Kosovo, dietro-front all'ultimo minuto
Kosovo, dietro-front all'ultimo minuto JUGOSLAVIA Lunghe colonne in marcia sotto la pioggia. Ma per la Nato restano 20 mila uomini Kosovo, dietro-front all'ultimo minuto Scade l'ultimatum, l'esercito serbo si ritira ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO A poche ore dalla scadenza del secondo ultimatum della Nato, le truppe serbe hanno iniziato un ritiro massiccio dal Kosovo. Sotto una pioggia battente, colonne di veicoli militari provenienti dalla parte occidentale della regione hanno intasato gli accessi a Pristina. Citando fonti del comando generale dell'esercito jugoslavo l'agenzia Beta di Belgrado afferma che le forze di Milosevic stanno completando il ritiro. Tre lunghe colonne di carri armati stanno rientrando a Pristina, Kosovska Mitrovica e Urosevac. Dopo l'ultimo incontro con i generali Nato Clark e Naumann ( 15 ore di colloqui) il presidente serbo Milosevic avrebbe deciso di obbedire alle richieste della comunità internazionale per evitare i bombardamenti alleati. «Nel Kosovo sono stati fatti passi avanti», ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico Robin Còok, aggiungendo però che il ritiro delle truppe serbe non è ancora sufficiente. Nella regione sarebbero tuttora dispiegati 20 mila uomini dell'esercito e delle forze speciali di polizia. «Milosevic ha promesso il loro ritiro, ma noi voghamo le prove sul terreno», ha detto Cook. Dal Kosovo infatti giungono notizie contradditorie. Mentre da una parte si parla di ritiro massiccio dei serbi, gli osservatori occidentali nella regione affermano che in alcune zone si stanno ammassando nuove forze. Sia le truppe di Milosevic che i guerriglieri dell'esercito di liberazione del Kosovo stanno scavando trincee, come se si preparassero ad affrontare un lungo inverno di battaglie. Secondo fonti albanesi l'artiglieria pesante jugoslava ha continuato anche ieri a bombardare i villaggi intorno a Klina e Vucitrn, nel Kosovo centrale. La polizia serba avrebbe rastrellato casa per casa. Anche per questo le decine di migliaia di profughi albanesi continuano a nascondersi nei boschi soffrendo il freddo e la fame. Da parte loro i civili serbi si stanno armando per proteggersi dagli eventuali attacchi dell'Uck, una volta che i militari si saranno ritirati. «I guerriglieri dell'Uck continueranno a combattere sinché non avranno raggiunto l'obiettivo finale che è l'indipendenza del Kosovo», ha dichiarato il capo dell'ala politica dei separatisti albanesi Aden Demaqi. Sarà il Consiglio Atlantico, che si riunisce oggi a Bruxelles, a valutare la situazione sul terreno e de ridere un eventuale intervento militare contro Mi losevic. Ieri il segretario di Stato americano Albright ha parlato al telefono con il ministro degli Esteri italiano Dini. Ancora una volta la diplomazia occiden tale si trova di fronte ad una scelta complessa. Ingrid Badurina
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