Lega al governo? Plebiscito per Bossi

Lega al governo? Plebiscito per Bossi A «Radio Padania Libera» le voci della base leghista: tanti dubbi, ma anche fiducia nel capo Lega al governo? Plebiscito per Bossi D'Alema: la politica della non demonizzazione sta pagando IL €ARRO€C!0 TORNAAROmA AMILANO Radio Padania, come tutti i lunedì, avevano avvisato Bossi: «Se c'è qualche difficoltà, qualche problema con le telefonate, devi venire in diretta». E invece, a sorpresa, il direttore Roberto Poletti non ha avuto bisogno di Bossi. Il congresso è finito, la Lega resta di lotta al Nord e di governo per Roma, e pare che nessuno sia contrario. I dubbi non mancano, ma come ha detto Bossi «bisogna avere fede». Ore 7,30 del mattino, la prima chiamata è di un ascoltatore affezionato: «Sono il Pagani di Cologno Monzese. Per questa svolta sono perplesso, ma da buon militante la accetto, la guardo, sto attento e ho fiducia in Bossi». Alle 10 arrivano i primi fax. Dalla Valseriana e dalla Valbrembana: «Avanti così, va bene far pesare la nostra forza a Roma, ma non abbandonate la secessione». Roberto Poletti è soddisfatto: «Mi aspettavo telefonate di fuoco». Per Bossi il congresso si è rivelato più facile del previsto. Ne è uscito convinto d'aver posizionato la sua Lega non più e non solo nella ridotta di Padania, ma ormai pronta a rientrare nella politica. La «via Catalana», soli al Nord e sempre al governo a Roma, ai leghisti piace più del previsto. Certo, restano i perplessi come Vito Gnutti, «e se anche questa via non porta alcun risultato concreto?». Ma da Radio Padania provvede Giancarlo Pagliarini: «Qualcuno vuol far credere che siamo la ruota di scorta del governo D'Alema. Balla! Noi di governo parleremo solo dopo le prossime elezioni politiche. Ora, invece, dovesse profilarsi un accordo politico per le riforme che a noi vanno bene, perché no?». L'ex ministro del Bilancio recupera una sua vecchia battuta: «Pur di ottenere il mio obiettivo sono pronto ad allearmi con Pippo, Pluto e Paperino». Il segnale del congresso è che la Lega esce dall'isolamento. «Vedremo cosa accadrà nelle prossime ore», diceva Roberto Maroni domenica notte. Qualcosa è accaduto. Cesare Salvi, capogruppo Ds al Senato: «Si aprono spazi di confronto con la Lega». Franco Marini, segretario dei popolari: «Dal congresso leghista si possono cogliere novità da giudicare positivamente». Silvio Berlusconi: «La svolta? Ormai Bossi è un disperato e la Lega sotto il 4% dei consensi». Antonio Di Pietro: «D'Alema, attento a non imbarcare Bossi nella maggioranza perché diventerebbe un'Armata Brancaleone». Conclude Massimo D'Alema, nientemeno: «Una svolta positiva. E' evidentemente il segno che la politica del dialogo e della non demonizzazione di questo partito, che rappresenta di fatto un malessere vero della società italiana, ha dato i suoi frutti». Segnali? «D'Alema parla di non demonizzazione - nota Maroni -. Ai tempi dell'Ulivo non era così». Scambi di segnali che, come teme qualche dirigente leghista, potrebbero portare la Lega sempre più vicino al governo? «Ma no! - dice Uber Anghinoni, deputato di Mantova la nostra presenza al governo non è all'ordine del giorno, se ne parlerà dopo le prossime elezioni. Votare le riforme non vuol dire votare il governo. Noi siamo pronti, ma è ovvio che se ci propongono scambi sulla Finanziaria o altro non se ne parlerà nemmeno e si attaccano al tram». Riforme, alleanze solo sulle riforme, ha ripetuto Bossi per quattro ore a Brescia e per tre ore ieri sera tra Rai2 e Tele- lombardia. «Certo - continua Anghinoni - questa situazione politica ha evoluzioni velocissime, ma ormai il nostro elettorato capisce che siamo obbligati agli slalom». Se Bossi all'ultimo momento non ha cambiato la prima pagina, come Mussolini e Nenni quand'erano direttori de «L'Avantil», il titolo dovrebbe essere «Nord, non sarai più nano!». Perché a Roma torna la Lega, il gigante del Nord. Spregiudicata e pronta a far pesare più di 3 milioni di voti e 80 parlamentari. La legge elettorale, per riaccendere i motori del federalismo, in primavera per l'elezione del prossimo Presidente della Repubblica. «Mi confronterò con il nuovo governo, contratterò sulla legge elettorale, vedremo... - dice Bossi prima di andare in tv -. Noi restiamo la Lega per l'Indipendenza della Padania, potevamo decidere per lo scontro frontale o per una serie di passaggi. Siccome siamo democra tici abbiamo scelto i passaggi». Da Radio Padania continuano a trasmettergli buone notizie «Umberto, avanti così!». Giovanni Cerniti Berlusconi: non arrivano al 4% e sono solo dei disperati Il senatùr: abbiamo scelto la via della trattativa GRESSO FEDERALE GA NORD A sinistra il segretario della Lega Nord Umberto Bossi Nella foto a centro pagina Roberto Maroni Qui a sinistra il segretario del Partito Popolare Franco Marini

Luoghi citati: Brescia, Cologno Monzese, Mantova, Roma