L'ombra di Primakov

L'ombra di Primakov Il premier sarà il candidato a sorpresa per la Presidenza L'ombra di Primakov LMOSCA A campagna presidenziale russa accelera in concomitanza con il precipitare delle performances fisico-psichiche di Boris Eltsin. E, a ogni svolta, c'è chi viene sbalzato di sella e chi salta sul carro. Al Cremlino il fuggi fuggi è visibile a occhio nudo. Nell'amministrazione presidenziale c'è chi percorre i corridoi pregando il destino di essere licenziato al più presto. Gli oligarchi-banchieri hanno capito che, se c'è una speranza, è quella di salire sull'unico galeone che ancora galleggia: il governo. All'opposizione non sanno e non possono restare, non avendone più i mezzi. Cernomyrdin, che fu il loro campione, non è più così affidabile come poteva apparire anco¬ ra ai primi di settembre. Alcuni di loro (Berezovskij e la famiglia Eltsin) guardano a Aleksandr Lebed. E gli stanno già costruendo la «squadra», come si cuce un vestito addosso al promesso sposo. Purtroppo però i tempi stringono. E diventa chiara l'equazione che il matematico Berezovskij sperava di evitare: se Boris Eltsin esce di scena anzitempo, il vestito di Lebed non sarà ancora pronto. L'altro candidato, già «vestito» di tutto punto, è il sindaco di Mosca, Jurij Luzhkov. Il quale spara a zero sulla privatizzazione «criminale», sui «malfattori» (parole sue, pronunciate tra le ovazioni al recente congresso degli imprenditori russi) che hanno «svenduto la Russia». Per questo lo temono come la peste. Li rallegra solo il fatto che Luzhkov va sempre più «a sinistra» e che la leadership del partito comunista è divisa tra la tentazione di seguire il già sconfitto Ziuganov o salire sul carro «non comunista» di Luzhkov e vincere almeno una volta. Ma è piccola consolazione. Fatti tutti i conti - di fronte a uno Eltsin che precipita - restano due sole varianti: o togliere rapidamente Primakov dalla guida del galeone, con un decreto che lo pensiona e lo sostituisce con Cernomyrdin o con Lebed (con le conseguenze del caso, cioè un combattimento gravissimo con l'altro galeone che ancora naviga, cioè la Duma). Oppure puntare fin da ora su Primakov. Soluzione con molti vantaggi. Primo dei quali quello di non gettare la Russia in un nuovo caos, provocando per giunta un'altra ondata di sfiducia tra gli impauriti investitori occidentali. Inoltre Evgenij Primakov è già nella posizione di vice-presidente di fatto. L'uscita di scena del Presidente gli darebbe i poteri per gestire e poi vincere, forse, la campagna elettorale. Il premier - è vero - ha negato queste intenzioni e continuerà a negarle. Ma è già in quarta posizione nei sondaggi, con 1' 11% (dietro Ziuganov, Luzhkov e Lebed, tutti in un fazzoletto) e diventa inevitabile includerlo tra i candidati. Quello che più conta, del resto, sono gli atti concreti del suo governo. Salvare il sistema bancario è stato il primo e centrale obiettivo di Gerascenko e suo. La nomina di Sergej Shakhrai a consigliere giuridico del governo è il secondo segnale-chiave. Chi è Shakhrai? Consigliò Eltsin a dissolvere l'Urss nel 1991; a bombardare la Casa Bianca nel 1993; a lanciare la guerra cecena nel 1994. Lo scorso aprile ancora «consigliava» Eltsin a sciogliere la Duma e a mettere fuori legge i comunisti. Che ci fa nella squadra di Primakov? Probabilmente una sola cosa: è stato as¬ sunto per raccogliere i pezzi sparsi dello schieramento che vinse per Eltsin nel 1996. E per rassicurare gl'interessi sui quali il potere di Eltsin si è retto in questi anni. La sua presenza alla Casa Bianca equivale a una candidatura formale di Evgenij Primakov alla presidenza della Russia. Giuliette Chiesa

Luoghi citati: Mosca, Russia, Urss