I medici: Eltsin non può viaggiare di Anna Zafesova

I medici: Eltsin non può viaggiare La diagnosi ora è «astenia». Diventa frenetica la lotta in vista di una prossima successione I medici: Eltsin non può viaggiare Niente vertice a Vienna con l'Ue MOSCA NOSTRO SERVIZIO Boris Eltsin non va a Vienna. Boris Eltsin, probabilmente, non va più da nessuna parte. Alla vigilia del vertice tra Russia e Unione Europea nella capitale austriaca il padrone del Cremlino ha cancellato quello che, verosimilmente, avrebbe dovuto essere il suo ultimo viaggio all'estero. Un viaggio che era rimasto in forse all'ultimo momento e che - in caso avesse avuto luogo - doveva dimostrare ai russi e al resto del mondo che la Russia ha ancora un Presidente. Dopo la catastrofica visita in Asia Centrale, due settimane fa, durante la quale Eltsin non si reggeva in piedi e parlava in modo incoerente, l'appuntamento di Vienna era atteso con ansia da tutti. All'epoca si era parlato di una «tracheobronchite», ma nessuno ormai ci credeva. Si sa che zar Boris ci teneva molto a volare in Austria per dare una dimostrazione di aver conservato il suo vigore. Per facilitargli il compito, il programma della sua permanenza era stato ridotto da due giorni a poche ore. E da una settimana a Vienna era arrivata una squadra del Cremlino per prepararsi a tutti gli imprevisti. Ma è stato tutto inutile. Il verdetto dei medici è implacabile: il Presidente russo non può muoversi. Un «consiglio» di spe cialisti non solo ha proibito a Eltsin di andare a Vienna, ma gli ha prescritto una vacanza di almeno due settimane che, probabilmente, comincerà già nei prossimi giorni. La diagnosi dei dottori del Cremlino è «stato di astenia con sbalzi di pressione e affatica mento». Le cause sarebbero la famigerata «tracheobronchite» e «eccesso di lavoro». Il portavoce di Eltsin, Dmitrij Jakushkin, ha smentito però la necessità di un ricovero: anche perché ormai la dacia del Presidente è attrezzata con apparecchiature da far invidia a un qualsiasi ospedale moscovita. La Russia verrà rappresentata al vertice con l'Unione Europea dal premier Evghenij Primakov. Una decisione che i commentatori moscoviti hanno salutato con entusiasmo. Da qualche giorno infatti si discute con insistenza il fatto che il ca¬ po del governo è diventato praticamente un vicepresidente. E in molti ambienti politici - inclusa una parte del Cremlino - si fanno già i calcoli per far sedere Primakov sul trono vacillante di Eltsin. La caratteristica più peculiare di questo ennesimo malanno di Eltsin è infatti il drastico cambiamento nell'atteggiamento dell'amministrazione presidenziale. Se in tutti gli anni precedenti gli uomini del Cremlino hanno fatto una propaganda agressiva per dimostrare che il loro capo era in forma smagliante, ora sono loro stessi a rendere pubblica la sua debolezza. E il viceresponsabile dello staff di Eltsin, Oleg Syssuev, ha fatto ieri capire che il Presidente non parteciparà più direttamente agli affari di Stato: «Non è obbligatorio che giri il mondo, abbiamo un ottimo ministro degli Esteri». Già nei giorni scorsi il capo dell'amministrazione presidenziale, Valentin Jumashev, aveva fatto capire chiaramente che Eltsin non sarebbe più andato all'estero per evitare figuracce che ormai è impossibile nascondere. Il piano sarebbe quello di segregare il Presidente fino al 2000. Una decisione contro la quale Eltsin ha cercato disperatamente di lottare: dopo la penosa tournée asiatica è apparso spesso al Cremlino, contro il parere della famiglia e dei dottori. Ma la macchina del Cremlino ormai ha imparato a funzionare senza Eltsin. Al punto che invia lettere dove, al posto della firma del Presidente, c'è un facsimile. E ieri, per triste e strana ironia, uno di questi messaggi (con auguri di compleanno) è arrivato a Uja Zbarskij, da 50 anni custode della mummia di Lenin. Anna Zafesova Il presidente Eltsin, il grande malato del Cremlino