il Vaticano parla chiaro sul problema di Gerusalemme, e con ima ricchezza di dettagli senza precedenti. La Santa Sede vuole essere presente alle trattative fra Israele e palestinesi sullo status della Città Santa; ritiene che l'occupazione della parte orientale sia «illegale»; pensa che Gerusalemme possa essere la capitale di due popoli ; e fissa tre punti da inserire necessariamente in ogni accordo futuro sulla città. E' toccato al «ministro degli Esteri» del Papa, mons. Jean-Louis Tauran, illustrare in un incontro tra rappresentanti religiosi e conferenze episcopali la «Surnma» vaticana sul problema. Un documento per cui si può spendere senza esitazione l'aggettivo «stòrico», e per l'ampiezza e la profondità, e per la determinazione che ne è alla base. Adesso che i colloqui fra Arafat e Netanyahu si avvicinano alla fase fmale, la Santa Sede non vuole rischiare di essere esclusa da una discussione sui luoghi in cui Cristo visse e morì. La distinzione fra «questione dei Luoghi Santi e questione di Gerusalemme è inaccettabile per la Santa Sede»: così apre la sua lunga relazione mons. Tauran, spiegando che i «Luoghi Santi» traggono il loro significato, e il loro uso religioso e culturale «dall'intima connessione con l'ambiente circo stante», in termini geografici ma soprattutto in termini di «comu nità umana e dimensioni istituzio nali». Il riferimento è alla giudaiz zazione forzata della città vecchia. Ma la Santa Sede, asserisce Tauran, ha sempre parlato chiaramente: «La situazione attuale è stata causata ed è mantenuta con la forza». Il Vaticano in questo è in sintonia con la maggioranza della comunità internazionale, «espressa soprattutto nelle Risoluzioni delle Nazioni Unite». Dal 1967 una parte della città è stata occupata militarmente «e in seguito annessa. In quella parte della città si trovano la maggior parte dei Luoghi Santi delle tre religioni monoteistiche. Gerusalemme orientale è occupata illegalmente». Il Vaticano non si occupa solo degli aspetti religiosi di Gerusalemme, dichiara Tauran, ma anche del problema territoriale e politico: «Ha il diritto e il dovere di farlo specialmente fino a che il problema rimane irrisolto ed è causa di conflitto, ingiustizia, violazioni dei diritti umani, restrizioni della libertà religiosa e di coscienza, paura ed insicurezza personale». Non ci può essere una «soluzione unilaterale, o prodotta dalla forza», e «la pace e la coesistenza in Terrasanta e Medio Oriente non hanno un futuro se non si trova una risposta alla questione politica di Gerusalemme». Non c'è nulla che impedisca a Gerusalemme di essere «il simbolo e il centro di entrambi i popoli che la rivendicano come loro capitale». Ma per la Santa Sede la soluzione della disputa territoriale non è sufficiente: chiede «uno Statuto speciale garantito internazionalmente». Basato su tre punti. Primo: salvare e restaurare le caratteristiche storiche e fisiche della città; garantire eguaglianza di diritti e trattamento per i membri delle tre comunità religiose, «in un contesto di libertà delle attività spirituali, culturali, civili ed economiche»; infine, oltre a salvaguardare i Luoghi Santi, l'accesso deve essere garantito ai residenti e ai pellegrini provenienti dalla Terrasanta o da altre parti del mondo. L'obiettivo del Vaticano è quello di «proteggere l'identità della Città Santa nella sua interezza, in ogni aspetto». E questo carattere «sacrale» riguarda Gerusalemme tutta, «le sue comunità, le sue scuole, ospedali, attività sociali ed economiche». Israeliani e palestinesi «non possono trascurare il fatto che la città ha aspetti che oltre¬ passano di molto i loro legittimi interessi nazionali». E di conseguenza se altri desiderano partecipare al dibattito «non devono sentirsi limitati, ma piuttosto onorati e rassicurati». Una soluzione che tenga conto del carattere particolare della città «deve avere il supporto delle tre religioni monoteistiche, sia a livello locale che internazionale». E soprattutto, mons. Tauran ricorda che «l'intera comunità internazionale è responsabile per la sacralità e l'unicità di questa città incomparabile». Marco Tosati! «Deve avere status internazionale essere simbolo e centro dei 2 popoli che la rivendicano come capitale» Netanyahu e un ebreo ortodosso A destra, il «ministro degli Esteri» del Vaticano, mons. Jean-Louis Tauran, a Gerusalemme

Persone citate: Arafat, Jean-louis Tauran, Netanyahu, Tauran